Che ridere pensare che ci sia gente che effettivamente
aspetta le mie pagelle.
Lontani ormai tempi in cui avevo effettivamente il tempo
libero per poter tranquillamente raccogliere le immagini, i crediti e
cincischiare su Picasa per fare i collage e poi risalvarli su Photoshop e poi
infilarmi una ramazza nel culo e dare una pulita alla cucina.
Ormai se svango la giornata in ufficio, mi trascino in
palestra e poi rotolo a casa è già un successo se riesco a prepararmi la cena e
a non nutrirmi di sole gallette di mais.
Ma l’Awards Season incombe su di noi come una falce e non
posso esimermi ormai da quei 3 dico 3 appuntamenti annuali.
La vincitrice della serata l’ho già anticipata su
Twitter, finalmente Valli ha capito che vestire Lena Dunham non offriva un buon
trade-off in termini di immagine e il bisogno viscerale di Lena di farsi notare
a tutti i costi, al pari solo della necessità di forarsi entrambi i timpani con
un cotton fioc (spoiler), non giovava per nulla alla brand awareness tanto
sudata in questi anni da couturier italiano prestato alla Francia.
Amal Clooney - Dior Couture; Jessica Chastain - Atelier Versace
Cominciamo con la più chiacchierata della serata, il
matrimonio più festeggiato dell’anno (scorso), l’eterosessualità più falsa di
Hollywood: la signora Clooney.
Non nascondo di far parte anche io di quel mucchio di
complottisti che vedono nel turnover regolare di fidanzate completamente
randomiche di George la copertura di qualcosa che non sarebbe nemmeno
necessario nascondere (è gay), anche perché se non si muovono i pezzi grossi di
Hollywood per cambiare il sistema con che speranza un ragazzo normale dovrebbe
fare coming out? Ma vabbhé, loro sono a Hollywood io a Milano e i gay governano
la città quindi sono l’ultima proprio che può parlare di omofobia.
Non sono una fan di Amal: per me lei non ha stile e credo
che la sua immagine sia tutto fuorché spontanea. Credo che tutte le sue uscite
siano studiate a tavolino per piacere ad un certo tipo di pubblico (ragazze
cielline e signore attempate) e che ogni calzino che indossa sia stato accuratamente
scelto da una stylist. Ce la stiamo subendo come first lady ancora prima che
diventi first lady (si dice che tutta questa messinscena di George abbia come
scopo la carriera politica). Il super falso matrimonio a Venezia coronato
dall’ultimo abito uscito dalle mani di de la Renta (american flag alert),
l’abito di Valli per salire sul motoscafo, il completo bianco per la cerimonia
civile mi sono sembrati i 3 cambi d’abito di Barbie Goes White House.
Ma vediamo com’è andata:
Richiesta: prima uscita ufficiale da signora Clooney.
Svolgimento: Un sottile richiamo all’estetica anni 50/60
di Audrey Hepburn, un colpo di telefono al signor Dior e vinci facile.
Giudizio: 6
Nelle infinite possibilità che il mondo offre, nel
panorama di stimoli creativi che si possono dare ad un atelier, perché
ripercorrere una strada fin troppo battuta e consumata?
I capelli hanno rovinato buona parte dell’abito
(avrebbero dovuto essere raccolti) e potendo scegliere, con quella carnagione, qualsiasi
colore caldo (sunset orange, come direbbe Victoria) le avrebbe fatto di certo
un favore. I guanti poi: inutili, eccessivi e fuori luogo. Mi sono sembrati il
capriccio di una bambina che non vuole andare a scuola se non indossa la sua
coroncina di brillantini.
Jessica Chastain è una delle mie BFF prefe.
Qua di nuovo si strizza l’occhio alla vecchia Hollywood,
con un taglio d’abito che allargherebbe i fianchi al palo del Mocio Vileda. Il
problema di Jessica è che dopo quel meraviglioso McQueen non l’ho mai più vista
con qualcosa di vera-veramente flattering.
Io stessa non ho capito con che colori sta bene. Avendo i
capelli rossi dovrebbe giocare con i colori complementari dell’arancio e
infatti mica per niente la campagna YSL ha giocato proprio sul viola.
Oppure con i cipriati, ma probabilmente per il genere di
donna e di ruoli che finora ha scelto non vuole rischiare l’effetto Young
Taylor Swift. Voto: 7
Laura Prepon – Christian Siriano; Patricia Arquette –
Escada; Lorde – Narciso Rodriguez