mercoledì 31 luglio 2013

Il costume intero: apologia di un forever alone

Il conto alla rovescia è cominciato, la spesa l’ho fatta, lo shampoo solare CELO, l’olio per i capelli CELO, il cappello di paglia CELO, il costume nuovo CELO. Siamo a posto. Mentalmente già in vacanza mi trovo costretta ad appoggiare i gomiti su questa scrivania ancora per due giorni.
Non ritengo onestamente di aver comprato tutto quello che volevo in preparazione delle vacanze, ho schifato Oysho prima dei saldi e lunedì non c'ho trovato più nulla per il quale valesse la pena spendere (anche se, onestamente, hanno una concezione delle taglie un po' strana: la II di reggiseno è grande, la I mi toglie il fiato, la III di slip mi fa sembrare un coniglio arrosto) e Calzedonia aveva gli specchi troppo vicini e i neon troppo neon per consentirmi di voler bene alla mia immagine in costume [Cari signori di Calzedonia, pensate a rendere l'esperienza di acquisto qualcosa di piacevole e smettetela di fare i wannabe Victoria's Secret (che noi italiane di mestiere non passeggiamo sulle passerelle) anziché di farci provare i costumi in camerini più simili ai loculi in angoli freddi e nascosti dei negozi, manco fossimo in fila per un tozzo di pane durante la guerra - sì, parlo del negozio in Corso Vittorio]. Yamamay invece ha ancora delle commesse gentili e dei camerini pensati da qualcuno che sa che le luci CONTANO MOLTO SULLA DECISIONE DI ACQUISTO (take notes) e infatti ho comprato un discretissimo bikini con gli ananas che forse avevo visto sulla Ferragni e ho pensato che magari l'ananas sgonfia e divento magra come lei!!1!1!!!

L'aver visto in concerto Beyoncè quest'anno forse ha modificato leggermente la mia percezione di cosa sia o nonsia necessario indossare per la prossima estate, infatti combatto ogni mattina con il desiderio di mettermi una cosina semplice come questa (o questi), un paio di sandali e uscire.
Eppure no, il pudore vince su di me e finisce che vado in giro acchittata come una principessa decaduta per le strade di Milano.
Visto il proliferare di shorts di quest'ultima stagione però perché non rispolverare il fascino mai morto del costume intero?
LO SO.

E' l'ennesima prova del mio essere sciura, demodè, provinciale e qualsiasi altro aggettivo venga in mente ai soliti noti.
Ma io il costume intero lo amo da tempi non sospetti e devo combattere ogni volta che cerco di indossarlo di nuovo perché nessuno mi capisce, soprattutto gli uomini. Sembra che se lo metti hai una malattia: “ma ti metti l'intero? PERCHE'?”.
Il costume intero ha l'unica scomodità del caldo per il resto fa il suo porco dovere di contenere le forme sbagliate e di evidenziare quelle giuste. E chi osserva che l'abbronzatura ne risente mi sento di dire MA PERCHE' COSA TE NE FAI DELLA PANCIA ABBRONZATA? VAI IN GIRO FORSE COME BRITNEY NEL 1998? [E badate bene che LO SO che sono tornati i crop top – anche qui niente di nuovo – solo che non mi pare che se ne vedano molti in giro, a parte sulle pagine di Asos].

Quindi se Olivia Palermo (!1!!) e Rihanna (???) così come Beyoncè (!!!!) e Katie Holmes (!!1!), Kate Moss (!!1!!!1!!!) e Diane Kruger (!!!!!!!!) ce l'hanno perché noi no.
E con cosa metterli poi? MA CON QUALCOSA CHE METTA IN EVIDENZA IL CULO che domande.


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martedì 23 luglio 2013

Facciamo il punto sulle full skirt

Trovarle non è stato facile, pareva che solo Rochas, l'Ulyana Sergeenko e Tibi le avessero messe in produzione al posto delle solite pencil, dei soliti pantaloni e delle solite gonne maxi. E se l'anno scorso ci stavo per credere, con la diffusione della lunghezza midi (prevalentemente sulle gonne), arrivata la primavera era solo una landa desolata di shorts, skorts, sgorbs e poco altro (e sapete benissimo che al pantaloncino origami di Zara ho ceduto pure io come altre migliaia di donne nel mondo).
Ho addirittura mobilitato Mia Madre, sarta fatta e finita del calibro di Miuccia Prada, stampato decine e decine di foto (quelle di Tibi prevalentemente), ho messo a soqquadro l'UNICO negozio di tessuti del paesello ma NIENTE. Niente di niente di nulla che non sia niente. Questo dannato FAILLE che cercavo io LO FANNO SOLO IN SUDAFRICA, NON LO SO. Cercavo un tessuto che avesse una consistenza rigida, che mantenesse la forma, volevo una gonna che non fosse una cosa timida: siamo a Milano e lavoro nella moda le mise che vedo tra i miei colleghi vanno dall'abito da sera alle 9 di mattina fino allo squatter dello zoo di Berlino, potenzialmente potrei venire in pigiama e nessuno dovrebbe poter dire nulla.
Poi succede che qualche settimana fa, mentre camminavo per il centro dopo aver comprato un costume da & Other Stories ed essermi promessa che NO, BASTA, NON MI SERVE ALTRO PER DIO, passo davanti alla vetrina di Max & Co. e succede quello che accade quando vedo un cucciolo di Cavalier King Charles per strada: trattengo il respiro meravigliata e poi mi sciolgo in un mare di CUTENESS urlando DIO MIO DIO MIO LA VOGLIO!
Sono legata a Max & Co. da un profondo contenzioso di qualche anno fa, quando in un negozio di Udine cercai di far notare alla commessa che me l'aveva venduta che la borsa aveva qualche difetto alle zip perché dopo qualche mese di utilizzo si era già staccata dal pellame. Lei non la prese bene e finimmo in un catfight che ancora la gente si ricorda, visto che poi mi sono rivolta direttamente all'azienda di Reggio Emilia per il mio. fottuto. reso. Da quella volta mi ero giurata di non comprare più nulla di Max&Co. visto che la cortesia del personale di vendita non è una caratteristica prioritaria, ma DAVANTI A QUELLA GONNA (e ad un relativo display di tutto rispetto, era abbinata ad una felpa con applicazioni di brillantini e dei sandali in suede) tutte le mie convinzioni morali, tutte le mie rimostranze da consumatrice ferita, tutti i miei buoni propositi sul rispAHAHAHAHAHAH sono andati perduti.

Sono entrata e famelica come una zanzara tigre sui Navigli all'ora dell'aperitivo, mi sono scagliata diretta sul reparto dei Nuovi Arrivi, perché certo, a noi ci fa schifo comprare le cose in saldo, non sia mai.
[Non prima di lanciare uno sguardo però alle carrellate di abiti fru fru e gnè gnè appesi pronti per i saldi che mi sono chiesta “dovremmo girare una puntata di Cazzomimetto Matrimoni” direttamente qua].
Insomma alla commessa non pareva vero di avere una polla che comprasse già l'AI a fine giugno. Provo la gonna e mi sta così bene che comincio a pensare che il nostro incontro sia stato voluto dal destino. Ma certo, era destino che ti incontrassi Gonna Del Mio Cuore. E poi BLU. Con mille tonalità di BLU, che ci stanno bene con il top che mi sta facendo la mamma.
Nonostante abbia 30 anni e sia economicamente autosufficiente da almeno 5, quando sto per comprare qualcosa che superi i 150 € chiedo sempre l'approvazione materna (la gonna costa 149 € quini non è sempre vero). E' più forte di me, è che come se dovessi sentirmi autorizzata a spendere QUEI soldi per QUELLA gonna. E così, dopo averla descritta (“mamma mamma ha la vita ripresa con il canitè, è fatta solo di due strati, una fodera sotto e un velo tipo cangiante stampato sopra […] no, spetta che guardo[..] mmmh sì è tutta sintetica ma cosa ci vuoi fare ormai NESSUNO USA LA SETA ORMAI”) ricevo l'approvazione papale e posso comprarla [per la cronaca: sì da Max & Co hanno un chiaro problema con le zip in genere perché nemmeno questa scorre benissimo, qualcuno a quelli di Reggio Emilia glielo dovrebbe dire di cambiare FORNITORE DI ZIP].



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giovedì 11 luglio 2013

Essenziali da mettere in valigia - Cazzomimetto Estate 2013

Siamo a luglio. Inoltrato.
Il massimo dell'attività che ci concediamo in ufficio è fissare il Google Doodle, fare foto alla grandine o al massimo leggere la colonna di destra di Repubblica.
Tra un mese sono in vacanza. Anzi, meno di un mese.
Chi ha avuto avuto avuto, chi ha dato ha dato ha dato. Fighedomani the time is OVAH.
10 MESI DI PALESTRA AMICI

Avrei potuto fare di più e di meglio o per lo meno questo è quello che la mia coscienza mi dice, eppure la nutrizionista mi ha detto che sono pure troppo fissata, e che non mangio nulla di sbagliato ad eccezione del sale. Ecco, la ritenzione idrica è mia nemica a quanto pare.
Motivo per il quale ho totalmente eliminato il sale (HELLO! A quanto pare si può vivere senza!) e provato il drenante Protiplus per 10 giorni che mi ha fatto correre al bagno ogni mezzora. E di notte. E mentre sono in palestra. All'aperitivo. Al ristorante. Insomma SEMPRE.
L'effetto è quello di sentirsi (e vedersi) almeno un po' più asciutti (il mio problema è la pancia) e come terapia d'urto prima delle vacanze io lo consiglio. In più la sana e buona abitudine di portarmi la mia bottiglia da un litro e mezzo in ufficio ogni giorno  ormai non la perdo più (e risparmio i soldi per l'acqua dei distributori).

Dicevamo delle ferie, difficile pensare ad altro.
La parte “Furio” di me ha già preparato la tabella con il timing e quella del budget per le vacanze (il mio fidanzato ancora ride per ieri quando gli ho detto “secondo i miei calcoli ci serviranno 387 euro a testa per gli extra”).
Ora che so quanto mi costa questa vacanza (e gran parte l'ho già pagata) mi rimane la parte divertente, un po' come quando hai consegnato la tesi e ti concedi di pensare a cosa indossare alla discussione.

Passerò 10 giorni in Portogallo, precisamente ad Algarve.
Qualcuno di voi c'è mai stato? Avete indicazioni, consigli, suggerimenti da darmi? Ci sono posti che NON posso non vedere?
Come è facilmente immaginabile non sono una da vacanza con lo zaino in spalla e nemmeno una da vacanza con lo zaino in mano. Io, lo zaino, non lo voglio proprio vedere. Una borsa di paglia per tenere gli asciugamani E BASTA.
Non farò mai la vacanza all'avventura a fare trekking per vedere i templi, a mangiare insetti, a dormire per terra, a schivare zanzare che già a Milano mi procurano reazioni allergiche degne della foresta del Borneo.
Per me una vacanza deve avere il mare (CELO), il sole (CELO), la sabbia (CELO), dei libri (CELO) e il relax (BOH?).
Sono una salamandra della spiaggia, io pago per venire lì e prendere il sole, prendere il mare, prendere quello che c'è da prendere. E se per prendermelo devo pure salire sulla Scala dei Turchi -come ho fatto l'anno scorso- pregando tutti i santi del calendario di non farmi cadere e spaccarmi le ossa ALLORA VA BENE LO FACCIO, basta che al di là ci sia la mia FOTTUTA spiaggetta. Racchettoni? MAI. GIOCATO. IN. VITA. MIA.
Come per la gita scolastica di quinta potrei (dico POTREI) fare una lista delle cose da mettere in valigia ma perché fare una lista quando posso farci un post.
Infatty.

SITUAZIONE 1 – ALL'AEROPORTO

Conosciamo benissimo le regole dei look da aeroporto: comodo, caldo e chic. Anche se non partite dal LAX ma da un più rustico aeroporto come quello di Bergamo dal quale partirò io, vorrete essere sicure che nella remota possibilità che ci sia un paparazzo all'arrivo veniate fotografate con quel misto di sguardo assonnato e annoiato, il trucco fintamente naturale come quando Marina Kroeger si sveglia la mattina e l'allure di Olivia Palermo quando piscia il cane.


Cappello - River Island
Orecchini - Asos
T-Shirt - Topshop
Maglia - Topshop
Boyfriend jeans - Moto Vintage
Shopping - Whistles
Bustina Portadocumenti - Blue Q

OPPURE:




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venerdì 5 luglio 2013

Per la Rania di Giordania che c'è dentro ognuna di noi

La cosa bella della Fashion Week maschile è che quando finisce arriva la Couture.
Per il resto a me proprio cazzomene della moda maschile, del Pitti, di Milano, di Parigi. Ma veramente la moda maschile fa muovere le masse? Qual è, sentiamo, la maggior rivoluzione della moda maschile degli ultimi 10 anni?
LO SLIM FIT.
Rendiamoci conto. Noi cosa abbiamo fatto in 10 anni o anche solo nelle ultime stagioni? Il monospalla, il color blocking, il periodo verde menta, il periodo tangerine, lo smalto fango, lo smalto mimosa, lo smalto puffo, lo smalto bianco, le platform, le righe, l'asimettrico corto davanti lungo dietro, gli shorts che sembrano gonne E POTREI ANDARE AVANTI ALL'INFINITO.
Dicevamo quindi della Couture. Nemmeno una notte degli Oscar mi fa stare bene come guardare lo streaming di una sfilata di couture. Bhè certo perché per qualche strana ragione a Parigi ci mandano Jo Squillo ma non me, mi tocca per forza accontentarmi dello streaming.
Di sfilate couture interessanti non ce ne sono poi così tante, alla fine è sempre un rimbalzarsi tra Valentino, Elie Saab e Giambattista Valli. Tutti gli altri non mi interessano mai più di tanto: Armani, buon cuore, da quando gli hanno detto che fa bene le giacche APRITI CIELO, non fa altro da 30 anni. Quindi grazie Giorgio, L'ABBIAMO CAPITO EH. Il problema è che gli abiti che disegna dicono sempre la stessa cosa: CIAO IO HO 40 ANNI. E visto che noi non abbiamo ancora 40 anni (non tutte almeno), per me non è nemmeno aspirazionale.
Sapete che ho il debole per Elie Saab, designer libanese che fino a qualche anno fa non conoscevo nemmeno io e che adesso venero. Non si può dire che spicchi per creatività nemmeno lui, eppure la sua couture anche se riprende sempre gli stessi stili, riesce ancora ad essere magica.
Quanto al duo Chiuri-Piccioli, piccoli Re Mida della moda, a stagioni alterne presentano capolavori. Stavolta si sono dedicati ad una couture da giorno e a me toglietemi tutto MA NON GLI ABITI DA SERA.
Infine Valli, stufo di usare una palette fatta solo di rosso e nero, si è lanciato nel bianco creando gli abiti da sposa che Keira Knightley potrebbe indossare tutti i giorni con le ballerine.

Ma se Rania di Giordania può vestirsi da principessa, PERCHE' NOI NO?
Anfatti.
Quindi ho scandagliato tutti i siti che ci possiamo permettere alla ricerca degli abiti che ci consentano di sentirci principesse couture senza urlare POOOOOOLIESTEREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE.
[Solo come misura cautelare io mi terrei comunque a debita distanza dalle fonti di calore].



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