Sofia Bronzato nasce nel 1989 si laurea a pieni voti in
Medicina e Chirurgia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. E’
medico chirurgo esperto in nutrizione clinica ed in patologie correlate alle
abitudini alimentari.
La dottoressa riceve nel suo studio a Milano in via Lambro
12 oltre che a Verona e Varese dove si occupa di nutrizione clinica e medicina
estetica. Per info e prenotazioni questi sono i suoi recapiti: tel.
340-6646012 mail
sofia.bronzato@hotmail.it ma vi
consiglio di seguirla su
Instagram perché pubblica sempre delle ottime ricette!
IL RUOLO DELLA NUTRIZIONISTA
Cosa fa una nutrizionista e che
differenze ci sono con un dietologo e un dietista?
Il dietologo che si è specializzato in scienze
dell’alimentazione così come il medico nutrizionista sono entrambe le figure
professionali che si occupano della gestione completa dei disturbi connessi
all’alimentazione, dalla diagnosi alla terapia, mediante la prescrizione delle
indagini più utili e la costruzione di programmi nutrizionali sul paziente.
I biologi nutrizionisti sono laureati in scienze biologiche,
iscritti a un albo professionale e possono prescrivere autonomamente diete. I
biologi non possono però prescrivere esami del sangue (es. non possono
chiederti di portare gli esami del colesterolo perché non sono medici e non
possono richiedere esami) e non possono darti terapie di nessun tipo. Possono
visitarti, misurare il tuo metabolismo basale etc e su quello prepararti una
dieta. Ma, nel caso tu andassi da loro e mostrassi un’ipercolesterolemia o un
disturbo tiroideo non potrebbero prescriverti la terapia adatta. L’esercizio della loro attività è vincolato a
dei limiti e alla necessità di integrare le proprie competenze con competenze
prettamente nutrizionali. Anche in questo caso, come per i Dietisti, le
attività possono andare al di là della libera professione e dei percorsi di
dimagrimento, come l’educazione alimentare e la ristorazione collettiva.
Un dietista ha conseguito una laurea in dietistica e può
fare diverse cose tra cui lavorare al servizio di un medico compilando diete
sotto prescrizione (il dietista non può fare nessuna dieta che non sia
prescritta da un medico), può lavorare nell’ambito dell’igiene e
dell’istruzione del corretto modo di alimentarsi.
Quello che consiglio è quello di rivolgersi a professionisti
completi: il medico nutrizionista o medico dietologo svolgono senz'altro questo ruolo.
Quali sono gli strumenti che una nutrizionista ha a
disposizione per aiutare una persona (piano alimentare, test intolleranze,
dieta, rieducazione alimentare, consigli sportivi)?
La visita è il momento più importante dell'incontro, in cui
si raccoglie tutta l’anamnesi del paziente, ossia le abitudini, la sua storia
famigliare, quella patologica pregressa e recente, si esegue l’esame obiettivo,
si raccoglie il diario alimentare di 7-10gg.
L’esame obiettivo consiste nel visitare fisicamente il
paziente, capire sintomi e valutare eventuali segni fisici correlati. Il medico
può avvalersi poi delle analisi del sangue, di esami strumentali utili (può per
esempio prescrivere una gastroscopia qualora il paziente soffra di sintomi
correlabili a un reflusso gastroesofageo), di test per valutare eventuali
intolleranze e/o allergie. A questo proposito, state attenti al grande business
dei test per le intolleranze: non esistono test sulle intolleranze validati che
non siano il Breath test al lattosio, al lattulosio, al glucosio, al fruttosio
e il test per la celiachia. Esami
dell’iride, del capello, della pelle, l’analisi della goccia di sangue in
farmacia, sappiate che se li avete fatti non hanno alcuna valenza
scientifica. È utile inoltre misurare le
circonferenze e le pliche adipose, bisogna calcolare il metabolismo e il
livello di attività svolta giornalmente dal paziente, stimare la composizione
tissutale (massa magra e grassa) e tenere monitorati tutti questi dati e anche
su questi costruire la dieta.
E’ impossibile uscire dalla visita con il medico
nutrizionista con una dieta in mano: la dieta va preparata sartorialmente
seguendo le abitudini alimentari del paziente e proponendo soluzioni o
alternative che lo aiutino a gestirsi bene in base alla vita quotidiana (sapere
ad esempio in che ristoranti mangia a pranzo, se si fa la schiscetta e come
consigliarlo). Esistono i programmi che ti aiutano in questo senso ma dopo una
visita particolareggiata dove richiedi storia personale, patologie, diario
alimentare etc presentare un foglio stampato che non tiene conto dei gusti,
delle abitudini e delle necessità del paziente sembra quasi una presa in giro,
no? E’ vero anche che poi ti ritrovi la sera e devi scrivere 20 diete diverse
però almeno così sei veramente utile. In ogni dieta devi dare alternative
(prima di andare a letto se ti viene fame mangia questo, se sei sotto stress
mangia quest’altro etc). Devi rispettare le abitudini e i gusti del paziente il
più possibile.
Inoltre è importante la varietà: cambiare completamente la
dieta dopo un paio di mesi è fondamentale per non cadere nel tranello della
noia.
Quali sono i più grandi errori che vedi fare?
Nei giovani le diete iperproteiche
caratterizzate da un uso smodato di integratori: se tu assumi proteine in
eccesso rispetto a quanto ne puoi metabolizzare, quello che è importante capire
è che le trasformi comunque in grasso. Con un eccesso di proteine vedi crescere
la tua massa muscolare ma in mezzo a quella si nasconderà un sacco di
ritenzione di liquidi, comunque ci sarà un accumulo di grasso, e soprattutto il
fisico produrrà molte scorie azotate affaticando reni e fegato e accumulerà
molte molecole proinfiammatorie esponendo il fisico a un rischio maggiore di
patologie cardiovascolari e tumori.
Una dieta corretta deve essere isoproteica (iso=giusto):
0.8-1 g di proteine al giorno per ogni kg di peso
corporeo. E’ quello che ti consente, quando vai a fare attività
fisica, di consumare il glicogeno muscolare, quindi il grasso e poi di
costruire contemporaneamente e in maniera sana il ‘muscolo’.
Un altro errore frequente è quello di non riuscire a quantificare i carboidrati che
vanno assunti tutti i giorni. Spesso per
difficoltà a introdurli in maniera corretta si tende ad eliminarli. Se
ci pensi, quando si tratta di grassi, mentalmente si è radicato lo stigma che
troppo olio o troppo condimento sia dannoso per la salute. Per i carboidrati
invece si fatica ad entrare in questa stessa modalità di pensiero e quindi
piuttosto si ‘tagliano’ dalla dieta. Per gestirsi anche nella preparazione dei
pasti in ufficio (le schiscette) è utile congelare i cereali cotti e
porzionati. Se fai cuocere 350 g di farro (riso integrale, riso venere, quinoa
etc) e poi lo metti in un contenitore, potresti avere qualche problema nel
porzionare la giusta quantità per il resto della settimana. Se invece lo metti
in congelatore già porzionato e lo tiri fuori la sera prima, sei a posto.
Altro errore è legato alla scarsa
varietà nei carrelli della spesa e in cucina: se mangi tutti i
giorni la quinoa con i broccoli poi ci credo che di notte ti sogni la
carbonara. Ogni mese e mezzo o due la dieta andrebbe completamente cambiata.
Per questo è importante sapere cosa ti piace, perché se io ti metto la zucca e
a te fa schifo poi come fai?
Infine spesso devo intervenire sulle
combinazioni scorrette all'interno del pasto: ad esempio vedo spesso
pazienti pensare che i legumi possano sostituire da soli una proteina animale.
Non è vero, è necessario completare la proteina con un cereale.
IL MONDO DELLE DIETE E DEGLI ZUCCHERI
A quest'età sono stufa di parlare di diete. È possibile
dimagrire senza imbarcarsi nell'ennesimo regime dietetico?
È il concetto di dieta ad essere sbagliato: si pensa che sia
qualcosa di temporaneo. Invece sono le abitudini che vanno cambiate e bisogna
allenare il proprio equilibrio, basta pensare a chi resta nel proprio peso
forma stabilmente. Le persone normopeso non sono a dieta ma si sanno gestire,
in questo modo possono mangiare senza soffrire, senza rinunce particolari e
godendosi un po’ di tutto ma con moderazione.
Per dimagrire bisogna abituare il fisico a mangiare meno di
quello che si mangia abitualmente, che evidentemente è troppo rispetto a quanto
si consuma. E’ l’idea stessa di farlo solo per un periodo che è sbagliata (lo
faccio per una settimana, per un mese, il mese prima del matrimonio…). Calcola
che ogni volta che ci sono fluttuazioni del peso, crei infiammazione. Ecco
perché nella dieta ci devono essere almeno uno o due pasti liberi, compensati
ad esempio da un giorno prevalentemente con due secondi piatti ai pasti
principali. Se tu un giorno ti lasci andare alla pizza e al gelato, devi avere
in te comunque la possibilità di correggerti, quindi un giorno potresti stare
più leggero riducendo la quota di zuccheri e carboidrati. Un giorno quindi un
po’ iperproteico per un po' di libertà in più rispetto alle necessità
caloriche, però UN GIORNO.