lunedì 25 febbraio 2013

Pagelle da Oscar 2013

Ieri, mentre tornavo in treno dopo aver esercitato il mio diritto/dovere da buona cittadina, pensavo “ma quanto siamo sfigati noi [da questa parte dell'Oceano] che non abbiamo niente di così figo come gli Oscar”. E mentre gli account Twitter dei vari People, Vanity Fair e Paola Jacobbi cominciavano a friggere di anticipazioni sul red carpet io rosicavo tantissimo sul mio Frecciabianca, perché non ho Sky, non ho internet a casa e quindi VIVO NEGLI ANNI '60 PRATICAMENTE.
Ma questo sarà vero ancora per poco, venerdì si prevedono le Grandi Manovre e dal bucolocale passerò ad un appartamento con delle porte (questa solo chi ha vissuto in un bucolocale la capisce) dove sarà necessario per la sopravvivenza del mio ragazzo avere internet e dove io dovrò rassegnarmi a pagare quei 30 € al mese per avere Sky E UNA VITA SOCIALE.
Questi Oscar, che vincono il mio interesse anche rispetto alle Politiche e non solo al mio lavoro, contrariamente alle aspettative non mi hanno delusa. 
Intendiamoci: di vere dive per le quali sbavare sul tappeto di casa non ce ne erano, ma c'è stato del vero e proprio spettacolo, quello con i luccichini, le standing ovation, la gente che canta dal vivo. E se questa cerimonia di fatto è una serata per chi se la canta e se la suona, a me sta bene: mi piace ancora sognare e non tutti gli eventi possono essere un MTV Music Qualcosa.
Quanto ai vincitori ha vinto chi sapeva già che avrebbe vinto: Ben Affleck con Argo, Daniel Day Lewis per Lincoln, Anne Hathaway per Les Miserables, Jennifer Lawrence per Silver Linings Playbook. Ma noi non siamo qui a parlare di film, parliamo di cose ben più importanti. Parliamo dei vestiti che entreranno nella storia, sopratutto uno QUESTO:

Jennifer Lawrence - Christian Dior Couture

In settimana sono finalmente uscite le immagini della campagna Miss Dior che la vede protagonista quindi sapevamo tutti che avrebbe indossato Dior.
Forse però da Dior non sapevano di aver scelto sì una delle migliori attrici della nuova generazione, ma anche una delle poche a non essere sempre impalata, una che se la ride, una che mangia, una che rutta, che fa le boccacce e il dito ai giornalisti. UNA DI NOI. E in quanto Una Di Noi quando ha vinto, per l'emozione di ritirare quella mitica statuetta, è inciampata sugli scalini perché quei PESCIVENDOLI degli organizzatori non hanno pensato ad un cristo di steward che aiuti le signorine a fare i gradini.
Ma infatti lei non piange, è solo scoraggiata dalla piccola figura di merda mondiale che ha appena fatto, forse si è immaginata l'entourage di Dior che le faceva il culo, forse il suo agente che le diceva “MINCHIA OH”. Ma chissene, lei ride, si rialza da sola (perché tutti lì a guardarla ma quelli della prima fila potevano lanciarsi a raccoglierla) e ritira la sua meritatissima statuetta. 
Quanto all'abito: il migliore della serata. 
Un po' Grace Kelly per i volumi, etereo nel tessuto, minimale nel taglio. Un abito per una principessa con le palle, perché abiti così vanno saputi portare e sì, pure quando è scivolata lei è rimasta elegante. Sempre a suo agio, dal red carpet, alla camminata, fino alla conferenza stampa.
Da notare: il vezzo di indossare la collana al contrario, lasciandola scivolare sulla schiena. Un'altra maniera di essere elegante. Voto: 9.5

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martedì 12 febbraio 2013

Pagelle dei Grammys 2013 cioè di quel giorno in cui Rihanna si vestì bene

E' inutile girarci intorno, i Grammy 2013 verranno ricordati come il giorno del riscatto di Rihanna.
Se già l'anno scorso ci (mi) aveva stupito per la scelta di un semplicissimo Armani che altro non era che un cilindro di jersey E NULLA PIU', quest'anno mi ha veramente fatto scaravoltare dalla sedia: incantevole.

Certo, al netto della gioielleria, delle unghie, dei tatuaggi e del fidanzato.
Ma soffermiamoci sui dettagli: dev'essere scattato qualcosa nella mente di Mel Ottenberg (il suo stylist) poiché tutto (o quasi) ieri sera aveva il sapore del vintage: basta guardarla per riconoscere i capelli che ci hanno fatto innamorare di lei nel 2005, nel video di Pon The Replay.



Onde morbide, NON rosse, NON biondo platino, NON arancioni ma solo, e semplicemente, CASTANE.
Non state a pensarci nemmeno un secondo, si tratta di extension, di parrucca, di una testa posticcia. Poco importa, il risultato è sublime. Per il resto, Azzedine Alaia ha fatto il miracolo: una nuvola di chiffon rosso che la consegna all'Olimpo delle Best Dressed DEL MONDO UNIVERSO.

Abito -  Azzedine Alaia 


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