mercoledì 2 settembre 2015

Quando hai comprato casa sei nella povertà più felice della tua vita

Quale ignoto buco nero mi avrà inghiottita negli ultimi 7 mesi?
Chi, o meglio cosa, mi avrà tenuta impegnata a tal punto da non aver avuto più tempo né di farmi una ceretta, né –figuriamoci- di dedicarmi un’ora per una pedicure come dio comanda?
Perché ormai pure in palestra mi hanno dato per dispersa?
Lo sapete, ho comprato casa.

Cazzo sì, dopo 13 anni in affitto di cui 9 a Milano ho finalmente comprato il mio pezzo di mattone.
Il mio pezzo di storia liberty di Milano.
Avessi guadagnato un euro per tutte le volte in cui qualcuno del paesello, dopo aver sentito il costo del mio affitto medio negli anni, ha strabuzzato gli occhi invocando l’acquisto immobiliare, a sta ora mi sarei già comprata la cucina Scavolini deluxe.
Nella mia vita ho abitato solo in una casa.
O meglio: facendo un veloce calcolo ho abitato in 8 case, togliendo quella natale.
Affettivamente però direi che il mio cuore è, e sarà sempre, nella casa del Paesello.
Praticamente invece mi chiedo dove saranno i miei cd di Ambra che non vedo più da almeno 3 traslochi.

I miei genitori hanno insistito diverse volte negli ultimi centordici anni affinché comprassi casa ma, avendo una concezione della casa come un bene durevole, stabile, piantato nel terreno, immobile, categorico, definitivo io non me la sono mai sentita perché non riuscivo ad affrontare né mentalmente il pensiero “ok, allora io resto a Milano eh” né operativamente la questione “dovrei chiamare gli agenti immobiliari?”.
Quindi, per la mia natura, non considero acquistare (e ristrutturare, ma quello è n’altro paio di maniche) casa come una cosa che faccio-disfo-rifaccio-svendo. Se acquisto casa è perché per almeno 10 anni non voglio cambiare più nulla, niente più cambi del medico, niente più cambi di residenza all’anagrafe, niente più cambi di supermercato di fiducia.
Non starò quindi a dirvi che comprare casa è bellissimo e divertentissimo.
No, comprare casa è lo sbattimento più grande che potrete mai affrontare.
E’ peggio che cercarsi il fidanzato.

Il tunnel della ricerca casa è cominciato all’inizio di quest’anno perché questi erano i piani, nonostante quell’altro fosse ancora a Londra.
A febbraio, incredibilmente, credevo di avere GIA’ trovato la casa perfetta. Non ci credevo neanche quando l’ho vista: mi è arrivata la mail quotidiana di Immobiliare.it con i nuovi annunci (non sono nuovi annunci, sono sempre gli stessi che girano) e SBAM! Eccola lì! Stupenda, perfetta, esattamente nella via in cui stavo cercando. Ho urlato, ero su Facetime con Diego: “L’HO TROVATA!”
Chiamo l’agente, ci accordiamo per una visita, non si riesce quella settimana. Si posticipa alla seguente.
La sera della visita stavo malissimo, avevo una delle mie emicranie da pronto soccorso, quelle tremende, quelle che devo ricordarmi proprio tutti i sintomi perché poi li devo raccontare al neurologo.
Facendola breve, l’agente se n’è andata perché non mi ha vista.
La mia relazione con gli agenti immobiliari è cominciata subito alla grandissima, con una manifesta intolleranza da parte di entrambe le parti.

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