giovedì 30 settembre 2010

Storie di Vita Vera: Con le lacrime in tasca

In questi giorni ho la lacrima in tasca come dice mia madre, e non riesco a trattenermi quasi in nessun modo.
Eppure it's not big deal, come dicono gli americani, ho dato le dimissioni e ho firmato per qualcosa per cui 'un milione di ragazze ucciderebbero'. Tuttavia l'idea di non pranzare più con quella manica di stronze che mi sono scelta come amichecollegheamiche mi fa piangere come una disperata.
Sì perchè negli ultimi cinque, sei mesi non avevo così tanti motivi per alzarmi dal letto la mattina e venire a lavorare, avevo perso fiducia nei confronti dei miei manager e della mia azienda e non provavo più quella voglia di affermarmi e di fare (tanto e) bene che mi aveva fino a quel momento mosso. Ma una cosa buona ce l'ha quest'azienda che sto lasciando: le persone.

Le mie colleghe, ve le presento:

- c'è quella che a 30 anni viene ancora scambiata per una studentessa dello Iulm, che fa le foto sempre con il viso spostato verso sinistra destra perchè così non si vede la gobbetta sul naso, che intrattiene una o più relazioni con giovani uomini che lei chiama Bebè e che conosce il catalogo di H&M a memoria e lo abbina abilmente alle sue borse di Chanel, Prada e Balenciaga meglio di tutte le Ferragni di questo mondo;

- c'è quella che sembra una timorata di dio ma non lo è, come dimostra spesso nei commenti che lascia qua sotto. Viene giù dalle montagne ogni giorno con il suo trenino e da poco si è convertita al fondotina che le ho indicato perchè le 'cambierà la vita', fidanzata da 185 anni ancora non convive e litiga sull'impianto dell'aria condizionata che -ovviamente- vivendo in montagna il fidanzato vorrebbe risparmiarsi;

-c'è quella che è nata incazzata come Mafalda. Ha sempre una parola buona per tutti e spesso i miei post traggono ispirazione dalle sue sagge parole. Lavora in un team sovraccarico di erremoscie ed estrogeni, forse a causa anche di una recente gravidanza. Non sua, che potrebbe essere solo isterica.
Da poco diventata vegetariana, se non trova il suo piatto di verdure da (E)Manuela si accanisce contro il povero Alessandro detto Muscolo colpevole solo di averle lasciato qualche pelo nel suo caffè e nel suo piatto qualche volta;

-c'è quella fidanzata con una rockstar. Ha il taglio di capelli di quelle che 'ci stanno troppo dentro' e quando si trucca sembra un'altra persona (più figa). Fa finta di essere sorda e fa finta di essere scema. Fa finta che non gliene freghi di niente e di nessuno. Il trucco sta nel capire che fa finta di essere stronza, ma non lo è;

- c'è quella che ha sempre tanto lavoro e per questo è sempre tanto nervosa. Potrebbe battere il record di Chicco Mentana detto Mitraglia di 674 parole al minuto. La sua macchina non ha mai visto altra acqua che non sia la pioggia;

- e c'è l'unica rappresentanza dell'altra metà del cielo, che poi alla fine è sempre lo stesso cielo. L'unico gay che non sembra gay. L'unico terrone che non sembra terrone. L'unico italiano a NY che non sembra italiano, da poco innamorato di un manzo limonato la prima volta in un parcheggio di Mykons.

Infine ci sono io, che tra queste mura (o quelle della sede vecchia per essere precisi) sono partita come Assistente e sono diventata Senior per adesso nuovamente diventare Assistente altrove.
Dovrò rinunciare a fare la cacca (in piedi) nel bagno degli handicappati e a mangiare il kiwi giallo alla scrivania, dovrò rinunciare alla cattiveria delle 15.27 sulla chat aziendale, alle cuffiette per ascoltare i video di Aldo Grasso su corriere.it, allo shopping online compulsivo, ai gossip sulle coppie di dipendenti, al corteggiamento estremo dello stagista, difficilmente riuscirò a postare su questo blog durante il giorno, sicuramente la mia collega fidanzata con la rockstar non mi porterà più i macarons da Parigi e le riviste di gossip da Londra.

La mia ex capa mi ha insegnato tutto e nei ritagli di tempo riusciva anche a mostrarmi le foto su facebook dei sui amanti, alla prima festa aziendale la guardavo che ballava sui tacchi in costume mentre il responsabile marketing faceva il dj, alla seconda festa aziendale io barcollavo ubriaca al braccio dello stagista più figo di tutta l'azienda chiedendo al mio capo di assumerlo perchè mi vedevo già sposata a lui, alla terza festa aziendale sono stata l'unica a fare il bagno in piscina perchè sentivo che non ci sarebbe stata una quarta festa aziendale.

Il gruppo con cui vado a pranzo si è lentamente formato secondo un principio molto esclusivo che ci ha rese il gruppo più odiato di tutta la sede di Milano: ci siamo scelte.
Un meltin pot di regioni italiane da nord a sud, dalle isole alle montagne, che a pranzo parlano talmente forte e talmente tutte insieme che ogni cosa la dobbiamo ripetere almeno 5 volte prima che tutte ci arrivino. Siamo riuscite ad affrontare gli argomenti più disgustosi sorseggiando la migliore coca light servita dal Roxy Bar, dallo sperma taurino alle candide, dall'odore di sudore del capo al colore del maglioncino del capo delle risorse umane.

Abbiamo vivisezionato le relazioni con gli uomini giovani (detti Bebè 1, 2... 100, 10.000), con gli uomini alti (detti Pertiche), con gli uomini gay (baciami la hula), con gli uomini difficili.
Abbiamo parlato degli uomini della nostra azienda che si ubriacano e si fanno le stagiste, sognamo che alcuni di questi trascinino, ci strappino i vestiti, ci appendano al muro e ci schiaffeggino prima di possederci, facciamo lavori che gli head hunter non capiscono, parliamo una lingua che solo noi comprendiamo, lavoriamo in un'azienda il cui nome si può scrivere almeno in 4 modi diversi.

Piango per ogni collega che ho salutato, da quello oltre oceano che non ho mai visto a quella che mi siede affianco solo da sei mesi. Piango per tutte le ragazze del miglior customer care mai visto e i ragazzi dell'IT che ho lasciato nella sede di Bologna, piango perchè qua dentro mi sono fatta le ossa e ho fatto crescere un po' di quel pelo sullo stomaco che mi servirà (dio solo sa quanto) nella mia nuova avventura.

Non piangevo così tanto dall'ultima puntata di Dawson's Creek ma ve lo giuro, la mia non è tristezza ma gratitudine, perchè mi sono divertita come una matta, ho lavorato come un cane dimenticato da dio, ho sudato, ho temuto, ho imparato ma sopratutto non mi sentivo così parte di qualcosa dai tempi delle superiori e per questo, devo solo ringraziarvi tutti.

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Storie di Vita Vera: Beautiful

Ho trovato questo video su un blog, non so nemmeno quale, ed è troppo bello ma soprattutto importante per non condividerlo con voi.
In quanto portinaia mancata ovviamente sono (stata) una spettatrice di Beautiful, che non vedo più in maniera continuativa dall'università e spizzico solamente una o due volte l'anno quando sono in ferie (la prossima settimana è una di queste).
Solitamente di Beautiful si dice sempre che anche se lo rivedi dopo un anno, lo sviluppo della trama è così lento e intricato che si riesce a non perdere il filo della storia.
Per me questo momento è passato, credo da quando ho cominciato a lavorare, e ormai non seguo più i drammi di Rick che si fa Taylor che stava con Ridge che ancora va con Brooke ma che luma Nick.
Se, come me, non volete perdere il filo di questa saga che va avanti da 23 anni, ecco un piccolo video che riassume tutto quello che è successo in maniera magistrale:




Che poi, manca tutto quello che è successo alla Spectra, Stephanie e James Worwick, Macy e il lampadario che l'ha uccisa... Minchia, queste son storie!


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mercoledì 29 settembre 2010

Anna Dello Russo: La Saga Continua

Dopo la valanga di m**** che mi ha sommersa per aver dato della noiosa BORING ad Anna Dello Russo su un altro blog, sono finalmente riuscita a dare una risposta -da sola, perchè a quanto pare i suoi fan la difendono solo con le parole, ma non mi hanno ancora dato prova della reale occupazione della loro beniamina- al quesito che mi toglie il sonno la notte:
Anna Dello Russo, cosa fa?
Ci siamo ragazze...

Lavora per Pinko.

Anche voi, come me, trovate la cosa alquanto bizzarra per una che ama parlare solo di Gabriele Colangelo, Francesco Scognamiglio, Balmain e pochi altri?
D'altra parte, diciamocelo, Pinko chi se lo caga più? Un pronto moda con ambizioni da prêt-à-porter, classificato nel mercato come 'follower' e nemmeno io che -come dicono i miei detrattori- posso permettermi 'al massimo come tutti noi gli abiti di zara ed h&m e qualche borsa firmata' (ma che ne sai...? bah!) compro più. Anzi, ora che ci penso non l'ho mai nemmeno acquistato.

Strano
che la notizia non sia girata nemmeno un po'... nemmeno adesso che contribuisce con i suoi consiglio alla formazione artistica dei concorrenti di X Factor e quindi sia andata in pasto al Grande Pubblico. Avete mai visto la Sozzani dare consigli ai ragazzi di Amici della De Filippi?
Avete mai visto Anna Wintour dire la sua sui concorrenti di American Idol?

Nah.

Strano che nessuno abbia pensato al conflitto di interessi, vero?
Eppure non avevano forse vietato ai giornalisti (quelli seri del telegiornale Mentana e Sposini, per esempio) di fare pubblicità in passato a causa del conflitto di interessi?
Anche se, onestamente, può veramente Pinko considerarsi in conflitto d'interessi con Vogue (seppur Vogue Japan)?

Io dico solo una cosa:



Vi lascio con l'articolo del Corriere della Sera.

UPDATE! Cerca che ti ricerca...
A 18 anni veniva già doppiata... io fossi in lei due domande me le farei!




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Storie di Vita Vera: conversazioni tra colleghi

Perdonate, lo so che non c'entra molto con il tema del blog, ma questo video me l'ha girato una mia collega e non riesco mai a ricordarmi il nome del film (Man on Fire) e visto che conoscendola, non so quanto si farà sentire una volta che venerdì lascerò definitivamente questo ufficio, voglio postarlo qua così so che non lo dimenticherò ancora.



Vi giuro, la prima volta che l'ho visto, avevo le lacrime dal ridere.

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martedì 28 settembre 2010

Ma anche NO della moda: Anna Dello Russo

E' proprio vero che la democrazia è morta.

A quanto pare non si può più esprimere la propria opinione liberamente senza per forza dover entrare in un tunnel di astio, cattiveria e infantilismo.
Tra gli Anche NO della prossima stagione ho pubblicato una foto di Anna Dello Russo, vera prezzemolina delle fashion week saltata agli onori della cronaca per l'estrosità delle sue scelte in fatto di abbigliamento.
Partiamo con una piccola presentazione: Anna Dello Russo, classe 1966, Bari. Nel 1989 comincia la sua carriera di giornalista di moda lasciando il suo contributo a varie testate fino all'approdo come fashion director da Vogue Giappone (non prendete queste informazioni come certe, poichè non esiste una vera e propria biografia certificata online. Strano eh).
Poi?

Niente.

Un certo Scott Schuman, niente niente eh, l'ha fotografata all'uscita di qualche sfilata (al supermercato è difficile incontrarla) e le ha regalato 'una nuova carriera'.
Sì perchè ad oggi pare impossibile trovare qualche prova del suo lavoro (Editor At Large e creative consultant per Vogue Japan). Anche tentando l'impossibile e cercando di capirci qualcosa dal sito di Vogue Giappone le uniche cose che trovo sono le seguenti:

Uno splendido video girato in lingua italiana (sì sì, nel sito del giornale giapponese che lei stessa dirige parla in italiano..bah oddio italiano poi) nella sua camera del Ritz di Parigi ('la mia seconda casa grazie al cielo') durante il quale ci illustra quanti vestiti e quante scarpe si è portata 'solo per la fashion week'. Crogiolanadosi nel suo stesso brodo, ci racconta che cambiarsi 3 volte al giorno sulla base delle sfilate alle quali presenzia è diventata parte del suo lavoro.
Lavoro che siamo ancora tutti ansiosi di vedere.

http://www.vogue.co.jp/tv/other/anna-dello-russo-at-the-ritz-hotel

Un altro splendido video del New York Magazine, questa volta lei parla in inglese, nel quale ci illustra come risolvere uno dei problemi che affligge tutte noi ogni giorno: come fare le valigie senza rovinare gli abiti couture.
Dice inoltre che per viaggiare preferisce indossare abiti comodi, come dei pantaloni in felpa di Abercrombie & Fitch, ma siete liberissime di pensare che stia mentendo. D'altra parte non ci sono prove fotografiche lo dimostrano.
In ogni sua apparizione in video pare che ami ricordare al pubblico che lei non indossa mai un outfit più di una volta. Come si fa, altrimenti, a compiacersi i blogger?

Certo.


Un altro contibuto, sempre dal sito di Vogue Giappone, invece riporta uno stralcio del suo blog (andatevelo a cercare, mi rifiuto di mettervi il link) nel quale inviti i suoi utenti/fan a farle delle domande alle quali lei cercherà di rispondere.
Bhè, iniziativa lodevole comunque.

http://www.vogue.co.jp/blog/anna-dello-russo/2010-02/post-anna-your-fashion-questions

Non ho tempo e voglia di esplorare in lungo e in largo tutto il sito giapponese di Vogue, tuttavia mi aspettavo di trovare un editoriale, uno shooting, uno straccio di qualcosa che non fosse una video celebrazione di se stessa e del suo guardaroba.
Invece tutto quello che riesco a trovare su di lei sono foto delle sue apparizioni alle sfilate, con outfit bizzarri sui quali non è mia intenzione proferire parola. Anzi, io apprezzo che qualcuno umanizzi e indossi le creazioni che spesso vengono viste solo in passerella. L'unica osservazione che mi permetto di fare è la seguente: perchè ci si ostina ad attribuirle il titolo di fescion aicon quando di fatto lei non porta nessun contributo alla moda e allo stile attuale? Lei indossa solamente delle creazioni fatte da altri stilisti per altre persone e si fa fotografare.
Punto.
Nient'altro è dato sapere su Anna Dello Russo.

Come fisiologica conseguenza di questo can can di accessori griffati che le gravitano intorno ovviamente lei è diventata un'icona gay, al pari di Raffaella Carrà, Donatella Rettore, Angela Cavagna, Chantal Biya e Veronica Lario. E guai a toccarla. Eppure io stessa che lavoro in questo settore da qualche anno ormai, vorrei attribuire un po' di sostanza a ciò che finora è solo un opinabile contenitore.
Non vi è da stupirsi infine, che sia diventata fashion director di Vogue Giappone.
I giapponesi si sa che amano poco l'originalità.

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lunedì 27 settembre 2010

Welcome to simplicity

Predetela come una wish list, o come un semplice riassunto di quello che mi è piaciuto di più nelle sfilate PE 2011 di Milano (in effetti manca un'adeguata review su New York e Londra, ma io sono della old school che considera solo la moda italiana e francese, e la settimana della moda di Parigi comincia tra poco).
Sulle passerelle non ha sfilato nulla di particolarmente innovativo (a parte i colori di Jil Sander. No dico, i COLORI da Jil Sander!) ma non c'era nemmeno da aspettarselo. Ci hanno già pensato i vari Yves Saint Laurent, Valentino, Christian Dior e Giorgio Armani a inventarsi rispettivamente gli smoking femminili, la donna femminea, il new look e La Giacca. Non vi è poi molto ancora da scoprire, eventualmente solo da correggere.

Inaspettatamente la sfilata di Dsquared stamattina non l'ho trovata solo divertente come sempre, ma veramente carina. A parte insomma dei costumi da bagno color nudo è stata una collezione molto commerciale con qualche tocco gnè gnè tipo questa uscita:


Dsquared PE 2011

A questa invece se togli il panama, l'occhiale da finta nerd, lo sguardo da figa di legno strafottente e ci metti un reggiseno...bhè potrei mettermelo anche io:


Dsquared PE 2011

Salvatore Ferragamo (sì sì esiste ancora) non mi ha particolarmente esaltata, una collezione che diceva poco, ma in quel poco ho deciso che amo questo vestito.
Però ora che ci penso io da bionda non potrei mai metterlo.


Salvatore Ferragamo PE 2011

Jil Sander invece credo che mi toglierà il sonno per una settimana.
Dei colori. Delle stampe.
L'apocalisse è arrivata.


Jil Sander PE 2011


Jil Sander PE 2011


Jil Sander PE 2011


Jil Sander PE 2011

E infine questa neonata seconda linea che finora non avevo mai degnato di uno sguardo ma che
merita considerazione, pur non brillando per originalità e innovazione.
Questo completo bianco mi ricorda un po' la dolcissima PE 2010 di Fendi che mi è rimasta nel cuore ma nonostante questo trovo che alla fine non ci sia nessun bisogno di fare gli spacconi come i francesi che mettono in passerella installazioni degne del Tate di Londra. Sappiamo tutti che lo scopo di questo meraviglioso circo mediatico è la vendita, e sono certa che queste qua sotto sono cose che si vendono. Tiè.


Num. 21 Pe 2011


Num. 21 Pe 2011

Diiiiiiiiio quanto vorrei avere una vita adatta per mettermi questo:


Num. 21 Pe 2011

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Ma anche NO della moda: Primavera Estate 2011


Fendi PE 2011


Fendi PE 2011


Emilio Pucci PE 2011


Emilio Pucci PE 2011

Emilio Pucci PE 2011


Marni PE 2011


Marni PE 2011

Anna Dello Russo @ Dsquared PE 2011 Show


Salvatore Ferragamo PE 2011


Salvatore Ferragamo PE 2011


Versus PE 2011


Moschino Cheap & Chic PE 2011


Moschino Cheap & Chic PE 2011


Gucci PE 2011
Bleh.


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venerdì 24 settembre 2010

Le review della Zitella

Ma è possibile che nessuno se ne sia ancora accorto?



Prada PE 2011

Stregatto (da Alice nel Paese delle Meraviglie, 1951)

Quando si dice "una bella scimmia"!

Prada PE 2011

Ma chissene... Lei è sempre la regina. Miuccia eh, non Alice.

Aggiornamento: di questo non me ne ero accorta io:

Miuccia e gli orecchini a banana. Ho deciso che la amo.


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giovedì 23 settembre 2010

La Zitella in mezzo alle Grandi della Moda

E' vero, il mio mito giornalistico televisivo è la Cristina (come ho già detto), però l'inviata della Rai sulle passerelle è sempre stata lei, quando da piccola aspettavo con ansia la seconda metà del telegiornale una volta finita la pasta con il ragù e prima di mangiare la frutta per vedere i suoi resoconti dalla prima fila, le sue interviste nel backstage con Armani, con Gianni (quando c'era) e la sua pacatezza nel raccontare tutte le collezioni, dalla rivoluzione texana di Tom Ford da Gucci agli atterraggi lunari di Armani Privè.
Ieri era davanti a me, concentrata a scrivere il concept della sfilata di Alberta, tranquilla come una regina sul trono:



Sì in effetti poco sotto di me c'era anche la Giusi, e pur riconoscendo la sua esperienza onestamente mi sento affettivamente più legata alla Mari, che mi ha fatto nascere quel desiderio di emulazione che mi ha portato a fare la valigia 4 anni fa e trasferirmi a Milano.
Ah si, c'era anche lei:



E devo dire che aveva lo stesso sguardo delle vacche che guardano il treno passare.
Eppure l'Alby ha mostrato a tutti la sua maestria nel giocare con i chiffon e soprattutto con le tinte pastello, delle quali è l'assoluta sovrana.

E lei, Anna Dello Russo tra qualche anno:


Uscendo ho avuto il piacere di strusciare il mio avambraccio con: Kate Lanphear (un'icona di stile, altro che Anna Dello Russo), Joe Zee (e se qualcuno qua conosce The City dovrebbe sapere chi è, altro che Olivia Palermo), Scott Schuman (The Sartorialist), Carine Roitfeld (bella eh, però n'attimo di lifting glielo farei) e Giovanna Battaglia.

La mia uscita preferita?

P.S. Per la cronaca, la Zitella Acida vostra è riuscita ad infilarsi nella Blonde Salad. Chi cerca trova!

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martedì 21 settembre 2010

A Sandra e Raimondo, per sempre insieme




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Ma non ce le hai delle amiche: Laetitia Casta

Stando a Bologna per completare il passaggio di consegne in cui io passo alla mia erede tutti i problemi che ho dovuto risolvere da sola negli ultimi due anni e che lei invece ora grazie alle meravigliosa nuova organizzazione non avrà, ho avuto il piacere di bighellonare per le strade bolognesi con le mie colleghe e di informarmi su qualche gossip a base di ragù.
Per esempio, una mia collega ha esordito dicendo:
- 'Ma anche te sei innamorata di Jack Frusciante?'
- 'Chiiiiiiiiiiiiiii?'
- 'Jack Frusciante è uscito dal gruppo dai.... ma non l'hai mai visto?'
- 'Marò, ricordo che avevo un brano nell'antologia delle medie...ma chi era, Accorsi?'

Eccerto che è Stefano-ciù is megl che uan- Accorsi! E comunque, se devo essere innamorata di qualche bolognese il mio cuore è solo e dico solo di Cesare Cremonini. Soccmel!

Dopo questa premessa abbiamo fatto partire una piccola digressione sul fatto che quando vengono in Italia lei vada a comprare i giochini per la figlia al negozio equo-solidale.
Come si chiama la figlia? 'Come un tessuto' - 'Tulle? Seta? Cotone?' - 'Satin'.
[Confido sempre nel momento in cui gli uffici nascite dei comuni vietino di registrare i nomi dei nuovi nascituri a meno che non siano italiani, come durante il Fascismo. E la mia approvazione per quel periodo inizia e finisce con questo].
Ad ogni modo dopo aver pensato ad Accorsi con quella, che è stata definita 'brutta, tettona, grassa, vacca, con i denti storti', ho cercato di sforzarmi di ricordare all'ultima volta in cui ho visto una foto della Letizià, ed era lo scorso Marzo quando ha scelto una mise alquanto discutibile per presentarsi ai Cèsar Film Awards (gli oscar francesi):




Vintage Yves Saint Laurent

E poi dicono che le francesi sono sempre inspiegabilmente eleganti.
Certo, davvero inspiegabilmente.

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domenica 19 settembre 2010

Non osi l'uomo separare ciò che i Clash hanno unito

Con il mini-centrotavola di rose sulla scrivania e i confetti per colazione, non posso non dedicare qualche parola al matrimonio che mi ha visto presente ieri per ben 15 ore.
Data la mia natura di zitella in teoria i matrimoni li dovrei evitare come la peste nera, perchè quale cosa più nauseabonda e/o generatrice di invidia di una celebrazione semi pubblica di un'eterna promessa d'amore. Invece no, io sono una fan dei matrimoni, e non solo per tutto il contorno di abiti, lustrini, confetti, fiori, ghirlande, coroncine, strascichi e bouquet. Ma perchè se hai l'onore di essere invitata, è perchè gli sposi vogliono che tu sia testimone di quello che stanno facendo, vogliono farti entrare nel loro momento più importante, la creazione di una nuova famiglia.
La sposa ieri era di una bellezza indescrivibile: una cascata di capelli rossi e un abito veramente semplice (ma veramente, non come dicono tutte le spose dei loro abiti) e uno sguardo che illuminava il cielo grigio e carico di pioggia.
Lo sposo posso dire di conoscerlo solo attraverso le parole della sposa, eppure ieri mi parlava come se ci conoscessimo anche io e lui da 4 anni. Io ero piuttosto imbarazzata ieri (perchè sono una fottuta timida per quanto cerchi di mascherarlo) eppure lui mi parlava come se ci conoscessimo da una vita, con una dolcezza che non ho sperimentato nemmeno ai matrimoni dei miei parenti.

Quando sono arrivata a casa di Anto, lei era la più pacifica tra tutti... D'altra parte il grosso del lavoro ormai era già fatto, ora c'era solo da godersi il momento. Lei era l'occhio calmo e tranquillo del ciclone che rombava intorno a lei: il padre, il fotografo e la sorella erano agitati e febbricitanti, un vero e proprio can can di persone che però non turbavano la pace della sposa che stava ultimando la piega ai capelli.
Ho aspettato in salotto di vederla scendere quelle scale, in mezzo a cugini, zii e parenti siciliani, amici e amiche e tante pizzette di pasta sfoglia. Quando ha sceso quei gradini i flash hanno inondato il soggiorno, sembrava di stare sul red carpet degli Oscar e niente di meno si meritava la sposa: di una bellezza commovente, quasi una madonna.
Avevo il timore di andare a disturbarla, d'altra parte io sono solo una ex collega diventata poi amica, c'erano sicuramente persone più titolate di me per andarla a infastidire in quel momento, tra capelli, strascico e bouquet ma non ho potuto fare a meno di avvicinarmi per godere di quella luce che emanava.
Ho assistito con il fiato sospeso alla sua entrata in macchina preoccupata per lo strascico che stava per inzupparsi di pioggia quanto una macina che si tuffa nel caffè. Per ovvi motivi logistici essendo partita dopo la sposa sono anche arrivata in chiesa dopo di lei, perdendomi il momento dell'entrata al braccio del papà, d'altra parte la macchina della sposa non ha i problemi di parcheggio delle macchine degli invitati!
La celebrazione è stata semi tradizionale (è il secondo matrimonio al quale vado quest'anno e i riti sono sempre diversi) con molte parti recitate in coro dai due sposi. Mi è dispiaciuto che allo zenith del rito, cioè dopo lo scambio degli anelli non ci sia stato un momento di sfogo della tensione come un applauso, fosse stato per me mi sarei messa a fare una ola oltre a far partire un mega applauso. Infatti è con estremo dispiacere che ho notato negli anni che frasi come 'e vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa' e 'chi ha qualcosa da dire contro questa unione parli ora o taccia per sempre' facciano parte solo dei matrimoni da commedia sentimentale di Julia Roberts e nella realtà ci sia ben altro.
Anche il lancio del riso è stato bagnato dalla pioggia ma credo che gli sposi non se ne siano accorti. Come sempre alle spose chiedo 'allora, hai già cominciato a chiamarlo marito quando parli?' ma nel caso di Anto ieri non c'è stato bisogno perchè la prima volta in cui l'ha chiamato marito era proprio davanti a me quando qualcuno le ha chiesto dove fosse l'ombrello (quello bianco nuziale) e lei ha risposto 'eh...ce l'ha mio marito'.
Quello è stato il vero zenith della celebrazione, da quel preciso istante ho capito di avere davanti a me una piccola famiglia appena nata.

Noi tutti amici ci siamo poi spostati a casa della sposa prima e degli sposi poi, per seminare un po' dei tipici scherzi. A fine serata la sposa era preoccupatissima per quello che -non- sapeva la stava aspettando a casa, ma a parte qualche palloncino a forma di cuore seminato ovunque non abbiamo fatto grandi cose. Anche se, mi sono stupita che lo scherzo peggiore l'abbia preparato la mamma stessa, cioè il sacco nel letto (con tanto di riso)! Mi immagino gli sposi sfiniti dalla giornata più lunga della loro vita che si infilano finalmente a letto e si trovano costretti a rifarlo da capo!
Durante la cena, gli amici dello sposo avevano creato un vero e proprio siparietto sugli sposi, ma la cosa più commovente -almeno per me- è stato il video preparato dagli amici che ripercorreva la vita della coppia dall'infanzia al giorno delle nozze.
Durante quella rassegna di immagini tra cui lo sposo con i capelli e la sposa con la cresta ho veramente capito a cosa ero stata invitata. La loro unione, la loro scelta, il loro scegliersi. Tra miliardi di persone lei ha scelto lui, e lui ha scelto lei.
Hanno deciso di invecchiare insieme, di creare insieme, di vivere insieme e di costruire insieme. Lui ha detto che lei sarà l'unica e la sola, lei ha detto che lui è quello per sempre.
Si sono baciati la prima volta (se non ricordo male) parlando dei Clash. Adesso in quello splendido appartamento bianco e grigio, renderanno ancora più solido questo giuramento per, un giorno, accogliere una piccola creatura sicuramente punk rock quanto loro.
Mentre guardavo quelle immagini non provavo invidia, ma vera e propria commozione e onore, per essere presente a compiacermi con loro di questa scelta di vita insieme. Ho pensato a quanto fosse bello avere così tanta gente che vuole fare la foto con la sposa, vera e propria immagine di felicità, per poter condividere un pezzetto di quella luce che continuava ad irradiare. Quanto è bello vedere tutta la squadra di calcio dello sposo che nel mezzo della cagnara lo riempivano di abbracci e pacche sulle spalle, quei piccoli gesti di affetto tra uomini. Anche gli striscioni tipo 'adesso è finita' sono il modo che hanno gli uomini di celebrare la fine di qualcosa, la vita da scapolo, e l'inizio di qualcosa di sicuramente meglio, la vita insieme.
Adesso agli sposi auguro principalmente di riposare perchè ieri il fotografo non ha dato loro tregua un attimo, e soprattutto perchè qualcuno ha nascosto in casa ben tre sveglie che hanno suonato stamattina alle 4, alle 5 e alle 6.

Auguro loro buon viaggio, e non solo per il viaggio di nozze che tutti noi abbiamo regalato, ma perchè il vero viaggio comincia adesso, mano nella mano, verso il resto della vita insieme.

Auguri Anto e Andrea, viva gli sposi!


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giovedì 16 settembre 2010

Chapeau: Drew Barrymore

La Drew oltre ad aver lanciato sui red carpet di tutto il mondo lo styling per il bulbo che io ho reso celebre nel mio ufficio (ombrè hair), dev'essersi fatta anche qualcos'altro.
Se è plastic surgery buon per lei che ha saputo dosarla in maniera saggia, se così non è... sono soloinvidiosa.

Uau.

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Lo sai che i papaveri son alti alti alti

Quest'oggi a pranzo un gentil cavaliere si è unito al nostro ristretto gruppo di stronze e con il quale ho avuto il piacere di scambiare due parole sui massimi sistemi.
La prima frase con la quale ho esordito è stata 'Senti ma è vero che non sei ghei o è solo una leggenda metropolitana?' che ha causato l'ovvio imbarazzo del diretto interessato e delle altre commensali.
Il nostro amico del quale non ricordo nemmeno il nome (non so voi ma io i nuovi colleghi li memorizzo solo se ci ho a che fare, altrimenti si va di soprannomi tipo: Quella Che Si Veste Come Le Sudamericane, L'Anoressica, Calimero, La Bidella. E questi sono solo alcuni dei miei colleghi) dopo una sonora risata (ah ah cazzo ridi) ha voluto precisare che in effetti non è ghei...'Bhè allora comincia a riconsiderare la misura dei tuoi jeans' - 'Dici che sono stretti?' - 'Lavori nella moda, hai i jeans stretti e t-shirt variopinte. Io mi sono limitata a fare 2+2'.
Durante il pranzo gli ho fatto un piccolo colloquio, giusto per capire se c'era trippa per gatti e testare veramente la sua eterosessualità. Bhè insomma, è single, ha 28 anni, è di Asti ('Eh?' - 'Asti' - 'Eh???' - 'Piemonte' - 'Aaaah ecco.') ma ha vissuto anche a Napoli (ci piace il terrunciello). Segno zodiacale? 'Scorpione' - 'Mmmh, mi manca. Sei single?' - 'Si' (e sottovoce alle altre colleghe: 'Se ha 28 anni ed è single deve avere qualche problema.' - 'Si ma noi?' - 'Noi siamo selettive.'). Ultima cosa poi emetto il verdetto: 'Quanto sei alto?' - '1 e 77' - 'Come me, mpfh. Ma le ragazze alte?' - 'No, MAI'.

Arrivederci amore ciao.

L'ha detto con un'aria così schifata che mi è venuta voglia di ribaltargli la bottiglia del ketchup che avevamo sul tavola sulla sua bella maglietta bianca del cazzo.
Bhè sai che c'è? Che se mi metto sopra di te, ti rompo!

Non sai cosa ti perdi, loro non si sono tirati indietro:

Katie Holmes e Tom Cruise

Carla Bruni e Nicolas Sarkozy (in punta di piedi)

Scott Schuman e Garance Dorè
(TheSartorialis.com e GaranceDore.com)

Tzè.



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