Invecchiare
non è bello per nessuno tranne che per Massimo Ciavarro.
Questa
cosa che tra due settimane (dio mio DUE SETTIMANE) faccio 30 anni un po' mi
spaventa, mi fa pensare, mi angoscia, mi terrorizza.
Per
parlare francamente non è la paura di invecchiare che mi crea il
nodo allo stomaco, poiché credo di aver accettato lo scorrere del
tempo con una normale rassegnazione.
Però 30 anni sono sempre 30 anni, siamo ad un terzo della mia vita e dovrei sentirmi come se avessi seminato già parecchio. Invece la sensazione è quella di sentirsi sfuggire le cose di mano, di aver accettato con pacata rassegnazione tutte le cose spiacevoli che una volta pensavo di non poter accettare. Eppure diventare adulti significa mangiare la verdura anche a pranzo, guardare il telegiornale e saper mandare giù i bocconi amari.
Però 30 anni sono sempre 30 anni, siamo ad un terzo della mia vita e dovrei sentirmi come se avessi seminato già parecchio. Invece la sensazione è quella di sentirsi sfuggire le cose di mano, di aver accettato con pacata rassegnazione tutte le cose spiacevoli che una volta pensavo di non poter accettare. Eppure diventare adulti significa mangiare la verdura anche a pranzo, guardare il telegiornale e saper mandare giù i bocconi amari.
Nei
compleanni con le cifre tonde ci si trova sempre a fare bilanci e
quindi il mio lo sto facendo già da inizio anno, pensando a come
confrontare COSTI e RICAVI per ottenere qualcosa di buono.
Quando
una donna giudica a voce alta la sua vita si deve sempre sentire in
dovere di ringraziare il cielo e la Madonna per avere un compagno o
un fidanzato quando di fatto non dico che essere amati dovrebbe
essere un diritto inalienabile di tutti, quanto piuttosto una
condizione che poco o nulla centra con la soddisfazione globale di un
essere umano.
Sembra
che non possa permettermi di essere scontenta perché “almeno hai
il fidanzato”. Ma certo, ho il fidanzato e dio solo sa quanto lo
amo, quanto è bello passare ogni giorno con lui e avere la
possibilità pure di litigarci (e di fargli portare giù l'immondizia).
Ma
la soddisfazione personale è altro: è fatta di mille piccole cose,
è fatta di salute, di soldi, di tranquillità e di soddisfazione.
E'
fatta di genitori che stanno bene (che camminano almeno) è fatta di
soldi che non dovrebbero mancare (non è il mio caso, non sono ricca
ma sono pagata regolarmente e so che è una rarità), è fatta di
soddisfazione quando torni a casa la sera e prima di addormentarti.
La sensazione di fare qualcosa di buono per te, per gli altri e per
la tua carriera ovunque questa sia rimasta. E forse è proprio questo
che mi manca di più.