Siete in
tante a chiedermelo quindi non posso partire per l’Australia senza prima avervi
raccontato com'è effettivamente andata quel benedetto 9 luglio.
Posso dirvi
che nelle settimane precedenti ho pregato tutti i santi del paradiso per fare
in modo che VA BENE PIOVI, PIOVI TUTTI I WEEKEND DI GIUGNO, MA A LUGLIO NON
FACCIAMO SCHERZI. Perché sì, sposa bagnata sposa fortunata, ma anche sposa
sudata sposa rilassata.
Partiamo dal
presupposto che tanto quanto una ristrutturazione, l’organizzazione di un
matrimonio ti cambia dentro.
Non ci sarà
mai più nessun matrimonio nella mia vita d’ora in avanti che sottovaluterò in
alcun modo, per il quale non verserò in tempo (e prima del matrimonio) il
regalo per gli sposi, per il quale non confermerò la mia presenza prendendomela
comoda o –figurarsi- annullando all’ultimo minuto (perché sì, c’è chi annulla
48 ore prima del matrimonio e chi, delizioso, nemmeno si presenta). Organizzare
un matrimonio soprattutto a distanza è incredibilmente difficile perché, ehm,
quando ti sposi tendenzialmente è la prima volta, ma la gente tende a
scordarselo poiché tutti mettono per scontato che tu “sappia”.
Sappia che
se non richiedi specificatamente che vuoi fare anche l’assaggio della torta, questa non ti viene fatta provare e
ti ritrovi il giorno del matrimonio a tagliare un dolce che manco sai a che farcitura avrà.
Sappia che i
confetti è meglio comprarseli da soli perché quelli del catering non sono
sufficienti e arriverà vostra madre a dirvi “eh, te l’avevo detto di
controllare i confetti”.
Sappia tutti
i nomi dei fiori a memoria, in latino e meglio di Madre Natura in persona (“Ah
no ma certo, la Gypsophila, come no”).
Sappia che
il cuscino delle fedi, il libro degli ospiti, il tableau, sono tutti problemi
veri, reali e che vanno risolti nel più breve tempo possibile.
Sappia che
tendenzialmente qualsiasi fornitore incluso nell'organizzazione di un
matrimonio vuole fregarti, soprattutto quelli che ti affittano la villa e che
fanno la danza della pioggia per non avere lo sbatty di pulire il parco e
venderti a 2.000 € in più il piano nobile della loro polverosa magione.
Ma ok, ormai
è fatta. Il mio consiglio? Fatevi fare un contratto su tutto.
Noi abbiamo
scelto la villa a dicembre, nel ponte di Sant’Ambrogio, quando in 2 gg abbiamo
visitato una decina di ville nel Medio Friuli. Pochi sbatti, eravamo spolpati
dalla ristrutturazione e non abbiamo pensato di fare nemmeno una scrittura
privata che ci avrebbe di fatto facilitati a 7 giorni dal matrimonio, quando la
padrona della Villa si è inventata qualsiasi extra pur di fare qualche migliaio
di euro in più.
Non posso
parlare del matrimonio senza però prima fare una doverosa parentesi dedicata al
mio addio al nubilato.
Dovete
sapere che fino all'ultimo momento, non credevo nemmeno che ci sarebbe stato un
addio al nubilato.
Perché io ho
un carattere un po’ del cazzo, ho amiche sparse per il mondo e tutte da contesti
diversi: ho la Barbara che sta a NY, ho la Giulia che sta a Trieste ma gira
continuamente mezza Europa ben più della Ferragni, ho la Juliett che fino a 7
mesi fa stava a Londra, poi è tornata a Udine e ora è a Milano e poi c’è la
ritrovata Giada, mia –letterale- compagna di merende ai tempi dell’università
che vive a NY da almeno 8 anni.
Poi ci sono
altre amiche sparse sul territorio milanese che arrivano da gruppi e gruppetti
diversi e un’altra che
sta in Francia.
Insomma,
pensare ad un addio al nubilato per me era impossibile perché già essere
presenti il 9 luglio, venendo dall’estero, poteva essere un sacrificio.
Aggiungerci anche l’addio al nubilato sarebbe stato chiedere troppo.
Invece
l’animo un po’ Kim Jong-un di Juliett ha fatto in modo che una buona rappresentanza delle mie amiche si ritrovasse allo stesso posto e alla stessa ora una settimana
prima del matrimonio per farmi passare la più bella domenica della mia vita.
Juliett
ha organizzato con un’attenzione militare ogni dettaglio: ognuna di noi
ha avuto una goody bag a tema che conteneva infradito, fascetta per capelli,
limetta per unghie, occhiali da sole e guanto esfoliante. Mi hanno organizzato
una giornata alle terme a base di canzoni di Beyoncé e caipirinha e una
raffinatissima serata alla Terrazza Triennale, un meraviglioso ristorante con
vista sul Parco Sempione.
Ph. Giada Paoloni
Devo dire
che la parte più emozionante in questi mesi di organizzazione è stata sentire
come si stavano preparando al matrimonio tutti gli altri: amici, parenti, familiari.
Sentire quella lieve tensione, quel desiderio che avevano tutti di arrivare al
9 luglio al meglio, mi ha fatto stringere il cuore di tenerezza.
Mio padre,
82 anni, che si svegliava alle 5 di mattina per pulire il porfido del vialetto di casa.
Mia madre,
72 anni, che si rimbalzava tra negozianti, pasticcerie e fioriste per
organizzare il rinfresco la mattina del matrimonio.
Mio zio e
mio cugino che hanno allestito il giardino con i nastri bianchi.
Le amiche
che mi mandavano le foto delle loro scelte degli abiti per la cerimonia.