mercoledì 26 novembre 2014

Gift Guides 2014: The New Minimalism

Natale quest’anno per me è una tappa importante verso un 2015 che si prospetta essere, contrariamente ai suoi predecessori anni dispari, un anno di grandi progetti e speranze.
Non vedo l’ora che sia Natale, perché quest’anno grazie al calendario e ai giorni di ferie riuscirò a tornare in ufficio dopo l’epifania e non succedeva dal 2002, ultimo anno di superiori.
Non vedo l’ora che sia Natale perché passerò qualche giorno a casa con i miei genitori e benché sia una festa sempre dolorosa per chi ha perso qualcuno, è vero anche che fare l’albero non è più doloroso come indossare un cilicio.
Non vedo l’ora che sia Natale perché dopo c’è Capodanno e mentre tutti a mezzanotte staranno brindando al 2015 io molto probabilmente sarò in viaggio da Stansted verso Liverpool Street, con la valigia in una mano e la mano di Diego nell’altra.

Un aspetto non trascurabile dell’impazienza che precede il Natale è anche dovuto agli ovvi, meritatissimi, immancabili, imprescindibili R E G A L I.
Io non credo che avrò chissà quale bottino essendo circondata ormai dai debitori ma sono qui per suggerirvi come uscire dall’eterno dilemma di cosa regalare e a chi.

L’AMICA MINIMALISTA

L’amica minimalista se non lavora nella moda, vorrebbe farlo. Se lavora nella moda ha lavorato per Prada (ahem), divulga il vangelo Celine secondo Phoebe Philo e pinna continuamente foto di Victoria Beckham nella board Icons.
L’amica minimalista non ama molto i colori, le piacciono i cappotti dalle linee pulite, ripugna la nail art e la sua tavolozza va dal nude al bordeaux anche se può aver sperimentato il suo picco di stravaganza con un piccolo puntino nero.
E’ color oro perché l’amica minimalista sa che stanno tornando gli anni ’70 infatti ha comprato i jeans a zampa giusto in tempo.
L’amica minimalista sicuramente già conosce gli orologi Daniel Wellington ma ancora non si è ancora decisa a fare il suo primo acquisto.

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lunedì 24 novembre 2014

Beauty Post: Come sta andando con il Clarisonic?

Ci siamo lasciati che faceva ancora caldo e bastava un pulloverino sottile di Zara per tenerci al caldo e vi ritrovo una piena del Seveso e 7 giorni di mal di schiena dopo.
Ho avuto molto, moltissimo tempo per lavorare (di base fino alle 22 e la mia cervicale ringrazia), per farmi maschere tutte le sere, per ingrassare grazie alla nuova pillola e per fare shopping online compulsivo (grazie Yoox che hai il reso gratuito altrimenti sarei rovinata).
La mia situazione finanziaria rispetto all’ultimo post non è cambiata e infatti ho ancora bisogno di soldi e forse è il caso che anche io cominci a pubblicizzare il mio Depop che presto aggiornerò con queste-maledette-scarpe.
Tuttavia, la mia situazione brufologica invece è molto cambiata.
Ora da struccata non spavento anche i ladri e ho recuperato le sembianze di un essere umano.
Quello che avevo mostrato in questa foto ovviamente rappresentava solo una parte delle verità avendo, ancora, un briciolo di dignità. Sappiate però che la situazione era talmente grave che il mio capo un giorno ha esordito molto teneramente con un “ma che cos’hai sulla faccia?”.
Come detto diverse volte, soffro di ovaio (micro) policistico che, come in molte sapete, porta ad avere l’acne anche dopo l’adolescenza (se non PEGGIO dell’adolescenza).
Il periodo peggiore di acne è stato proprio nella settimana in cui avevo la visita dal Gine così ho avuto modo di mostrargli chiaramente le condizione della mia pelle.
Una scatola di Diane dopo eccomi qua: pelle tornata normale, appetito che ha raggiunto vette conosciute solo da  Valeria Marini al ritorno dall’Isola dei Famosi e insonnia notturna. MACHECCEFREGA MACHECCEIMPORTA, ho di nuovo un viso adatto ad affrontare la società e almeno tutto questo bottino ormonale tra due scatole avrà fine.

So bene che la Diane è una pillola molto discussa ma, come detto, assumendola sotto stretto controllo medico (l’avevo già presa in passato) mi sento al sicuro e conto presto di tornare a contracettivi orali (molto) più leggeri.
Ora che ho specificato come sono riuscita a “normalizzare” la pelle, fatemi tornare alle caratteristiche del Clarisonic.

A parte la settimana in cui la mia faccia faceva veramente spavento e ho fatto solo taaaaaaante maschere (al momento la mia preferita è questa), ho continuato ad usare il Clarisonic UNA VOLTA A SETTIMANA.
Le zone peggiori per me erano le guance quindi mi sono concentrata sulla mitica “zona a T” che solitamente è più infima per le pelli a tendenza acneica.
Il risultato è stato fantastico proprio dove l’incidenza di pori grossi come crateri è maggiore: il Clarisonic fa le pulizie di primavera della pelle.
La pelle, una volta risciacquata e tamponata con l’asciugamano, è compatta e riflette la luce. Non la riflette perché è lucida come quando passi il dito alla base del naso te lo ritrovi unto come quando infili la mano nel sacchetto delle patatine Pai: è lucida come un’anta della cucina laccata e pulita con il Lysoform Casa.


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martedì 4 novembre 2014

Come salvarsi il guardaroba in quest'autunno/inverno 2014

Ultimamente ho diversi motivi per rallegrarmi: ci sono i brufoli che mi stanno puntellando la faccia come uvette nel panettone, è un periodo maledettamente intenso sul lavoro e faccio orari barbini, in palestra basta che faccio le scale per farmi venire l’acido lattico e last but not least c’ho le pezze al culo.

Quest’andirivieni con Londra mi sta costando più di un pezzo di rene sul mercato nero degli organi e indubbiamente mi sento fortunata a visitarne un pezzetto nuovo ad ogni viaggio tuttavia, quelle 30 ore che passo a Londra ormai mi stanno costando come pagare a rate una Peekaboo di Fendi. Senza alla fine avere una Peekaboo di Fendi.
A gennaio ci passerò qualche giorno di più e conto di sfidare il freddo e fare un po’ più la turista per poter scrivere una bella guida Cazzofaccio Londra come in tante mi avete chiesto.

Ma parlando di cose più serie: ho pochi soldi e il mio sogno sempre poco celato di diventare la brand ambassador di Victoria Beckham è sempre più difficile da realizzare, soprattutto D O V E N D O accontentarmi di quello che ho nell’armadio e di pochi e misurati nuovi ingressi nel guardaroba.
La scorsa settimana, in un impeto di autocelebrazione, mi sono fatta una foto ogni mattina prima di uscire.
La verità è che la foto me la faccio comunque per mandarla al mio fidanzato: faccio questo meraviglioso assist alla Pirlo regalandogli l’occasione di dirmi che sono bellissima e sto benissimo come se vivessimo ancora insieme.
Ho fatto le foto perché mi sono resa conto che, guardando il mio Instagram, alla fine i pezzi che girano sono sempre gli stessi, come se facessi il gioco delle tre carte con sempre le solite cose.
Maglietta a righe? Check.
Pullover blu? Check.
Gonna viola? Check.
Collana di Marni? Check.

Quindi cosa fare se non si hanno soldi e si vuole comunque rinfrescare l’armadio?

Maglia Sandro, Cintura Miu Miu, Gonna Zara, Stivaletti Prada, Collane tutte di mia madre

Da qualche tempo la cintura in vita è diventata un accessorio imprescindibile.
Benedico quel momento di infinita saggezza in cui, l’anno scorso, in un outlet Prada ho deciso di fare l’acquisto che mi avrebbe poi svoltato l’armadio. Cappotti, abiti, gonne, pantaloni e culottes a vita alta: con una cintura TUTTO sembra più nuovo e, contrariamente a quanto credevo prima, indossare la cintura in vita non attira l’attenzione sulla pancia (che ho sempre odiato, sarà per quello che mi sono sempre sfondata di addominali) ma aiuta a spezzare il look, valorizzando il decolleté (per chi ce l’ha), sottolineando le curve (ciao Kim, dico a te).





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