giovedì 28 luglio 2016

Cronache di un matrimonio zitello

Siete in tante a chiedermelo quindi non posso partire per l’Australia senza prima avervi raccontato com'è effettivamente andata quel benedetto 9 luglio.
Posso dirvi che nelle settimane precedenti ho pregato tutti i santi del paradiso per fare in modo che VA BENE PIOVI, PIOVI TUTTI I WEEKEND DI GIUGNO, MA A LUGLIO NON FACCIAMO SCHERZI. Perché sì, sposa bagnata sposa fortunata, ma anche sposa sudata sposa rilassata.
Partiamo dal presupposto che tanto quanto una ristrutturazione, l’organizzazione di un matrimonio ti cambia dentro.
Non ci sarà mai più nessun matrimonio nella mia vita d’ora in avanti che sottovaluterò in alcun modo, per il quale non verserò in tempo (e prima del matrimonio) il regalo per gli sposi, per il quale non confermerò la mia presenza prendendomela comoda o –figurarsi- annullando all’ultimo minuto (perché sì, c’è chi annulla 48 ore prima del matrimonio e chi, delizioso, nemmeno si presenta). Organizzare un matrimonio soprattutto a distanza è incredibilmente difficile perché, ehm, quando ti sposi tendenzialmente è la prima volta, ma la gente tende a scordarselo poiché tutti mettono per scontato che tu “sappia”.
Sappia che se non richiedi specificatamente che vuoi fare anche l’assaggio della torta, questa non ti viene fatta provare e ti ritrovi il giorno del matrimonio a tagliare un dolce che manco sai a che farcitura avrà.
Sappia che i confetti è meglio comprarseli da soli perché quelli del catering non sono sufficienti e arriverà vostra madre a dirvi “eh, te l’avevo detto di controllare i confetti”.
Sappia tutti i nomi dei fiori a memoria, in latino e meglio di Madre Natura in persona (“Ah no ma certo, la Gypsophila, come no”).
Sappia che il cuscino delle fedi, il libro degli ospiti, il tableau, sono tutti problemi veri, reali e che vanno risolti nel più breve tempo possibile.
Sappia che tendenzialmente qualsiasi fornitore incluso nell'organizzazione di un matrimonio vuole fregarti, soprattutto quelli che ti affittano la villa e che fanno la danza della pioggia per non avere lo sbatty di pulire il parco e venderti a 2.000 € in più il piano nobile della loro polverosa magione.

Ma ok, ormai è fatta. Il mio consiglio? Fatevi fare un contratto su tutto.
Noi abbiamo scelto la villa a dicembre, nel ponte di Sant’Ambrogio, quando in 2 gg abbiamo visitato una decina di ville nel Medio Friuli. Pochi sbatti, eravamo spolpati dalla ristrutturazione e non abbiamo pensato di fare nemmeno una scrittura privata che ci avrebbe di fatto facilitati a 7 giorni dal matrimonio, quando la padrona della Villa si è inventata qualsiasi extra pur di fare qualche migliaio di euro in più.

Non posso parlare del matrimonio senza però prima fare una doverosa parentesi dedicata al mio addio al nubilato.
Dovete sapere che fino all'ultimo momento, non credevo nemmeno che ci sarebbe stato un addio al nubilato.
Perché io ho un carattere un po’ del cazzo, ho amiche sparse per il mondo e tutte da contesti diversi: ho la Barbara che sta a NY, ho la Giulia che sta a Trieste ma gira continuamente mezza Europa ben più della Ferragni, ho la Juliett che fino a 7 mesi fa stava a Londra, poi è tornata a Udine e ora è a Milano e poi c’è la ritrovata Giada, mia –letterale- compagna di merende ai tempi dell’università che vive a NY da almeno 8 anni.
Poi ci sono altre amiche sparse sul territorio milanese che arrivano da gruppi e gruppetti diversi e un’altra che sta in Francia.
Insomma, pensare ad un addio al nubilato per me era impossibile perché già essere presenti il 9 luglio, venendo dall’estero, poteva essere un sacrificio. Aggiungerci anche l’addio al nubilato sarebbe stato chiedere troppo.

Invece l’animo un po’ Kim Jong-un di Juliett ha fatto in modo che una buona rappresentanza delle mie amiche si ritrovasse allo stesso posto e alla stessa ora una settimana prima del matrimonio per farmi passare la più bella domenica della mia vita.
Juliett ha organizzato con un’attenzione militare ogni dettaglio: ognuna di noi ha avuto una goody bag a tema che conteneva infradito, fascetta per capelli, limetta per unghie, occhiali da sole e guanto esfoliante. Mi hanno organizzato una giornata alle terme a base di canzoni di Beyoncé e caipirinha e una raffinatissima serata alla Terrazza Triennale, un meraviglioso ristorante con vista sul Parco Sempione.



Devo dire che la parte più emozionante in questi mesi di organizzazione è stata sentire come si stavano preparando al matrimonio tutti gli altri: amici, parenti, familiari. Sentire quella lieve tensione, quel desiderio che avevano tutti di arrivare al 9 luglio al meglio, mi ha fatto stringere il cuore di tenerezza.
Mio padre, 82 anni, che si svegliava alle 5 di mattina per pulire il porfido del vialetto di casa.
Mia madre, 72 anni, che si rimbalzava tra negozianti, pasticcerie e fioriste per organizzare il rinfresco la mattina del matrimonio.
Mio zio e mio cugino che hanno allestito il giardino con i nastri bianchi.
Le amiche che mi mandavano le foto delle loro scelte degli abiti per la cerimonia.


Sicuramente non abbiamo avuto una gestione impeccabile alla Enzo Miccio, però abbiamo cercato di fare del nostro meglio, organizzandoci come potevamo per riuscire ad avere tutto quello che avevamo pensato (musica, allestimento, bomboniere) e "come" l'avevamo pensato.
Come vi racconteranno sempre tutti quelli che si sono sposati, una settimana prima del matrimonio succede tutto quello che non è successo nei 7 mesi precedenti.
Documenti per la chiesa (ah, ne mancano ancora?), libretti per la chiesa (visto l’impegno e la fatica che mi è costato, considero il libretto al pari della mia tesi di laurea), stampa le etichette per le marmellate, controlla l’impianto stereo, le casse, i fiori, la ceretta, le lampade, il ciclo, il ritiro dell’abito, chiedi le ferie, chiudi tutto prima delle ferie, salda tizio, salda caio, salda sempronio, salda, salda, salda!

La sera prima io e Diego, come nelle migliori tradizioni, abbiamo dormito separati.
Io ho avuto un secondo addio al nubilato con le mie amiche, dette “Le Fatine” perché mi hanno ricordato le fatine della Bella Addormentata. Non mi hanno lasciato MAI sola, nemmeno per un secondo.
Mi hanno portato collane di fiori, dolci, palloncini e hanno tappezzato il Paesello di manifesti “LA ZITELLA SI SPOSA”.
Se la notte prima ho dormito?
Sì, con una sveglia abbastanza presto ma nulla di anormale rispetto al solito.
Al risveglio ho avuto la CERTEZZA DEFINITIVA che ci sarebbe stato il sole e l’ho preso come il regalo di nozze di una persona molto speciale.
Era tutto perfetto. Anche il fatto che avessi inavvertitamente dimezzato i fiori in chiesa per aver sbagliato i conti con la fiorista (ehy, sono pur sempre bionda!) alla fine non mi importava poi molto. I fiori che ho abbiamo scelto erano delle nuvole di velo da sposa. 
Poche nuvole, ma pur sempre nuvole.

La mattina del matrimonio è più o meno volata. Ho avuto una decina di minuti in cui mi sono sdraiata nel letto della mia camera, con la maschera al gel decongestionante sugli occhi a riflettere su quelle mie ultime ore da “single”.
Ho pensato a quante volte ho creduto di rimanere sola per sempre. Ho pensato che l’ho sempre pensato seriamente. Ho pensato a quanto la mia vita stava cambiando in quella giornata. Ho pensato ai miei genitori, a ciò che quella giornata stava rappresentando per loro e per me. Ho pensato a Diego. Mi sono chiesta se è quello giusto. Ho pensato che adesso penso che lo sia, ma ho pensato anche che sicuramente arriverà il momento in cui penserò di essermi sbagliata. Ho pensato che non si può avere la certezza di nulla nella vita, ma sono certa che qualsiasi cosa succederà voglio rimanere e lottare. Ho pensato che voglio lottare tutti i giorni e confermare la mia scelta.

Verso mezzogiorno sono andata dalla mia amica Sara che mi ha provvidenzialmente curato ovviamente tutto ciò che era trucco e parrucco.
Il rapporto che ho con Sara ve lo posso riassumere così: mi fido così tanto di lei che al giorno delle nozze ancora non sapevo che acconciatura avrei avuto.
Avevamo fatto una prova durante la quale abbiamo provato 5/6 acconciature, ma nessuna ci aveva soddisfatto completamente. Avevo una veletta ma non la volevo fissare ad un fermaglio gioiello o cose del genere perché ho una massa di capelli tale che sarebbe risultata eccessiva. Il raccolto doveva essere elegante ma un po’ sfatto, doveva essere alto ma non gonfio, dovevo sembrare pettinata ma non apparecchiata.
Il trucco è stato naturale sui toni del rosa e con un tocco di polvere luminescente sugli zigomi.
L’unica necessità dell’acconciatura era che fosse “reversibile”, che mi consentisse ad un certo punto della giornata di scioglierli perché avevo acquistato un diadema e volevo indossarlo a capelli sciolti.
E anche perché non reggo i capelli raccolti per molto tempo.

Sara nel giro di una ventina di minuti mi ha fatto l’acconciatura che avete visto. Perfetta in una maniera che solo le opera realizzate di getto possono raggiungere.
Era elegante, semplice, raffinato. Era uno chignon, una banana, un raccolto con qualche ciocca sciolta.
Era perfetto, forse il miglior raccolto che le abbia mai visto fare.



Una volta a casa, dopo un’oretta in cui le Fatine hanno zompettato per casa mia truccandosi e pettinandosi come se ci stessimo preparando per il ballo di fine superiori, è arrivata la fotografa.
Contemporaneamente anche la mamma e il papà hanno cominciato a prepararsi e lì, ciao, ho cominciato a piangere.
E’ raro per me vedere mio padre in giacca e cravatta, ancor di più è vedere mia madre con lo smalto alle mani e con una blusa elegante addosso. Nel momento in cui mia madre ha cominciato a puntare la bottoniera alla giacca di mio padre ho cominciato a commuovermi.
Non chiedetemi perché, non lo so. O forse lo so ma è una questione troppo intima per condividerla sul blog.
Per l’intera giornata sono stata un gavettone di lacrime pronto ad esplodere.
Poco dopo è arrivata l’ora di indossare il mio di abito.
Non sono mai stata seminuda davanti a così tante persone.
Immaginatemi così, vestita solo di una pancera a pantaloncino Spanx, davanti agli schermi dei cellulari di 4 persone, una fotografa e la mamma.


Ciao Spanx!


Io e mamma prese subito malissimo “La zip, occhio! No che prendi il tessuto, guarda che si tirano i fili! FAI PIANO, NO! NON COSI! SPETTA!”. Io, sempre seminuda.
Infilo, mi tira su la zip.

Sipario.

Barbara scappa subito nell’altra stanza presa dalle lacrime.
Io che guardo atterrita le mie amiche (alcune mi vedevano con l’abito addosso per la prima volta).
La mamma che era talmente agitata che nemmeno si rendeva conto del momento, presa dalle questioni operative (“sì, l’ho stirato bene, aspetta, prendi lo strascico, metti le scarpe, mangia qualcosa, arriva la zia, prendi il bouquet”). Papà, nemmeno un pensiero, aspettava pazientemente il suo turno di co-protagonista in sala.




Le Fatine in formazione ufficiale (da sinistra: Giada, Juliett, Barbara e Giulia)


Nel momento in cui le amiche hanno cominciato a piangere, eh, vabbhé, ho (ri)cominciato pure io.
Di nuovo, non ve lo so spiegare perché ai matrimoni si pianga tanto.
Non si piange di dolore.
Si piange per il carico emozionale della giornata. Si piange perché è come se nello stesso istante tu sia tanto bambina quanto donna. Si piange perché ti guardi allo specchio e ti vedi bimba, poi ti guardi riflessa negli occhi appannati dei tuoi genitori anziani e ti senti donna.
In quel momento di lacrime per fortuna si è palesata Sara, tamponando il trucco e aggiustando il mascara.
Nel frattempo in casa sono arrivati alla spicciolata anche le zie, le amiche del paesello, le vicine di casa, i cugini.
Tutti mi guardavano come una madonna. Mi guardavano e piangevano.
E io rimanevo impietrita, commossa, sorridevo, sorridevo, sorridevo (e piangevo).

Casualmente ho notato che in questa foto, alle mie spalle nella cornice, io a 6 anni con i codini, davanti a me sul mobile, la foto delle nozze dei miei genitori. 
E ovviamente, lei è Sara.

Poi è arrivata una mia amica, che è stata anche la mia prima capa/mentore/idola, e sono di nuovo scoppiata a piangere perché non la vedevo da almeno due anni e nel frattempo lei ha avuto una bambina e il fatto che fosse lì, al Paesello solo per me, mi ha fatto letteralmente commuovere perché, dio mio, non pensavo che la gente mi volesse così bene.

Dopo essermi fatta baciare più o meno da tutti e aver pianto ancora un po’, la casa si è lentamente svuotata.
Ho ricordato di nuovo ai miei che “non abbiamo nemmeno fatto le prove per l'ingresso”, ma ormai era troppo tardi.
Ero preoccupata che mamma inciampasse, che papà tirasse dritto, che mi pestassero l’abito, che fossero scoordinati.
Al momento di salire in macchina mi sono ricordata di tutte le volte che ho visto le foto di Kate Middleton o di Jennifer Aniston scendere dalle auto: “strette le ginocchia, Lucia, strette le ginocchia!”.
Arrivati davanti alla chiesa ho visto tutti gli invitati fuori “oddio, la chiesa sarà vuota, perché non sono dentro?” e mi sono resa conto che non sapevo ancora se Diego, in effetti, fosse lì.
Una volta scesa dall’auto con l’aiuto di papà la prima cosa che ho chiesto è stata:


"Diego c'è, vero?"

Ho sentito partire dal fondo della chiesa il canone di Pachelbel.
Ho preso il braccio di papà, ho dato il braccio a mamma e piano piano, sorridendo come mai ho sorriso nella mia vita, mi sono messa davanti alla porta della chiesa.
Ho visto Diego, che rideva da orecchio a orecchio, con gli occhi lucidi a metà della navata.
Ho ripreso a commuovermi.
Abbiamo percorso la navata, Diego ha vigorosamente stretto le mani a papà che ha detto “te la consegno” e a mamma.
Mi ha alzato alla meno peggio la veletta.

Io ero talmente agitata che nemmeno mi sono chiesta perché Diego fosse a metà della navata o perché il prete non fosse alle sue spalle.
Il prete infatti era nell’altare a sinistra, bellamente ignorato dalla sottoscritta, per la prima parte del rito (ehm sì, vi consiglio di farla una prova in chiesa prima del matrimonio) sulla memoria battesimale.
Ero agitata e sull’orlo delle lacrime e allo stesso tempo con il sorriso stampato. Mi sentivo gli occhi addosso di tutti, alcuni li vedevo, altri no. Per tutta la giornata è come vivere in una sorta di capogiro costante, ubriachi di emozioni.
Una volta cominciata la messa ho cominciato a rilassarmi, a mettere a fuoco Diego che stava benissimo nell’abito che io avevo scelto.



Piano piano ho visto i testimoni di lui, ho notato gli addobbi (non volevo i piedistalli, non ho mai detto PIEDISTALLIIIIIIIII), mi sono goduta il coro come se fosse una performance privata di Beyoncé.
La cerimonia per me è volata: gli anelli mi sembra che ci siano stati quasi subito e mentre Diego declamava a gran voce la sua parte di promesse, io timidamente arrancavo con la mia erremoscia e cercavo di beccare la mano giusta perché sì, quella cosa che quando sei lì e devi darti la mano destra e devi infilarlo nella sinistra e poi tu devi prendere la mano destra e metterlo sulla sinistra e stai uno di fronte all’altro e quindi è tutto a specchio è DAVVERO complicato come sembra.
Forse gli invitati dietro di me si stavano squagliando per il caldo, molto probabilmente stavano usando i libretti come ventaglio (avevo pensato all’idea di preparare dei ventagli ma non volevo portarmi sfiga da sola), io di certo non percepivo nulla, se non come piacevole il ventilatore ai lati dell’altare.
Niente “vi dichiaro marito e moglie” di cinematografica memoria, niente “può baciare la sposa” e nemmeno “facciamo un applauso” se non alla fine, dopo le firme, quando eravamo tutti stremati.
Ci siamo preparati per uscire, ho pensato ai conetti di riso che avevo preparato la sera prima, erano 3 kg di riso, basteranno, non sono tanti, dai.
Una volta fuori una tempesta di riso si è riversata su di noi (lo so, la fame nel mondo, i petali, la sostenibilità, la gente si è comprata il riso alla Lidl, a me ha fatto tantissimo piacere), è fatta!
C’erano tutti, tutti lì per noi, questa cosa è stupenda e non ci credi fino a che non la vedi.
Il mio è un paesello piccolo quindi oltre agli invitati c’erano, anche se non li ho esattamente visti, tante persone della “comunità”, gente che conosce da quando ero piccola o che conosce i miei genitori.
E' stato bellissimo essere lì e sentire quell'affetto, davanti alla chiesa nella quale sono cresciuta.


"Bella lì"

Dopo un veloce brindisi nel bar di fianco la chiesa e qualche foto in una location lì vicino (Villa Manin di Passariano), siamo anche noi arrivati alla villa del ricevimento (“oddio la musica, perché non c’è la musica?”) dove finalmente ci siamo goduti l’atmosfera che avevamo sognato per tanti mesi.
La villa che abbiamo scelto mi aveva fatto innamorare perché disponeva di uno spazio al coperto ma proiettato nel parco grazie alle grandi vetrate e poi di questo vastissimo bosco a perdita d’occhio.
L’aperitivo è stato allestito sotto gli ombrelloni e all'ombra degli alberi e in tempo per il tramonto, mentre dalle casse suonava musica degli anni ’60, di Mina, Pavone e qualche classico di Sinatra.
Mentre finalmente ingerivo i miei primi carboidrati dallo scorso maggio (Del frico! Del frico per la sposa!) ho implorato Sara di sciogliermi i capelli per prepararci all’acconciatura con la coroncina perché….
ODDIO DOV'E’ LA CORONCINA?
CORONCINA?
NESSUNA HA VISTO LA CORONCINA?
DOV’E’? ERA SUL MIO LETTO! NELLA SCATOLA! PERCHÉ NESSUNO L’HA PRESA? FATINE?
LA CORONCINA!!1!! EMERGENZA CORONCINA! QUALCUNO VADA A PRENDERLA!

La mia stupenda coroncina, sognata da tutta la vita, sola e impaurita nella desolazione della casa vuota.
E io qua, incazzata fortissimamente con me stessa, per essermela dimenticata a casa.

Ma poco male, Sara cade sempre in piedi.


Cara la mia coroncina, verrai posata forse solo sulla testa di mia figlia un giorno.
Ma parliamo dell’abito: sì, è un Elie Saab per Pronovias. Fino all’anno scorso il buon Elie faceva una piccola collezione di abiti da sposa per la grande catena spagnola che è uscita di produzione a fine 2015 (perché Elie ne ha creata poi una prodotta interamente dal suo marchio).
Come detto nell’altro post, l’abito che ho scelto non è stato amore a prima vista. Ci ho riflettuto, mi sono guardata e riguardata le foto della prova. Ho pensato che in tutti questi anni io non avevo mai visto un abito da sposa come quello. Non che fosse nulla di speciale, ma nella sua semplicità era piuttosto singolare.
Talmente semplice, che nasceva senza il gioiello sulla cintura, che ho fatto applicare successivamente.
Quando l’ho provato a Novembre ho detto alla commessa “Io non voglio un abito da sposa, non voglio un abito da sposa” e lei, carinissima (Maryna, chiedete di lei nel punto vendita di San Pietro all’Orto), “Ma tu lo sai che sei da Pronovias, vero?”. Non volevo qualcosa che urlasse SPOSA PRINCIPESSA a tutti i costi, piuttosto TOH STO ANDANDO A RITIRARE UN OSCAR, PASSAVO DI QUA PER CASO GIA’ CHE CI SONO MI SPOSO.



Lo volevo leggero e in chiffon, lo volevo che camminando nel parco fluttuasse e mi facesse sembrare leggera come un soffio di vento.
Non ho voluto alcun velo ma ho preferito una piccola veletta solo sul viso, senza fermagli e puntata solo con le forcine. Non so se sia stato spirito di emulazione nei confronti del vestito di mia madre (che, guarda caso, era plissettato e indossato con una veletta), anche perché quasi nessuno era entusiasta della mia idea di veletta.
Le scarpe le ho acquistata su Shoescribe a marzo ed erano dei sandali peep toe color platino, perché aborro tantissimo le scarpe bianche (scusate spose del mondo).
Per il bouquet ho chiesto alla fiorista di prendere ispirazione dalla forma del bouquet di Kate Middleton, a goccia e con il manico a “uncino” (come si chiama?). Mi sarebbe piaciuto avere il mughetto ma era impossibile a luglio. Così abbiamo scelto Lisianthus (per gli amici “pisello odoroso”) e la fresia perché, da mia richiesta, doveva essere un fiore piccolo, leggero e perché doveva muoversi. Non dovevano essere tanti fiori stretti e costretti uno contro l’altro, ma fiori che scuotendo il bouquet dovevano muoversi, tanto quanto il mio abito doveva “fluttuare”.
Mi rendo conto che devo essere sembrata pazza “i fiori devono muoversi!” tipo Alice nel Paese delle Meraviglie dopo un cannone….
Il colore scelto per ogni tipo di allestimento è stato il bianco, associato al verde delle piante e a qualche elemento in tinta corda o legno.
Niente eccessi shabby chic, niente fiori di campo (non sarebbe stati molto azzeccati, soprattutto con il mio abito), niente cuori (dio mio, soprattutto niente cuori).
I tavoli avevano tovaglie bianche, sottopiatti in vetro e piccoli vasetti Bormioli con piccolo mazzetti di roselline, velo da sposa e ortensie bianche e verdi a disposizione delle ospiti per portarli via.
Le bomboniere non c’erano, o meglio, avevamo fatto produrre ad un’ottima azienda agricola dalle parti di Mantova (per rispettare anche i natali di Diego) delle marmellate ai lamponi che abbiamo poi personalizzato con i nostri nomi e la data delle nozze.

La cena è stata veloce e a base di tipicità friulane, rivisitate in versione “estiva” e le torte nuziali sono state due: la grande ai lamponi e la piccola al cocco e cioccolato fondente, realizzata dalla famiglia della mia compagna di università, che sono degli ottimi pasticceri.



Pur non bevendo vino e alcolici abitualmente, dopo il taglio della torta, ultimo momento “ufficiale” della giornata, volevo essere lievemente sbronza così, giusto per fare un po’ di festa in più.
Bene, verso le 2.30 ho rubato un Moscow Mule dalle mani di mio marito perché “EHY GUARDAMI! SONO ANCORA LUCIDA!”, salvo poi finire, circa mezzora dopo, a vomitare sui fiori del parco quando per fortuna gli unici testimoni del mio sfascio sono stati solo gli irriducibili della festa, una cosa come circa 30-40 persone.

Non so se capiti a tutte le spose ma se a me non fossero venuti a ricordarmi “guarda che c’è da tagliare la torta” o “ma il bouquet l’hai lanciato?” io non mi sarei ricordata di nulla.
Non sono mai rimasta seduta per più di 8 secondi e tutto è passato così velocemente che per me era impossibile ricordarmi dove-chi-cosa-come-quando.
Mi facevano male i piedi ma non avevo tempo di andare in bagno, dovevo fare la pi ma il pensiero di togliermi lo Spanx me la faceva passare.
Sentivo suonare Bootylicious e T’appartengo e volevo scappare a ballare ma stavo salutando i parenti che andavano a casa. Volevo mangiare un’altra fetta di torta al cocco ma non la trovavo più.
Dell’ultima parte della serata ricordo qualche immagine fugace, qualche flash.
Ricordo che vedevo le mie amiche che parlottavano e che mi venivano incontro sempre sorridendo, chi brandendo un calice di qualcosa (“Luci vuoi bere, cosa vuoi? Te lo porto subito”), chi con l’obiettivo della macchina fotografica sempre al collo come un’estensione del suo corpo, chi semplicemente perché mi vedeva barcollante, chi mi ha aiutato a salire e poi scendere dalla macchina, chi mi ha infilato le infradito per salire in camera.
So che verso la fine ho guardato di nuovo negli occhi tutte le mie amiche e un po’ in lacrime le ho ringraziate nuovamente perché non pensavo di meritarmi delle amiche così, lontane ma vicine. 
Avrete pensato che ero sbronza, forse lo ero, ma non sono mai stata più sincera in vita mia.


Sposarsi è come una sberla, mi rendo conto che essere protagonisti di un evento significa essere come dei direttori d’orchestra che allo stesso tempo devono armonizzare tutti ma anche ascoltare la musica.
Vorrei poter vedere un film della giornata per rivedere meglio in faccia tutti, per stringere ancora mani e abbracciare ancora tutti perché è stata una giornata stupenda.
Sicuramente, come in tutti i matrimoni, qualcuno sarà rimasto scontento ma nel complesso io spero di aver offerto una bella giornata.
A chi è venuto da Mantova, da Udine, da Milano, da Bordeaux, da New York, da Londra, da Treviso e da Trieste.
A chi ha deciso di non venire, per le più disparate ragioni, siano esse state dispetti puri e semplici o problemi logistici.
A chi ha preferito nemmeno fare gli auguri, perché le persone piccole si vedono nei momenti grandi.
A chi non mi conosce, non mi ha mai visto, ma mi ha scritto un messaggio su Snapchat, su Twitter, su Facebook perché mi segue dal 2010 ed era “come se si sposasse l’amica delle medie”.
A chi è venuto e si è mantenuto in un angolo e a chi è venuto e ha ballato sui cubi in giardino.
A tutti, dedico queste tredici buone ragioni per sposarsi.


(Un particolare ringraziamento alla compagnia degli amici di Mantova che hanno scritto, prodotto e ideato questo video per noi).


Tutte le foto professionali di questo post, quando non diversamente specificato, sono di Elia Falaschi e Alice Durigatto.
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42 commenti

  1. "Al risveglio ho avuto la CERTEZZA DEFINITIVA che ci sarebbe stato il sole e l’ho preso come il regalo di nozze di una persona molto speciale." - MERAVIGLIOSA ZIT.
    Ti abbraccio.
    Valerie

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    Risposte
    1. Grazie, per aver colto il riferimento <3

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    2. Il giorno prima del mio matrimonio pioveva, la mattina. Poi la sera, all'arrivo dei primi ospiti, il tempo s'era rasserenato, e abbiamo poututo cenare in giardino come programmato. Il giorno dopo, mi sono alzata e splendeva il sole, e pareva ancora estate, sebbene fossimo all'inizio dell'autunno. anche io l'ho preso come il regalo di una persona speciale.

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    3. Impossibile non coglierlo per chi come me ti segue da tanti anni. Buon viaggio di nozze <3

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  2. Zit, io mi sposo sabato sei agosto (si, nella fresca Valtellina ci si può sposare ad agosto nonostante tutti dicano che ad agosto non ci si sposa) e leggendo il tuo post ho già iniziato a piangere!
    Sei bellissima, siete bellissimi!
    Vero che andrà tutto bene? Si dai che andrà tutto bene anche a me!

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    1. Sarà tutto stupendo, vedrai! EVVIVA IL CATERING A BASE DI BRESAOLA!!11! Non bere troppo, registra nella tua testa ogni immagine! In bocca al lupo!

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  3. E niente lo sapevo sto piangendo

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  4. Cara zit,
    sono una tua assidua lettrice da non so nemmeno io quando e mi hai fatta commuovere.
    L'unica cosa sensata che riesco a dirti è che siete bellissimi (e che, se mai un giorno deciderò di sposarmi, andrò in cerca dell'abito da sposa con una tua foto al seguito!).

    Congratulazioni, ti meriti tutto questo!

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  5. Ciao ex Zit, mi hai fatto commuovere con il tuo post e mi hai ricordato le emozioni ci ho provato io nel giorno del mio matrimonio... Siete bellissimi, tu hai un vestito e un'acconciatuta perfetti!
    Non capisco chi partecipa ai matrimoni con l'aria scosciata, io anche prima di sposarmi ero sempre entusiasta e mio marito è come me. E devo dirti una cosa: nel mio caso non è vero che la nascita di un figlio è il giorno più bello della tua vita, perché sei stanca, dolorante e anche un po' spaventata. Il giorno più bello della mia vita è stato quello del matrimonio e l'ho capito quando, chiudendo la portiera della macchina, siamo andati dalla chiesa alla villa. Lì ho detto: "sono davvero felice". Ovviamente a te auguro infiniti giorni di felicità con Diego, ve li meritate!
    Elisa

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  6. Cara Zit,
    mi hai fatto commuovere ed emozionare con questo post, deve essere stata davvero una giornata speciale! è bellissimo come racconti la tua gratitudine verso le tue amiche e le persone che ti sono state vicino, a mia memoria nessuna sposa prima d'ora aveva descritto questa parte di un matrimonio!
    Tantissimi auguri per questa nuova fase della vostra vita!

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  7. Lacrime cara..questo giorno rimarrà il più bello della tua vita finché non avrai un figlio.(scusate ma ho avuto da poco due gemellini e ho ancora gli ormoni in subbuglio). Il 9 luglio ti ho pensata tutto il giorno,buon viaggio di nozze!

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  8. Rileggere il tuo racconto mi ha fatto rivivere il mio caldo ma bellissimo matrimonio estivo...sono una che come te aveva sempre pensato che sarebbe rimasta sola (e calcola che mio marito all'epoca quando mi conobbe disse sei troppo alta per i miei gusti)é stato bello vedere come in questi anni tu sia cambiata pur rimanendo sempre la stessa (non é un paradosso ma quello che penso)il mio augurio é che continuate a scegliere ogni giorno chi siete e chi volete essere è che continuiate a scegliervi.un abbraccio

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  9. Bellissimo tutto. Bellissimi voi, bellissimo l'abito, stupenda tutta la giornata. Tantissimi, tantissimi auguri ancora!

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  10. É imbarazzante quanto io sia felice per te pur non conoscendoti! Ti seguo da anni ed è davvero bello vedere quanto tu sia felice. Auguri di cuore per una vita insieme meravigliosa.

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  11. Bellissimo leggerti 😊 e sono d'accordo con Rachele, sono in ufficio con gli occhi lucidi e continuo a dire "ma no, sono le lenti!". Congratulazioni e tanti tanti auguri per una vita felice insieme, da una lettrice silenziosa che si sente un po' "amica delle medie"... Grazie per aver voluto condividere questo momento con noi!

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  12. Vabbè ma io ho gli occhi lucidi, Zit, ma come si fa... Congratulazioni, auguri, felicità (Che si dice in questi casi? Non sono pratica)

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  13. maledettahh, ho pianto tutto il tempo leggendo (auguri)

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  14. Ti seguo da tanto e tempo e niente....auguri auguri auguri! Grazie della cronaca la volevo troppo!!!

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  15. auguroni Zit!!! mi fai commuovere :*

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  16. Questo post mi ha fatto sentire un po' parte di questa giornata stupenda, un po' parte della tua vita che condividi con il mondo, ma con eleganza e discrezione, senza urlare ma con ironia. Stesse cose che ho pensato leggendo queste righe. Sono tanto felice per te, Lucia, una luce di gioia anche per noi veramente zitelle per vocazione. Che la gioia di quel giorno edulcori ogni momento difficile del futuro!

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  17. Ti leggo da tanto, lo scorso ottobre ti ho anche incrociato in un locale in via Paolo Sarpi: mi sono commossa a leggere il tuo racconto, grazie per averlo scritto e congratulazioni!

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  18. Bella Lucia! Mi accodo ai commenti delle altre, anche io ti leggo da anni e ti sento vicina "come un'amica delle medie", mi sono commossa a leggere questo post! Congratulazioni a te e a Diego!

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  19. Questo post mi ha fatto commuovere!! Tantissimi auguri agli sposi!

    ps.tu sei stupenda e anche le acconciature!!
    Baci

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  20. Zit! ti seguo sempre! Tanti auguri a voi! ma le tue amiche vestite di nero? Forse loro il tuo blog non lo seguono.. :-)

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  21. Congratulazioni ancora una volta. Grazie per aver condiviso anche con me il tuo bellissimo giorno. Macsib.

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  22. "Al risveglio ho avuto la CERTEZZA DEFINITIVA che ci sarebbe stato il sole e l’ho preso come il regalo di nozze di una persona molto speciale."
    Mi sono commossa.
    Congratulazioni Zit, è stato un racconto bellissimo ed è come se anche noi "amiche delle medie" immaginare fossimo state lì.
    E grazie anche deo tuoi consigli, perché sto cominciando a preparare il MIO matrimonio!
    Un abbraccio grandissimo!

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  23. Ti seguo silenziosamente da anni, ma stavolta non potevo non commentare.
    Semplicemente fantastica, emozionante, bella, vera...semplicemente zit!
    Tanti auguri

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  24. bello
    punto
    perché alle volte una parola riassume tutto
    e quello che racconta il post è bello

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  25. Bellissima, come in un sogno! Leggendoti ho riprovato tante sensazione del nostro giorno...soprattutto che é volato!
    É come una favola e lo deve essere davvero, perché é l'inizio di un nuovo capitolo assieme<3
    Un abbraccio enorme!

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  26. Quanti lacrimoni, ma soprattutto, dopo aver visto il risultato della tua super dieta su snapchat, chi te l'ha fatto fare di mettere lo spanx? Buon viaggio!

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  27. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    Risposte
    1. Mi sposo tra un mese e capisco tutto quello che hai scritto per il PRE.
      Abbiamo gli stessi fiori per la chiesa, spero di non aver sbagliato i conti!!
      Anche io erremoscia club, paesello da 1200 abitanti.... mi ci rivedo molto nel tuo post...
      Ho cercato scarpe come le tue in lungo e in largo ma alla fine rpesa dal panico del ritardo (perchè non le trovavo) ho preso un sandalo bianco da sposa (BIANCO OTTICO, su un abito avorio) che odio già prima di indossarlo.

      Ma..parliamo di questo gel decongestionante!

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  28. che meraviglia! Io ho incontrato il tuo blog ad inizio 2011, mentre cercavo online immagini di vestiti da sposa per il mio matrimonio. Io, chiamata da sempre la zitella acida (giuro), che vedevo un futuro pieno solo di gatti, mi sposavo...ed ecco che incontro il blog di un'altra zitella, e quindi anima gemella, e mi appassiono al suo modo di scrivere, di raccontare le storie, di raccontare di sè. Ho pianto nel post che parla di chi il nove luglio le ha donato il sole, mi sono immedesimata così tanto nel post in cui ci raccontava di quel suo amore tormentato. E adesso leggo di questo giorno bellissimo e mi commuovo un po' per tutta la gioia di una persona che non conoscerò mai ma a cui anche io, come molte altre su questo blog, mi sono affezionata tantissimo. Auguri Zit!

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  29. Congratulazioni!!!
    Bellissimo l'abito, bellissime acconciature, bellissima tu!
    Meravigliose le foto.
    Buona vita.

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  30. Ommioddio, ho adorato ogni parola che hai scritto!
    E che bello il vestito!
    E che figata l'Australia!
    E che...
    Tanti auguri, dal cuore.

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  31. Auguri, io giuro rimarrò single non mi sposerò mai più neanche se oggi Leonardo di caprio venisse a implorarmi in ginocchio, gli direi- leo scusa non so mentire, troverei già sull altare che non hai il sorriso di Matt damon , il naso di jude law, il conto in banca di Steve jobs .... Insomma le mie lacrime sarebbero di insoddisfazione, di sconfitta, di aver fermato il mio cielo, e aver messo una bandierina sulla montagna sbagliata invidiando il giorno dopo le single.

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  32. Mia sorella si è sposata il 25 giugno, io mi sposerò il 6 Maggio (e fa stranissimo dirlo). Mentre giravamo per il suo vestito ci chiedevamo: chissà la Zit che abito sceglierà? (siamo tue lettrici assidue da anni)...Auguri auguri auguri da due sorelle che si sentono tue amiche delle medie!

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  33. Tantissime congratulazioni, mi hai fatto commuovere. Anche io sono una dalla lacrima facile ai matrimoni. Buona fortuna per tutto e grazie di aver condiviso tutto questo con noi.

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  34. Mi sono commossa...e non ti so spiegare il perchè,ma forse non c'è bisogno di farlo ;)Tanti auguri

    angy

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  35. Sposa meravigliosa e ADORO la veletta! Auguroni! :**

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  36. Zit, ma ti andrebbe (please please pleeeeease) di fare un post su qualche blog interessante?
    Tu che leggi?

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  37. Scusa se commento sul post sbagliato ma ho appena letto un tuo vecchio post sulla brutta esperienza alla mangiagalli di Milano e mi chiedevo se potessi dirmi il nome della dottoressa. Perche quando googlo il nome della mia esce proprio il tuo articolo...

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