giovedì 26 settembre 2013

Cercherò di non parlare del mio 3° posto ai MIA 13 per parlare di trucchi

Vorrei sforzarmi di non scassare ulteriormente la uallera su questi benedetti Macchianera Italian Awards che si sono tenuti sabato a Rimini. Giuro, lo vorrei.
Ma è da sabato sera che rodolo per casa urlando TERZO POSTO! TERZO POSTO! ancora senza riuscire a capacitarmi di questo fatto. Sto cercando di darmi delle spiegazioni razionali a questo exploit, di capire come è possibile che abbia battuto personaggi televisivi come la Marcuzzi, la Gozzi o personalità del settore come la Ferragni.
Le spiegazioni sono due: o voi che mi avete votata siete stati davvero tantissimi o il pubblico dei Macchianera è un pubblico che ha poco in comune con quello che segue la Pinella, la Barolo e le altre.


Una piccola vittoria, una vittoria da outsider. Un po' come per Bastonate che ha battuto Radio Deejay, forse è arrivato il momento di crederci e il prossimo anno di puntare alla vittoria.
Ad ogni modo GRAZIE, a tutti voi che mi avete votata, da tutti gli account che avete e anche da quelli che non avete. Grazie di cuore!
[Un ringraziamento sentito alle ragazze in sala che hanno manifestato il loro disappunto per la vittoria di Vogue urlando MA TI SEI VISTA a Gianluca Neri. Questo pezzo del video io l'ho visto solo il giorno dopo e mi sono commossa!]



[Rimango dell'idea che sia un peccato che ci sia questa confusione di naming nell'organizzazione dell'evento e magari se qualcuno che passa di qua conosce Gianluca Neri glielo potrebbe dire: il concorso si chiamava Macchianera Blog Awards ma ora è diventato Macchianera Italian Awards per renderlo più istituzionale e togliere quella patina indie-blog con cui è nato per poter far crescere la popolarità dell'evento e degli stessi blog partecipanti, ma la cerimonia finale si chiama ancora Blogfest. Non avrebbe più senso essere coerenti e chiamare tutto nello stesso modo: Macchianera Italian Awards? Renderebbe, tra le altre cose, le cose più semplici a chi come me è rimasto a casa e deve cercare le informazioni in rete e si sa che il Signor Google aiuta meglio se tutte le informazioni sono coerenti tra di loro].


In onore del beneamato secondo posto di Clio MakeUp (lo so, vi chiedete perché Clio è inserita nella categoria “fashion”. Semplicemente perché non esiste una categoria “beauty” e a mio avviso non esiste un sottobosco di blog beauty ancora così strutturati e articolati come il vasto mondo dei “fashion blog”. Al momento ne esiste uno grande (Clio) e tantissimi piccoli, o per lo meno questo è quello che vedo io) ho pensato di aggiornarvi sullo stato del mio beauty case, visto che ci sono state delle new entry. Anzi, la verità è che ho comprato un detergente che è una cazzofigata di cui volevo parlare ma alla fine è l'unica cosa che non ho fotografato perché ce l'ho nella doccia e io alla mattina NON E' CHE POSSO RICORDARMI SEMPRE TUTTO.


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giovedì 19 settembre 2013

Un compleanno a Parigi

Diciamolo: sono fottutamente fortunata.
E' giusto, va detto quand'è così perché quando non lo sei ti stanno in culo quelle che lo sono. Quindi diciamolo, metto le mani davanti e mi preparo: non è da tutti festeggiare i 30 anni a Parigi.
Ce lo si aspetterebbe da gente che fa le feste dei diciottesimi con le ragazze in lungo e i ragazzi in smoking, non da chi ha festeggiato con 3 amiche nella pizzeria del Paesello.
Incredibile combinazioni di fattori: qualche soldo da parte, un fidanzato disponibile e un capo altrettanto generoso da concedermi 2 giorni di ferie a poca distanza da quelle estive (in prossimità della fashion week, poi).
Raga, mi è andata di culo.

E mica poteva andare tutto bene no? ENNO'! Infatti a Parigi pioveva.
E quale immensa gioia potrà mai essere visitare una città sotto la pioggia?
Quale immensa gioia potrà mai essere visitare una città sotto la pioggia con un fidanzato CHE SI LAMENTA?
Quale immensa gioia potrà mai essere visitare una città sotto la pioggia, con un fidanzato che si lamenta e delle scarpe SCOMODE COME LA MORTE?

Ma procediamo con ordine: alla mezzanotte del 12 settembre cosa stavo facendo? Piangevo. 
Perché cosa si fa ai compleanni? Si piange, ma è ovvio.
In realtà in passato ho sempre pensato che piangessi perché mi sentivo sola, mi sentivo triste in una giornata in cui avrei dovuto essere se non la regina, almeno la principessa.
Ho capito però che nonostante il caldo abbraccio del fidanzato certe lacrime non se ne vanno, perché il tempo che passa e scivola di mano è una paura che va oltre il timore di essere soli, è la realizzazione dell'impotenza di fronte a certi eventi della vita. Anzi, credo sia una reazione al menefreghismo del tempo che passa, nonostante tutti gli eventi e le persone che ancorano al passato.
E' semplice senso di colpa rispetto alle persone che non ci sono più, perché non ti immagini arrivare a certe tappe della vita (i 30 anni per una donna sono una tappa decisamente importante) senza alcune persone al tuo fianco.

Fatto il necessario e tradizionale piantino quindi, siamo partiti all'alba verso Parigi e prima di ora di pranzo stavo già mangiando un panino al burro da Paul al Charles De Gaulle.
In questo viaggio potevamo essere in due come in 200, ero organizzata come un foglio Excel e per questo mi sento di ringraziare il mio fidanzato che non si è preoccupato di N U L L A durante la preparazione di questo viaggio: né la scelta della casa, né dei voli, né dell'itinerario. Modalità Vergine Cacacazzi – ON.
La casa era a Montmartre, in una via non proprio raccomandabile ma nemmeno il Bronx, di fatto girato l'angolo e fatti i tradizionali 224 gradini avevamo il Sacre Coeur.
Grazie ai vostri suggerimenti, ai vostri itinerari (talvolta pure segreti!), mi ero stilata una lista delle cose da fare e da vedere che ovviamente non è stata rispettata del tutto ma è stata un buon canovaccio.
[Ho mangiato solo nei ristoranti che mi avete segnalato ed è stata la mia salvezza!]

Non sono entrata nella Basilica (all'urlo di “NON C'E' TEMPO! NON C'E' TEMPO!”) ma ho fatto un giro per il quartiere, già adocchiando i negozi nei quali sapevo che ci avrei perso almeno un pomeriggio. Sono andata al Muro dei Je t'aime a dirci, ovviamente, JE T'AIME e ho mangiato in certe boulangerie che dovrebbero essere patrimoni dell'Unesco.



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