Come
tutte voi ho seguito la diretta dall'ufficio: in un orecchio
l'auricolare con lo streaming del Corriere, all'altro orecchio il
telefono per commentare con la collega e tra le mani il blackberry
per commentare con il resto del mondo su Twitter.
Io, come tutto il mondo, almeno fino alle 14.30 non ho fatto un cazzo.
Io, come tutto il mondo, almeno fino alle 14.30 non ho fatto un cazzo.
Ho
mangiato in mensa talmente veloce che sul pc non ha fatto in tempo a
caricarsi il salvaschermo.
Ho
vissuto con ansia fin dalla mattina l'attesa degli sposi. Sono uscita
di casa la mattina e ho pensato alla Kate che forse si sarebbe sposata
con la pioggia.
Ieri
sera il mal di testa aveva deciso di uccidermi, come se quella che si
era sposata durante il giorno fossi stata veramente io.
Ci
siamo sentite tutte Kate Middleton.
O
forse ci siamo sentite tutte più commoner di lei, a quanto
pare. Sì perchè io non sono riuscita a trattenere la lacrima quando
ho visto Will uscire da Clarence House insieme a suo fratello.
Perchè io, come tutte, ci son cresciuta con quei due principi lì.
Anzi, sopratutto con il pensiero di William che ha quasi la mia età.
Ma la
Kate non ha versato mezza lacrima. Non ha avuto un attimo di
esitazione, di imbarazzo.
Sembrava
che, negli otto anni in cui l'Inghilterra l'ha soprannominata Watie
Katie, lei non abbia fatto altro che prepararsi per questo giorno.
Rigida
come uno stoccafisso, con un palo ben piantato in culo e il ghigno ben
stampato sul viso.
Oh lo
so che alcune di voi sono del partito pro Kate, e non so nemmeno
dirvi se a me lei piaccia o meno. Finora non l'ho mai trovata
particolarmente splendida in nessuna occasione, e mi trovo d'accordo
con Vivienne Westwood quando ha detto che pareva non aver trovato
ancora uno stile personale.
Infatti
nemmeno il suo vestito da sposa mi è sembrato qualcosa per il quale
scatafasciarmi al suolo.