giovedì 19 settembre 2013

Un compleanno a Parigi

Diciamolo: sono fottutamente fortunata.
E' giusto, va detto quand'è così perché quando non lo sei ti stanno in culo quelle che lo sono. Quindi diciamolo, metto le mani davanti e mi preparo: non è da tutti festeggiare i 30 anni a Parigi.
Ce lo si aspetterebbe da gente che fa le feste dei diciottesimi con le ragazze in lungo e i ragazzi in smoking, non da chi ha festeggiato con 3 amiche nella pizzeria del Paesello.
Incredibile combinazioni di fattori: qualche soldo da parte, un fidanzato disponibile e un capo altrettanto generoso da concedermi 2 giorni di ferie a poca distanza da quelle estive (in prossimità della fashion week, poi).
Raga, mi è andata di culo.

E mica poteva andare tutto bene no? ENNO'! Infatti a Parigi pioveva.
E quale immensa gioia potrà mai essere visitare una città sotto la pioggia?
Quale immensa gioia potrà mai essere visitare una città sotto la pioggia con un fidanzato CHE SI LAMENTA?
Quale immensa gioia potrà mai essere visitare una città sotto la pioggia, con un fidanzato che si lamenta e delle scarpe SCOMODE COME LA MORTE?

Ma procediamo con ordine: alla mezzanotte del 12 settembre cosa stavo facendo? Piangevo. 
Perché cosa si fa ai compleanni? Si piange, ma è ovvio.
In realtà in passato ho sempre pensato che piangessi perché mi sentivo sola, mi sentivo triste in una giornata in cui avrei dovuto essere se non la regina, almeno la principessa.
Ho capito però che nonostante il caldo abbraccio del fidanzato certe lacrime non se ne vanno, perché il tempo che passa e scivola di mano è una paura che va oltre il timore di essere soli, è la realizzazione dell'impotenza di fronte a certi eventi della vita. Anzi, credo sia una reazione al menefreghismo del tempo che passa, nonostante tutti gli eventi e le persone che ancorano al passato.
E' semplice senso di colpa rispetto alle persone che non ci sono più, perché non ti immagini arrivare a certe tappe della vita (i 30 anni per una donna sono una tappa decisamente importante) senza alcune persone al tuo fianco.

Fatto il necessario e tradizionale piantino quindi, siamo partiti all'alba verso Parigi e prima di ora di pranzo stavo già mangiando un panino al burro da Paul al Charles De Gaulle.
In questo viaggio potevamo essere in due come in 200, ero organizzata come un foglio Excel e per questo mi sento di ringraziare il mio fidanzato che non si è preoccupato di N U L L A durante la preparazione di questo viaggio: né la scelta della casa, né dei voli, né dell'itinerario. Modalità Vergine Cacacazzi – ON.
La casa era a Montmartre, in una via non proprio raccomandabile ma nemmeno il Bronx, di fatto girato l'angolo e fatti i tradizionali 224 gradini avevamo il Sacre Coeur.
Grazie ai vostri suggerimenti, ai vostri itinerari (talvolta pure segreti!), mi ero stilata una lista delle cose da fare e da vedere che ovviamente non è stata rispettata del tutto ma è stata un buon canovaccio.
[Ho mangiato solo nei ristoranti che mi avete segnalato ed è stata la mia salvezza!]

Non sono entrata nella Basilica (all'urlo di “NON C'E' TEMPO! NON C'E' TEMPO!”) ma ho fatto un giro per il quartiere, già adocchiando i negozi nei quali sapevo che ci avrei perso almeno un pomeriggio. Sono andata al Muro dei Je t'aime a dirci, ovviamente, JE T'AIME e ho mangiato in certe boulangerie che dovrebbero essere patrimoni dell'Unesco.




Poi dritti ai Tuileries, passerella parigina di streetstyle durante la fashion week, per il resto dell'anno splendido parco (ma sbaglio o ci sono più alberi?) al servizio dei francesi che trascorrono lì qualche ora seduti a prendere il sole (quando c'è) altrimenti a prendere filosoficamente la pioggia e godere dello splendido panorama che va dal Louvre a Place de la Concorde.
Nonostante la pioggia, il grigiore e le mie poche ore di sonno io continuavo a camminare e saltellare su e giù per i viali come una bimba che vede per la prima volta un luna park. Inutile dire che il mio ragazzo faceva fatica a trascinarsi, ma vabbhé Parigi non è per tutti.
Abbiamo fatto “ciao ciao” con la manina al Louvre e abbiamo cambiato sponda della Senna passando sulla Rive Gauche e percependo chiaramente l'aria più creativa, bohemien e romantica della riva preferita da Yves Saint Laurent.



Nonostante la coda siamo entrati al Museo d'Orsay piuttosto velocemente, rinunciando a malincuore all'Orangerie che era nei miei piani iniziali, ma comunque godendo di moltissimi Degas, Monet e Manet.

Siamo usciti dal museo più stanchi di quando ci siamo entrati e ci siamo diretti verso Il Mio Regalo di Compleahahahah. Come anticipato volevo andare da Goyard con il mio gruzzoletto per comprarmi un portafoglio. Bene, il tempo di entrare, vedere i portafogli a 900 € ed uscire come una piccola fiammiferaia.
Pace, amore e tristezza infinita, siamo andati in Place Vendome a lumare le vetrine dei gioiellieri più famosi del mondo e a fare gli scemi con le sculture pacioccone.



Dopo un croque monsieur consumato in un bar su Rue de Rivoli troppo abituato a servire i turisti, siamo andati verso Pont Neuf per verificare l'orario di partenza dei Bateaux Mouches.
Nonostante la reticenza del partner sono riuscita ad ottenere il mio posto sul battello più turistico di Parigi e a meravigliarmi per la bellezza di certi ponti parigini che nemmeno ricordavo (tipo questo).
La giornata non era ancora finita e mancava ancora la cena di compleanno, prenotata nel pomeriggio presso Chez Toinette come da consiglio di una di voi.
Le metro a Parigi non sono esattamente come a Milano (della quale non oserò mai lamentarmene avendo visto Roma, NY e Parigi) e oltre al bidet i francesi non conoscono ancora l'uso delle scale mobili. Trovare la linea giusta nel labirinto di cunicoli Saint-Lazare è stato un'impresa degna della Finale di Giochi Senza Frontiere.
Come se non fossimo stati stanchi abbastanza poi, abbiamo bellamente ignorato l'ascensore della fermata di Abbsesses e preso ingenuamente le scale, senza sapere che era una scala a chiocciola INFINITA.
La cena è stata ottima e ho finalmente assaggiato i famosi formaggi francesi e il foie gras che è stato alla base della mia alimentazione parigina per 4 giorni.

Il secondo giorno era pianificato a Versailles, ma non prima di una ciccionissima colazione da Le Pain Quotidien ampiamente documentata su Instagram.
Dopo aver dato uno sguardo al Moulin Rouge (non ci facciamo mancare niente) siamo partiti alla volta di Versailles pensando che fosse semplice e invece NO, era venerdì 13, quindi non solo pioveva ma abbiamo pure sbagliato treno (d'altra parte perché segnalare le fermate per una delle maggiori attrazioni turistiche francesi) e infine abbiamo trovato questo:




Se c'è una cosa massacrante a Parigi dopo la risalita della metro con le scale sono LE FILE. Ci sono file per ogni cosa ma soprattutto ci sono file di turisti.
E la leggenda metropolitana del “li compri online così non fai la coda” è vera tanto quanto quella dei coccodrilli nelle fogne urbane.
Tuttavia, come per il Museo d'Orsay corre piuttosto veloce, ma rimane comunque impossibile riuscire ad avere le forze di vedere tutto, di fotografare tutto, di ammirare tutto.
Chevvelodico a fare, sognavo di andare a Versailles dalla gita di III alla Reggia di Caserta.
Per me ogni donna dovrebbe visitare a Versailles. Ogni donna che ha sognato di essere principessa almeno una volta in vita sua.



E' un peccato che abbai (ri)visto Marie Antoinette della Coppola solo ieri sera, come corroborante del mio viaggio a Parigi e non prima di partire perché almeno avrei saputo che la cosa alla quale rinunciare per stanchezza massacrante era il GRAND TRIANON e non il PETIT TRIANON.
Ah ma ve l'ho detto che anche una volta dentro la Reggia le code non sono finite? Perché nel caso foste troppo stanchi per visitare i giardini c'è uno splendido trenino che fa un giro sommario (e credetemi, quando è l'una e non avete ancora mangiato ANCHE UN GIRO PIUTTOSTO SOMMARIO va bene) per il quale dovete aspettare come minimo DUE ORE sotto la pioggia.
E una volta saliti crederete di avercela fatta, crederete che l'opulenza dell'Ancien Régime possa scivolarvi davanti agli occhi senza svegliarvi ma invece NO! NO!
Perché appena voltato l'angolo è di nuovo 

MERAVIGLIA! SPLENDORE! REGINA!

E allora ricomincerete a camminare, i piedi sempre più gonfi, sempre più in procinto di esplodere dalle vostre Superga zuppe, lo stomaco sempre più urlante perché dio non voglia che ci mettano un bar al Grand Trianon! Però poi ci sono quelle stanze, ognuna con una tappezzeria diversa per ogni colore dell'arcobaleno ed è subito CASA DI BARBIE, è subito PRINCIPESSE! PRINCIPESSE EVERYWHERE!
Ma poi corri, corri, vedi un trenino in lontananza, raccogli l'ombrello e corri, la borsa che ti fa da zavorra, la schiena piegata, credi di arrivare al trenino in tempo e ci arrivi MA NO, questo parte semivuoto e ti lascia lì, ancora, inesorabilmente ad
A S P E T T A R E.


Infine sali sul secondo trenino, dici “adesso ce ne andiamo”, passi davanti al Petit Trianon e pensi NO QUESTO NON CE LA FACCIO, TANTO IL GRAND TRIANON ALLA FINE NON ERA NEMMENO STO GRANCHE' e tiri dritto fino al laghetto dove finalmente trovi un bar, paghi due panini 16 Euro e finisci stremata a pranzare alle 16, seduta sulla sponda del laghetto a dare da mangiare alle anatre che diventeranno il patè del re.
[La parte dove rimango profondamente delusa dalla gadgettistica a tema Maria Antonietta all'interno della Reggia ve la risparmio, io che volevo comprarmi tutto il corredo non ho trovato nulla].
Finisce che quando esco leggo un commento su Facebook che dice “Sei andata vero al Petit Trianon? Hai visto che meraviglia la stanza rosa e la stanza azzurra?”.
Erano le 17.30, avevo appena varcato i cancelli di uscita.
Le imprecazioni. Dio mio, le imprecazioni.
Quelle imprecazioni che ti vengono solo quando SAI CHE POTEVI VEDERE UNA COSA CHE SAPEVI DI VOLER VEDERE MA NON L'HAI VISTA.


La mia tabella di marcia prevedeva che la giornata a Versailles ci avrebbe lasciato tempo, modo, voglia e forze di fare la Rive Gauche, i giardini di Lussemburgo e Rue St. Sulpice nel pomeriggio ma quel piccolo cucciolino di fidanzato che ho voleva vedere la Torre Eiffel (giustamente) quindi che si fa? Rinfrancati dal nostro panino rancido ci siamo in messi in coda ad


A S P E T T A R E.

Una volta fatta però è stato bellissimo vedere finalmente lui meravigliato quanto ero io alla Reggia di Versailles. E la vista dal III livello, a 350 m d'altezza vale davvero la pena.




Per il sabato avevo a piano di andare al mercato di Clignancourt ma l'idea di non aver ancora visto la Rive Gauche e di non riuscire a mostrargli il Marais era inaccettabile, così ho rinunciato al mercatino di Woody Allen e ci siamo scagliati in modalità SHOPPING prima a Montmartre, poi a Saint Germain ed infine nel Marais.
Credo che sia fondamentale fare una doverosa premessa: ci sono certi brand a Parigi che noi italiani, ancora impegnati a fare il pronto moda commerciale, non ci sogniamo nemmeno.
Per quanto mi riguarda la Santa Trinità è rappresentata dal gruppo SMCP, che sarà grande quanto un'unghia del mignolo di LVMH di Arnault ma almeno ha cose che posso permettermi (una volta ogni tanto, almeno).
La Santa Trinità sono Maje, il più volte citato Sandro CLAUDIE PIERLOT.

Ora io dico, ma di quelle che mi leggono dalla Francia, CIAO AMICHE ITALOFRANCESI, possibile che a nessuna sia mai venuta in mente di illuminarmi sull'esistenza di CLAUDIE PIERLOT????
C'è questa via a Saint Germain in cui mi sono sentita come una pallina impazzita in un flipper, passavo da una vetrina all'altra, con le pupille dilatate come una tossica.
Dopo che anche il mio ragazzo si è arreso alla straordinaria semplicità e raffinatezza di certi brand francesi (Sandro uomo per la precisione), mi sono tuffata dentro Maje.
Maje è venduto in Italia ma la selezione dei capi è piuttosto triste, un po' come le differenze tra un H&M di provincia e quello di Milano. Non che possa permettermi alcunché di Maje, tuttavia ho trovato questi skinny che sono diventati già SUPERFAVOURITE del guardaroba perché mi fanno delle gambe della madonna e riescono a contenere TUTTE E 3 LE MIE PANCE.
Attraversando la strada poi mi sono scagliata dentro il negozio di Claudie Pierlot.

Claudie, amica, io tvb un casino.
Giuro che non mi importa se le cose che fai sono un po' scoppiazzate da Celine. CHISSENE, veramente.
Ormai tutti copiano Celine. E ringraziamo il cielo, altrimenti noi mortali come ci vestiremmo?
Questo stile francese, così rock chic e così boho, così semplice ma pure sofisticato e mai banale.

DIO MIO 'STE FRANCESI.

Ho provato mezzo negozio: maglie, pantaloni, scarpe (certi stivaletti a Parigi amiche! Altro che per i formaggi e per lo champagne! I francesi dovrebbero essere famosi per GLI STIVALETTI!). Ecco qualche esempio:


Alla fine ho comprato una maglia un po' strana, che ho prontamente pubblicato su Instagram abbinata al turbante di Sine Modus e adesso non vedo l'ora che queste ragazze mi sparino fuori l'autunno inverno che per il Grande Freddo voglio solo turbanti ormai!


Dopo un giro da Kookai e una volata da Pierre Hermè siamo andati a prenderci dell'altra pioggia nel Marais (non potevo non mostrargli Place des Vosges) ma una volta là non sapevo più dove girarmi, dove andare e cosa fare (la pioggia non aiuta la ricerca sulle mappe) ma dio ha voluto che incrociassi sulla mia strada L'OUTLET DI SANDRO (la pioggia non aiuta nemmeno la frenesia da camerino, ma forse devo dare più la colpa al bagel al salmone che avevo appena mangiato).
Ancora non contenti e con le Superga ormai zuppe, i piedi deformati ad un uncino per il dolore, le shopping dei negozi ingombranti come una tavola da surf in città, siamo andati sugli Champs-Élysées.
Ingenuamente ho pensato che se posso gestire il Sephora di San Babila al sabato pomeriggio, posso farcela a gestire anche quello di Parigi. Invece no, non ce l'ho fatta e me ne sono andata al primo muso lungo piantato dall'uomo che non capisce che il divertimento di una profumeria sta nel provare tutto e non comprare nulla.

Che rimane da dire (se non CLAUDIE PIERLOT APRI IN ITALIA, TI PREGO!) sulla città di Parigi?
Parigi è una città che definire bella è riduttivo, anche magica sembra poco.
Parigi è una città che va scoperta, che non è semplice da amare come New York che ti abbaglia con le sue mille personalità. Parigi è una città che è decisamente splendida con il sole, ma con la pioggia ha qualcosa in più. E' facile amare i posti dove c'è il mare e fa sempre caldo, è facile amare i posti dove la gente è amichevole e la città è nuova e moderna. E' più difficile amare una città dove piove spesso, ma quando piove l'oro dei cancelli di Versailles spicca ancora di più sullo sfondo plumbeo del cielo.
E' più difficile amare una città dove scorre sempre l'acqua ai lati della strada (ma perché poi?) e trovi tutto chiuso la domenica. E' difficile amare una città dove per visitarla devi sempre fare la coda.
Ma quello che ti restituisce in cambio sono emozioni che nessun'altra città riesce a dare, riesce a dipingere sorrisi sui volti dei turisti con l'ombrello e il poncho di nylon solamente guardando un piccolo parco come Place des Vosges. Riesce a farti fermare ad ascoltare un artista di strada tra le volte del Marais, riesce a farti mangiare dolci ad ogni ora senza pensare alla linea, riesce a farti risalire dalla metro facendo le scale perché una volta arrivati, nonostante la pioggia, ne varrà sempre la pena.
E' facile innamorarsi delle belle ragazze sempre solari e sorridenti. E' più difficile scoprire invece il fascino di una donna che sorride con parsimonia e che ama stare nell'ombra.
In effetti, le scale mobili non sono effettivamente necessarie. Fare la coda non è così faticoso. Ed è meglio scoprire le cose per caso che cercarle sulla mappa, come se tutto fosse già stato visto da qualcun altro.


Parigi è stata davvero un bellissimo regalo di compleanno.

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80 commenti

  1. Wow...
    (beh, mettila così, il Petit Trianon è la scusa per tornarci al compleanno dei 40 ;-)

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  2. La pioggia...amica fedele di Parigi! Guardavo e tue foto e pensavo che effettivamente e' vero, che piove stramaledettamente sempre!
    Parigi e' stata la mia prima vacanza col fidanzato, eravamo squattrinati studenti e ci siamo fatti tutti i musei aggratis, abbiamo scoperto il tortino di cioccolato e abbiamo fatto la nostra prima foto assieme. Siamo andati a Maggio e giuro che facevano 6 gradi. Ma che dire, Parigi e' Parigi!

    Ma se ti dicessi che Lussemburgo e' una piccola Parigi con le marche francesi tipo Maje, Sandro e Pablo?
    Dai, in un weekend riesci sicuro a visitarla tutta. Ah no aspetta, facciamo che riesci a visitare TUTT la nazione.
    E non ti preoccupare...abbiamo anche noi il palazzo reale <3
    (piu' 7 castelli, of course)

    Tanti auguri ancora Zit <3<3

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  3. Anche io ho pianto alla mezzanotte dei miei 30. Poi dopo non è che sono andata a Parigi, ma va beh, ci sono andata poi e va bene così. E in ogni caso ormai la tradizione è inaugurata, quindi puoi cominciare a fare fogli Excel per il 31 (vorrei altresì precisare che non mi stai sul culo perché sei più fortunata di me ;P)

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  4. Io sono andata a Parigi a diciotto anni. Mi é rimasta dentro e continua a chiamarmi mandandomi continui messaggi consci e inconsci. Non é una città facile ma come hai detto tu é quella che vale la pena di vivere in pieno. J'adore

    Nadia

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  5. mmh, per il portafogli ti consiglio umilmente una cosetta di provincia ma molto molto carina:
    http://www.yurishop.it/ (così ti fai anche una cenetta sul porto...)

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    1. Grande! Io abito a Rimini e Yuri è il mio negozio per borse/portafogli/sciarpe da sempre! :)

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  6. Bellissimo post :)
    Bibikitchen

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  7. Ohh che bel racconto! Sono stata a Parigi un mese qualche anno fa a tentare di imparare la lingua e mi sono innamorata perdutamente di quella città e poi ci sono tornata due-tre volte sparse. Concordo che Sandro e Claudie siano due marche stupende, per fortuna Sandro ora si trova anche alla Rinascente e mi pare stia aprendo dei monomarca a Roma e Milano.

    Per quanto riguarda la pioggia, anch'io fui accolta da essa al mio arrivo, ma sorridevo ed ero cmq felice perchè pensavo a cosa diceva Audrey Hepburn nel film Sabrina :

    "Sapete che cosa si fa il primo giorno che si è a Parigi? Ci si procura un po' di pioggia: una pioggia che non sia troppo forte però, e una persona veramente carina con la quale girare in taxi per Bois de Boulogne. La pioggia è importante perché essa dà a Parigi un profumo speciale, sono i castagni bagnati dicono..."

    Buon compleanno in ritardo :)

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  8. Ciao,

    è la prima volta che ti scrivo, ma ammetto che ti leggo da un pò.

    E' incredibile: anch'io lo scorso weekend sono stata a Parigi per un regalo del mio fidanzato per i cinque anni assieme, con due giorni di ferie dal lavoro e nel weekend quasi al ridosso del mio compleanno.

    Rivedendo le tue foto e leggendo il tuo post, mi pare rivivere quei momenti, anche se sono passati solo pochi giorni.

    Stessa cosa riguarda anche nell'avere un ragazzo disastrato per l'organizzazione: ho dovuto pensare io ai voli, all'albergo e ai giri da fare, che oltretutto per me era la prima volta a Parigi, ma lui no! e lui non si ricordava niente, poteva farmi da Cicerone,e invece niente! 'sti uomini!

    Anch'io a Versailles ho fatto una lunga coda sotto la pioggia, che poi: che senso ha fare la fila per il biglietto(che poi essendo io ancora under 26 e il mio ragazzo con il pass, abbiamo scoperto solo alla fine che potevamo risparmiarci quel 20min di attesa) per poi uscire dal ticket office e fare un'altra fila chilometrica per entrare direttamente al palazzo?
    Fai la fila del biglietto e fai entrare da lì direttamente la gente no?
    Il mio ragazzo sostiene che i francesi amano fare le code. Può darsi!
    Come alla torre Eiffel, due code per salire proprio in cima.



    Sono cose che si fanno.. ma come poi scrivi tu quando arrivi in cima alle scale, ciò che vedi alla fine ti lascia di stucco. E' come salire all'arco di trionfo alle nove di sera, con tutti i boulevard illuminati, la via delle Champs-Élysées, la Torre Eiffel illuminata.. non ti rimane che dire WOW!

    Parigi è magica, anche sotto la pioggia, non c'è verso.

    Quindi merita tantissimo andarci! e 4 giorni purtroppo non bastano per vederla tutta, purtroppo devi rinunciare a qualcosa, ma può essere una scusante per ritornarci di nuovo.

    Ti faccio i miei auguri in ritardo,

    Carol

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  9. "Se c'è una città più bella di Parigi, quella città è Parigi col sole".

    (cit.di una blogger che non ricordo più!)

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  10. Scusa se te lo chiedo...ma la tua mente fashionista come può aver partorito l'insana idea di recarsi a Parigi in SUPERGA? boh...lo zainetto invicta no?

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    1. Cosa mi dovevo mettere, le Louboutin?
      L'anno scorso, quando sono andata a NY (e non ho camminato di certo di meno) non mi avevano fatto decisamente male.

      A proposito dell'Invicta se ce l'avessi a Milano forse l'avrei portato.

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  11. Sei così menosa e poi... METTI LE SUPERGA?!
    Dai che caduta di stile.

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  12. Ciao,
    ti leggo da un po' ma è la prima volta che ti scrivo.
    Guarda, secondo me, quando si va a Parigi è impossibile non macinare chilometri su chilometri a piedi e ne ho avuta la conferma quando andai dal fisiatra per una tendinite che si era presentata in tutto il suo splendore durante il mio primo viaggio a Parigi (grazie tendine grazie), mi disse che anche il suo ginocchio non aveva gradito tutti i chilometri fatti a Parigi ... la seconda volta mi sono salvata perchè ci sono stata di meno e ci sono andata con la mia mamma, che non può fare le maratone :)
    Per quanto riguarda il tempo, io ci sono andata a maggio entrambe le volte e ho collezionato più pioggia a Parigi che a Londra, infatti le foto che ho fatto a Versailles hanno esattamente lo stesso cielo plumbeo ... però appena te ne vai ti dici che vuoi tornarci per vedere quella lista di cose che avevi messo in programma e non sei riuscita a vedere, no?

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  13. Ahahahah, eccerto! Loro quando vanno a visitare una città lo fanno con il tacco 12. Le scarpe di tela per camminare, che caduta di stile! Ma che problemi ha certa gente?

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  14. Secondo me il problema non sono le Superga in sé... ma la combinazione scarpe di tela + pioggia continua!!! Ho avuto lo stesso problema quest'estate a Londra con le Converse, pensavo di rischiare l'amputazione dei piedi, tante erano le vesciche-piaghe formatesi dallo sfregamento della tela bagnata sui miei poveri piedi. Io credo che la calzatura perfetta per camminare in città in mezza stagione o in caso di pioggia sia il biker boot 100% cuoio. Pianta larga, leggero sostegno (tacco largo di 2-3 cm), materiale impermeabile naturale. Certo, poi magari non si risulta super trendy/fighetti/fashion. Ma io quando vado in città come Londra, Parigi o New York, non mi aspetto di essere immortalata da Scott Schuman: il mio unico obiettivo é godermi queste città nella maniera più comoda e piacevole possibile!
    Luisa

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  15. La parte finale in cui spieghi perché Parigi è magica mi ha fatto commuovere.
    C'è un pezzetto di quella città in tutte le persone che l'hanno visitata, in più è la custode di tantissimi miei ricordi. Inutile dire che ci tornerei anche domani. Anche con la neve.

    Buon compleanno passato, zit.
    (Finalmente riesco a commentare!)

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  16. ... e così adesso hai capito perché le maledette francesi sono sempre magrissime e hanno trovato il modo di far sembrare chic anche i capelli arruffati e spettinati: scale e pioggia, quello è il segreto!

    bisous,
    l'Aubergine

    P.S.: la frangetta no, non cedere. Funziona perfettamente solo sulle francesi. L'uomo mio la odia, ma solo quando me la faccio io :D

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  17. mon dieu!
    è stata a Parigi, chissènefrega delle scarpe che aveva, superga o non superga
    Quanto vorrei tornarci anche io, dopo questo racconto poi mi hai fatto venire ancora più voglia, intanto ho preso appunti, poi hai detto bene te "Ed è meglio scoprire le cose per caso che cercarle sulla mappa, come se tutto fosse già stato visto da qualcun altro." (cit.)
    che meraviglioso regalo andare a Parigi....!!!

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  18. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  19. Next time, Manolo Blahnik, Louboutin, Jimmy Choo per tutto il weekend Zit. Un paio al giorno, da alternare. DAI. DAI. (<3)

    Trois allumettes une à une allumées dans la nuit
    La premiére pour voir ton visage tout entier
    La seconde pour voir tes yeux
    La dernière pour voir ta bouche
    Et l'obscuritè tout entière pour me rappeler tout cela
    En te serrant dans mes bras.

    Così, per fare quelle che leggono.

    PS: Scusa ma avevo scritto male Louboutin e già temevo l'attacco degli anonimi. Tipo "Impara a scrivere", metti le infradito se non sai come si scrive Louboutin, blabla.

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  20. Ti hanno commentato anche le Vipere! Prossimo viaggio Blade di Casadei!

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  21. io ti riserverei lo stesso trattamento che fanno alle anatre per ottenere il foie gras :) stupida provinciale!

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  22. Io a Parigi ho vissuto per circa un anno e mezzo, ed ho rischiato di tornarci per tre anni, per andare a lavorare nientemeno che al Louvre.
    Poi le cose non sono andate, e ora mi ritrovo a vivere a Milano. E lo vuoi sapere? Milano mi piace immensamente, ma immensamente, di più.
    Ora dimmi che sono strana! :)

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  23. Ciao Zitella! È da un po' che leggo il tuo blog, soprattutto nei momenti in cui sento il bisogno di un breve momento di svago frivolo, ma non ho mai commentato. Sei davvero brava: mi strappi sempre un sorriso e scrivi molto bene! Questo post mi ha emozionato, sono stata a Parigi il mese scorso con la mia migliore amica e leggerti mi ha fatto provare di nuovo la stessa sensazione di beata spossatezza (noi avevamo addirittura scaricato un'applicazione e calcolavamo ogni giorno i km percorsi: 15 km, in media)!
    In ogni caso, complimenti ancora e scrivi più spesso :)
    Giulia

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  24. Devo dirti una cosa cara Zit, l'aggettivo "acida" ti si addice di più adesso di quando non eri "zitella".
    Ti leggo da un sacco di tempo, dai tuoi post "ma non ce l'hai un'amica etc etc" e ti trovavo davvero divertente, venivo sul tuo blog tutti i giorni sperando avessi postato qualcosa di nuovo.
    Non scrivi male e indubbiamente sei più competente delle varie ferragni e co. in campo moda, però hai questa aria snob e finta umile che innervosisce, e si vede tanto anche su twitter.
    Ti hanno detto delle superga, credo che nessuno pensasse che tu dovessi andare in tacco12, ma effettivamente lo sa anche mia nonna che superga e converse sono delle suole di legno, semplicemente tante di noi sarebbero andate con altre scarpe sempre BASSE (poi, è prevista (immagino) pioggia e vai con le scarpe di tela?). Però ti sei subito indispettita e l'hai dovuto scrivere anche su twitter. Ecco, bastava magari una battuta anzichè fare la permalosona acida.

    Sei una ragazza carina, hai un bel fisico, vuoi postare le tue foto? Benissimo, ma non scrivere ogni santa volta sono brutta-sono grassa-ho la pancia, solo x farti dire MA NOOOOOOOO SEI FIGHISSIMA ZIT dalle tue seguaci (e non).
    Oppure "il post di parigi è lungo, lascio o taglio?": ma cosa pensavi che ti dicessero, taglia? E' ovvio che sono tutte lì a dirti "ma siiiiii zit non vediamo l'ora di leggerlo". Se è una tattica di hype e x attirare attenzione allora ok, spero però la tua non fosse una domanda "seria".

    Insomma, a mio modo di vedere hai cambiato stile e atteggiamento, ti trovavo moooolto più simpatica, piacevole e meno noiosa prima. Poi ovviamente del mio commento fanne quello che vuoi, ma mi sentivo di dirtelo.
    Giulia

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    1. ohhhhhh meno male un commento sensato! ti prego zit basta con le autocommiserazioni su twitter e instagram! sembra di essere tornati alle scuole medie! ma possibile non ve ne rendiate conto?! NO, perchè noto lo fanno in molte! come se una donna che realmente pensasse di avere i coscioni o tre pance si mette davvero lì a fotografarsi a momenti i peli del naso per poi spararli in mondovisione! dai sù!

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    2. Grande, perfetto commento e molto ben argomentato.

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    3. Purtroppo devo sottoscrivere

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    4. Concordo anche io, in pieno, è un peccato zit!
      ciao Lisa.

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    5. Concordo, mi dispiace ma trovo che la Zit si sia un tantino biasizzata ... Silvia

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    6. Sono pienamente d'accordo con Giulia e vorrei aggiungere che avere un blog presuppone (banalmente!) di volere un rapporto, anche di confronto, con chi ti legge (tranne nel caso in cui la convinzione di essere perfetti e superiori spinga a cercare solo riverenze). Ho notato più volte risposte stizzite e saccenti che mal si addicono ad una persona che mi sembrava brillante e gradevole. Anna.

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  25. Zit, scusa, mi sei sempre piaciuta e ho sempre apprezzato il tuo modo di perculare le varie fashion blogger senza talento..Ma una domanda mi sorge spontanea: perchè quasi ogni giorno su instagram trovo dei tuoi like alla Ferragni & Co.?
    Vane

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  26. Penso che Giulia abbia ragione, da quando hai mostrato il tuo volto hai ricevuto tanti complimenti sulla tua, indiscutibile, bellezza. "fighe domani" è stato un vero impegno per te, e sei arrivata ad avere un fisico invidiabile. E lo sai meglio di tutte noi. Ma, ti piace fare la vanitosa come una qualsiasi Biasi o ferragni. Se fossi coerente con quel che dici "taglia 44 e pancia enorme" non pubblicheresti foto in costume, non credi? Eri una di noi.. Una semplice blogger che ne sapeva di moda e l'unica che dispensava e accettava consigli, ora sei una di loro.

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    1. ragazze a volte mi stupisco della vostra ingenuità! non è mai stata una di noi!!!! ha solo cavalcato il malcontento verso la ferragni e company per emergere nella jungla del web!!! lo prova il fatto che adesso stima chiara ferragni e spesso ne apprezza i contenuti!

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    2. Ma cosa ve ne fotte a voi, dio santo! COSA?
      Ma ce l'avete una vita? Andate pure a vedere i like di una Ferragni &Co.?
      LaZit chiede consigli come tutte le donne e cerca consensi come tutte noi.

      Mamma mia siete la pesantezza.

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    3. Come siamo monotematiche, appena si critica ecco che la prima risposta è: ma ce l'hai una vita? Ce l'ho come ce l'hai tu che vieni qui a leggere i commenti altrui. La prossima cosa che vuoi dirmi è che sonosoloinvidiosa e sono cicciaebrufoli?
      Me ne fotte qualcosa in quanto ha sempre puntato il dito su Ferragni e company e poi ti spunta che ogni giorno ne apprezza i contenuti. Evviva la coerenza. Ah, e per la cronaca non vado a spiare proprio nessun like. Basta seguire la Zitella su instagram per sapere le foto che le piacciono. Chiedere consigli e cercare consensi cosa c'entra con la coerenza di cui sopra?

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  27. Oh, grazie.
    Che quando parli di moda io leggo e mi diverto, ma non capisco nulla dell'argomento per cui me ne sto zitto in un angolo. Ma qui si parla di Parigi, e mi è piaciuto molto constatare come uomini e donne possano apprezzarla o meno per motivi diametralmente opposti. Io la trovo bella, ma per niente romantica. Una città è romantica solo in proporzione ai sogni a cui fa da sfondo, ed evidentemente io – ma penso molti uomini – lì ne ho ambientati pochi.

    Mi ha divertito veder incarnata nell'architettura la proverbiale "grandeur" francese, con una generale tendenza a riproporre modelli altrui in forme giganti. Il risultato fa spesso tenerezza da quanto è esplicito, come ad esempio nell’Arco di Trionfo.
    Versailles è un concentrato di sfarzo impressionante, ma esteticamente è orribile: è talmente grande che all’occhio si presenta informe, senza struttura, senza punti di vista possibili, un anonimo quartiere direzionale sommerso nel lusso. Al confronto il Petit Trianon ne esce ancor più come un delizioso gioiellino neoclassico, e anch'io, dovendo vivere a corte, sarei fuggito lì. Ma soprattutto anch'io, vivendo a Parigi, avrei prima o poi sentito il bisogno di ghigliottinare i responsabili di questo enorme, vacuo monumento all’indifferenza per la vita altrui.

    Notre Dame è bella come certe donne, che sono meglio viste da dietro. La Sainte Chapelle è un gioiello assoluto. La Tour Eiffel è un prodigio di ingegneria e architettura, una vera icona del suo tempo. Ma ha poco più di cento anni, e il fatto che ora sia il simbolo indiscusso della città fa pensare che di icone da spendere Parigi non ne avesse poi molte altre. Il Louvre è un signor museo, ma soprattutto un fulgido esempio di politica culturale. Ha il prestigio della grande istituzione, laddove noi non riusciamo a valorizzare manco per un decimo un patrimonio infinitamente superiore. Il d’Orsay è solo un compendio, per quanto eccelso, di una produzione pittorica talmente vasta da aver intasato i musei di arte moderna di mezzo mondo. E in definitiva per me Parigi resterà sempre la città dell’Impressionismo e delle avanguardie, della svolta che ha portato le arti visive nell’era moderna. Ma è una Parigi che purtroppo non si respira più molto.

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  28. È verissimo che non è da tutti festeggiare i 30 anni a Parigi.......anche io li festeggiati li grazie ad una tua assidua lettrice che poi sarebbe la mia fidanzata.

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  29. Zit, non fare come la machedavvero, che da gran simpaticona quale era adesso ha un blog illeggibile.

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    1. Non è questo il luogo, ma vogliamo ricordare la polemica suscitata dalla sua foto in costume dove esaltava i risultati della dieta? Che però era solo per motivi di salute..e allora perchè pubblichi una foto in cui vuoi farti dire quanto sei magra?

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    2. ma che tipo qualche anonimo quando commenta amabilmente abbia le palle di mettere il nome no?

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    3. Sì certo, perché sai che differenza se, anziché commentare come anonimo, firmo il mio commento come Clara, Paola, o Giovanna...la sostanza rimane sempre la stessa. Elisabetta

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    4. Piacere beeinthemartket, io sono Gaia e ho le palle. Adesso sei contento/a?

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    5. E secondo te questo significherebbe avere le palle?? Bah. Firmato: un altro anonimo.

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    6. Anonimo era solo una provocazione per chi ha detto che non firmarsi significa non averle..Non sono certo io a pensarlo.

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    7. miii la mia era comunque una mera constatazione dovuta al fatto che il 90 per cento dei commenti negativi proviene da anonimi, poi scusate se ho aggiunto la parola palle... -.-

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  30. Ah Paris, Paris!!! ❤️ io sono stata a maggio scorso e...mentre ero in fila per il Luovre...nevicava! 😳 Sono tornata innamorata di questa città e...con una tendinite!!! Una stanchezza che ho dormito tutto il giorno seguente al rientro!!!! Ma Versailles non sono riuscita a vederla...tornerò! ❤️❤️❤️ Kiss

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  31. Io amo le Superga, tu sei bellissima in tutte le foto e Parigi é magica!

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  32. io ADORO Zadig&Voltaire! hai visto lo store del Marais?

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  33. Eravamo a Parigi nello stesso periodo :)
    HO un disperato bisogno dei tuoi consigli, vieni sul mio blog http://brioscina-abunintheoven.blogspot.it/

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  34. Zit, senti qua: quello di che scarpe mettere per andare a fare una "city trip" e' un problema.
    Io non sono mai stata attenta alla moda. Mai. Poi ho vissuto insieme a Katarina, una skipper (la bambola) slovacca che mi ha fatto capire che avere il culo grosso (non 44, ma 46 abbondant) non era una scusa per andare in giro con gli stessi vestiti di quando avevo 17 anni (e ne avevo 27). Mi ha fatto scoprire vari outlet e che culone e vestito fasciante non vuol necessariamente dire insaccato come ho sempre pensato. ...ma sto divagando...
    Alla fine di una relazione molto dolorosa mi ha presa per i capelli e mi ha portata di peso a new york. Io non volevo deluderla e non ho portato le fedeli "scarpe da ginnastica" visto che ella voleva fare la new york di sex and the city. Ho portato quindi vestitini e sandali. HO PIANTO. A meta' del ponte di brooklyn i miei piedi sanguinavano. alla fine della vacanza avevo i tendini di achille a un passo da saltare e la cosa che ricordo di piu' di new york e' il mal di piedi e il senso di inadeguatezza. Un FAIL epico.
    Quindi Zit, ti prego, fanne una missione: checcazzo dobbiamo metterci ai piedi per trottare in citta' e ancora essere belline belline coi vestitini e l'aria spensierata e sbarazzina?
    L'interrail - pre Katarina - l'ho fatto con ai piedi i mostruosi "tedeschi", messi anche CON LE CALZE quando faceva troppo freddo. Londra e l'irlanda, con gli anfibi. Il portogallo con i sandali fly-flot (una perlina away dall'essere tedeschi).
    Ora depenno le superga dalle possibili opzioni. Che ci rimane Zit?
    Attendo quindi il "cazzomimetto versione millemiglia a piedi".

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    1. Mi permetto?
      Mi permetto.
      Io propongo il tronchetto con tacco basso (3/4/5 cm). Stai comoda, stai con il culo leggermente in vista (ti stanno bene i jeans che sicuramente indosserai), stai protetta dalla pioggia.
      Bene, ora torno nel mio angolino.
      (Scusa Zit, mi sono sentita di commentare!)

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  35. potrei scrivere mille commenti su ogni cosa che hai scritto e che mi ha fatto sorridere, però sai che c'è?ti dico solo grazie!perchè con questo racconto me l'hai riportata alla mente e fatto battere il cuore, non esiste altra città come Paris...ti entra nel cuore e non ne esce più <3

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  36. "A bad day in Paris is still better than a good day anywhere else." E' la città più bella del mondo *_*
    Io ho vissuto un anno a Parigi e vi posso dire che si cammina tantissimo anche se non si é turisti! Infatti da ottobre ad aprile vivevo con stivali e stivaletti e ho dovuto comprarmi gli Ugg anche se tuttora li trovo antiestetici.
    Per quel che riguarda le file secondo me siete stati sfortunati e forse la tua organizzazione excel ha un po' fallito, perché io in tutti i posti, versailles compreso, ho fatto il biglietto al distributore automatico e non ho dovuto fare la fila per l'ingresso...Forse perché vivendoci ho evitato i giorni più turistici!
    L'unica cosa che mi rimpiango è di non essere mai salita sulla tour eiffel, ma è un'ottima scusa per tornarci anche io per il 30esimo compleanno, forse anche prima, chi lo sa!

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  37. Grazie.
    Grazie perché il to racconto mi ha tenuto compagnia mentre aspettavo l'ennesimo treno in ritardo.
    Grazie perché mi hai fatto riscoprire parigi e mi hai fatto tornare la voglia di vederla.
    E tanti auguri ;)

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  38. Ho dovuto rileggere tre volte l'attacco perché seriamente, a cosa siete abituati se pensate che festeggiare un compleanno a Parigi non sia una cosa comune? (bellissimo, invidiabile, pure io ci tornerei subito, però dai, spacciarla come una cosa quasi da gente altolocata...)

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    1. Infatti....come se viaggiare fosse ancora un privilegio dell'età del Grand Tour. Oggi con compagnie low cost, catene di ristoranti e ristorantini etnici a basso costo, ostelli, ecc., si può andare quasi ovunque in qualsiasi momento senza avere il conto in banca del rampollo del baronetto dell'Hampshire (per dire).
      A Parigi ci sono stata 4 anni fa per un corso di formazione di una settimana a inizio dicembre e, prenotando online tutto quanto a metà novembre, ho trovato volo a 200 euro a/r e ostello a Bastille a 19 euro a notte.
      Non credo che regalarsi un compleanno in una capitale europea sia qualcosa di impossibile per le tasche di gente normale, sempre che non si voglia alloggiare in superalberghi e viaggiare in prima classe.
      Inoltre la rive gauche è la rive gauche per quello che c'è di storia, arte e cultura, non perchè lo dica YSL...

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    2. Siamo abituate a non avere tempo. Siamo abituate a piegare la schiena sette giorni su sette, lavorare a Natale Capodanno e Ferragosto, siamo abituate a spendere quanto guadagnato in IMU IRPEF IRAP e altro, siamo abituate a non poter uscire quando si ha voglia di uscire perchè non si ha tempo e siamo abituate a non festeggiarlo neanche il compleanno perchè ci sono priorità ma soprattutto problemi a cui dare la precedenza e roba come i festeggiamenti per il compleanno vengono dimenticati come le vacanze e come le vacanze dopo le vacanze. Il Lusso di cui si parla è averceli 4 fottuti giorni dopo settimane di ferie, è avere un capo permissivo, è avere le possibilità di partire un'altra volta, il lusso di cui si parla è avere tempo.
      E io che non ne ho di questo tempo, mi son fermata a leggere quelle due tue righe che mi hanno fatto salire un travaso di bile per la tua superficialità e non sono riuscita a trattenermi dal risponderti perchè davvero mi sembra una presa per il culo questa tua sfacciataggine.
      Sei fortunata??? Buon per te, ma non permetterti di dare giudizi (si legge in quel cazzo di Ma a cosa siete abituati ???)su chi non può permettersi di fare certe cose perchè l'ora dei coglioni viene per tutti ricordatelo!!!! Buona continuazione Sandra

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  39. ciao Sandra, forse prima di avere travasi di bile sarebbe meglio leggere quello che è scritto...la Zit non solo parla del lusso del tempo (e hai ragione, ci vuole anche quello!) ma anche del lusso materiale (le ragazze in lungo e i ragazzi in smoking x il 18esimo) che forse è quello che ha fatto storcere un po' il naso ai commentatori.
    sai che penso? che ci continuiamo a far riempire la testa di romanticherie a medio costo: il compleanno con il fidanzato a parigi, il capodanno a new york, il xyz a wxy,...quando nessuno dice mai la verità: che non c'è niente di più bello, divertente e che riempia il cuore del festeggiare alla pizzeria del paesello con le amiche di sempre!
    io la vedo così
    ciaociao

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    1. Punti di vista! Io la pizzeria del paesello io me la lascio volentieri alle spalle.

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    2. ciao, punti di vista appunto, pizzeria al paesello che riempie il cuore, siamo d'accordo, anche per me è il miglior modo di festeggiare, ma sono la persona meno romantica al mondo.
      E' il mio, e credo anche tuo personalissimo punto di vista.
      Non sono qui a far le pulci a nessuno, ma secondo me, intendeva far riferimento all'importanza del festeggiare, che siano i 18 o i 30, e non a quanto investire in proposito....poi non so, a libera interpretazione a sto punto. Ognuno festeggia come meglio crede vicino o lontano dal paesello con o senza gli amici o il fidanzato. Perfettamente d'accordo anche su quanto bombardino con apparenti offerte e romanticherie e imprese eccezionali, che fanno presa su moltissimi. ma aquesto è un altro discorso....
      ciao
      sandra

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  40. Io invece ti faccio i complimenti per aver espresso qualche apprezzamento verso la Ferry, sapendo benissimo che sarebbe stata un'affermazione impopolare ;-)


    Martina

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    1. Veramente non ha mai espresso pubblicamente un bel niente se non critiche.

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    2. Vero, ma mi riferivo solo dibattito su chi metta like a chi su instagram. Traditrice della patria ;-)

      M

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  41. Cara Zit, che dire?
    Parigi è l'esempio di una città che genera molte aspettative e come tutte le cose che generano molte aspettative, si appresta a deluderne alcune. A me piace come città, e per molto tempo è stata la mia città preferita. Alla gita di prima superiore andammo proprio lì. Avevo quattordic'anni, era Parigi, come si fa a non innamorarsene, a non pensare che sia la città più bella del mondo?
    Poi sono cresciuta, ho visto altre città, ho imparato a capire quello che piaceva a me e quello che invece era senso comune e comune giudizio. Parigi mi piace sempre. Ci tornerei appena possibile. Ma sono un po' più disincantata e smaliziata e le città che mi fanno rimanere a bocca aperta sono altre, adesso.
    Detto questo, che bello che tu ti sia goduta Parigi, che ti renda conto che non è così scontato dire "per il compleanno vado a Parigi" perché potresti non avere il tempo, i soldi, la voglia o potrebbero uscire mille complicazioni.
    Ma in realtà il motivo per cui ti ho commentato è per tirarti su: sappi che c'è un posto dove non dico piove sempre, ma NEVICA sempre, le code si fanno anche per salire sugli autobus cittadini o per fare lo scontrino quando ci sono sole due persone al banco, ci sono sempre turisti che non capiscono una mazza, i panini costano SEMPRE 16 euro e oltretutto i vestiti fanno schifo. Questo posto esiste e si chiama Scandinavia, e ringrazia tutti i giorni che il compleanno invece di passarlo qui a comprarti stivali impermeabili e giubbotti col pelo di renna, l'hai passato sotto la pioggia a Parigi! ;)

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    1. In scandinavia lo stipendio minimo si aggira sui 3000€, è tutto proporzionato! E in un paese dove i bambini vanno a scuola da soli, la natura è incontaminata e non esistono i canili perché a nessuno verrebbe in mente di abbandonare un cane, io ci vivrei!

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    2. Io in Scandinavia ci ho vissuto per anni, senza mai mettere il giubbotto di renna (né lo mettono le mie colleghe o i miliardi di bionde coi capelli al vento, i tacchi e il cappottino che mi sorpassano in bici a febbraio). Anzi, mai visti cosí pochi giubbotti/piumini come qui. E poi scusa, dove li mettiamo Acne, FIlippa K, COS, H&M e tutti i suoi derivati, Malene Birger, Stine Goya, DAY Birger & Mikkelsen, ecc?
      Senza contare i soliti noti internazionali, che puoi comprare qui come in qualsiasi cittá del mondo. Grazie, globalizzazione.

      Detto ció la Scandinavia é grande, magari in un remoto villaggio tra i boschi le cose sono diverse da Stoccolma o Copenhagen, o semplicemente a persone diverse reagiscono in modo diverso :-)

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    3. Anonimo 1: Io devo essere proprio la più sfortunata delle Cenerentole però perchè faccio un lavoro di medio livello (cioè non la cassiera/cameriera/ripetizioni/pulizie, che sono lavori dignitosissimi) eppure non arrivo a 3000 € al mese, e ti assicuro che lo stipendio minimo (se consideriamo i lavori sopraelencati come "minimo" ) non li vede neanche con il binocolo 3000 € al mese. I canili non esistono ma i cani si VENDONO sugli annunci. Dopo qualche anno le famiglie si stufano e li vendono. Io sarò esagerata ma non mi verrebbe mai in mente di vendere il mio cane. Comunque sì, chi li discute, ci sono tantissimi lati positivi nel vivere qui, ci mancherebbe!

      Anonimo 2: sono d'accordo, e la pelliccia di renna era volutamente un'esagerazione. La lista di cose che "non vanno" era per mettere a confronto due realtà, e far sorridere la Zit che in fondo la pioggia a Parigi non era così male ;)
      Detto questo, tutti i marchi elencati a me danno l'impressione di essere molto ripetitivi, non solo tra loro nella stessa stagione (che ci sta pure) ma con se stessi nei vari anni. Ma appunto, c'è a chi piacciono e non nascondo ci siano dei pezzi particolarmente ben riusciti. Ma le scarpe? Il dramma ogni volta che le devo comprare e non è in previsione un giro in Italia a breve.
      Comunque, non era per criticare, eh, se non avessi almeno il 51% delle mie priorità qui non ci starei, e per starci un posto lo devi apprezzare, era una lista giusto per sorridere. Un saluto

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  42. zit, sei stata fortunata: noi Parigi con la neve...

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  43. questo post l'avrei potuto scrivere io Zit...!!!andata l'anno scorso a Parigi per la prima volta ho beccato 4 giorni su 4 di pioggia e vento infernale ma nonostante ciò ne sono rimasta folgorata!!!non ti puoi non innamorare di Parigi!!!

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  44. Il bordo delle strade è sempre bagnato perchè è il sistema che utilizzano per lavare le strade, in pratica i tombini hanno due vie, da una defluisce l'acqua piovana, dall'altra fuoriesce acqua che viene direzionata tramite un sistema di corde e stracci e sfruttata dagli operatori ecologici di turno per spazzare la strada e contemporaneamente lavarla, o almeno così era un po' più di 20 anni fa, la prima volta che sono stata a Parigi ;)

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  45. Parigi! la città più bella del mondo <3 passate sul nostro blog www.redhead-blondie.blogspot.com

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  46. zit, manda a fare in chiulo gli anonimi. io anni fa avevo un blog su splinder, e raccontai come mi feci un week end a Parigi per un anniversario con il mio marito di quella volta. Tre giorni, uno meno di te, a metà settembre come te. Manco avessi detto una settimana all'hotel Crillon con vista su Place de la Concorde! mi arrivarono degli anonimi con insulti, scherni, offese e l'affermazione che mi ero inventata tutto. Senza precisare, ovviamente, quali sarebbero stati i punti deboli del mio racconto che avevano "smascherato" le bugie. Roba da pazzi.... no davvero, ci si chiede: ma questa gente che vita ha? un week end lungo a Parigi, santo cielo, non è un soggiorno di due settimane a Bora Bora (questo l'ho fatto l'anno scorso con l'attuale marito :-) )
    Fregatene, cara. Un bacio da Michela.

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  47. Ecco adesso ho una voglia matta di tornarci! bellissimo racconto!!

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  48. mi consiglieresti delle maglie che costino discretamente poco e che siano adatte a questa temperatura?

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  49. Bel viaggio e bel post, sono contenta per te :-) La prossima volta, lasciati il Marais per la domenica, li' e' tutto aperto. E al passaggio consiglio un panino al pastrami da Sasha Finzenstail, lo riconosci in rue de Roisiers per il giallo del suo negozio. L'acqua scorre accanto ai marciapiedi ( caniveaux) per la pulizia delle strade : gli spazzini intridono le loro scope nel rivolo che scorre e le passano sul marciapiede, e poi mandano nel flusso d'acqua tutti i detriti e i rifiuti ( soprattutto canini) che scopano via. Veloce e pratico.
    Vero, nel metro non ci sono gli ascensori (tranne che sulla linea 14, l'ultima costruita). Ma quando hanno progettato la metropolitana nel 1896 ( non c'erano ancora le automobili, ma urgeva un metro per tutta la cacca di cavallo che c'era in giro :-) c'erano solo gli ascensori idraulici, tipo quello impressionante della Torre Eiffel del 1889, e solo nel 1924 fu messo in servizio il primo ascensore automatico ( senza il liftier). Ma oramai le stazioni e gli accessi in centro sono gia' finiti da un pezzo, negli anni trenta si investe per collegare il centro di Parigi con la periferia ( banlieue), cosa che si continua a fare anche oggi, molto al rallentatore dati i costi e le alternative. Amternative al metro esistono, esite un'ottima rete di autobus, si sta finendo di costruire la rete del tram ( ai turisti serve poco, ma una benedizione per chi ci vive), e le biciclette pubbliche : 29 Euro di abbonamento l'anno, 25 mila bici in giro per la città da prendere e lasciare una volta arrivati alla meta.
    Mi dispiace per il brutto tempo che hai avuto, a Parigi oggi (7 ottobre 2013) sono andata in giro con i sandali estivi e pantaloni leggeri, ma con una giacca a maniche lunghe. Sotto un sole magnifico :-)

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  50. Io il tuo post lo leggo ora, a Parigi sono stata 15 giorni fa e....http://www.variedev.blogspot.it/2014/02/da-grande-voglio-rifare-lerasmus.html

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