mercoledì 9 aprile 2014

Running for Zitelle - #Cityrunners: E se mi cade il testimone?

Questi pazzi dell’Adidas mi hanno fatto diventare un’altra persona.
Ve ne siete accorte, me ne sono accorta. Mi guardo allo specchio tutti i giorni mentre vado al lavoro in scarpe da ginnastica e me ne rendo conto. 
Le amiche ormai si riferiscono a me come “quella sportiva”. 
Mia madre crede di vedermi alle Olimpiadi in Brasile nel 2016.
Il mio ragazzo quando corriamo non mi sta nemmeno più dietro e si ferma al 4° km. 

Quando è cominciata questa esperienza sapevo che mi sarei divertita ma, diciamocelo, non credevo nemmeno io così tanto. Dopotutto l’Adidas non ha fatto altro che darmi delle scarpe e dirmi: “Zitella, alzati e corri”. 
E io ho corso.
E non ho corso perché me l’ha prescritto il medico e nemmeno perché pensavo fosse divertente. 
Lo riconosco: tutto questo è cominciato perché ho pensato potesse essere un’occasione (la millesima) per dimagrire. Sì, non si è mai abbastanza magri o abbastanza ricchi. L’ha detto Chanel, mica l’ultima polla.
Sono dimagrita? Non credo, non mi sono mai pesata.
Ho delle gambe più belle? Cazzo sì, ho delle gambe che sembrano disegnate da Giotto.
Mi sento meglio? Mi sento onnipotente.
La golden mezzora è finita da un pezzo, eppure io continuo a sentirmi onnipotente. Come sarà mai possibile che una fatica sfiancante come correre 10 km nel mezzo del canyon d’asfalto (cit. Aldo Rock) riesca a gasarti prima di correre, durante la corsa e dopo aver finito?
Lo sapete e lo so anche io: correre non è divertente.
L’ho sempre detto e continuo a pensarlo e vi garantisco che il pensiero “ma cosa cazzo sto facendo” mi ha sfiorato più volte domenica mattina mentre correvo con 20° che mi picchiavano in testa e arrancavo per risalire da un sottopassaggio nel mezzo del nulla vicino San Siro, mentre decine e decine di altri staffettisti mi superavano.
La verità è che continuavo a pensare a quante volte mi sono allenata (poche, troppo poche, ecco a cosa pensavo veramente mentre cercavo di superare la salita), alla voglia che avevo di dimostrare a me stessa che potevo farcela, che si può passare da 0 a 10 km in qualche mese.
Per chi non l'avesse ancora capito.

Ma partiamo con ordine: al ritiro pettorali di sabato ci si sentiva come all’ultimo giorno di scuola al momento della foto di classe.
Anno Scolastico Cityrunners 2014.

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martedì 1 aprile 2014

Running for Zitelle - #Cityrunners: Ma se non mi sono fermata sulla Montagnetta figuriamoci se mi fermo alla Staffetta

Mi rendo conto che con questa storia della corsa sto lasciando indietro diversi argomenti fondamentali (come i vestiti) ma la verità è che in questo periodo sono così presa da tante cose diverse che anche un argomento di fondamentale importanza come cosa indossare nella prossima stagione passa in secondo piano, visto che al momento non so nemmeno dove vivrò nella prossima stagione.
Sto per traslocare, il mio ragazzo si trasferisce a Londra e io no, non lo seguo. Per cento miliardi di motivi che non mi interessa nemmeno elencare ma quello che è certo è che nei prossimi mesi mi vedranno spesso da Topshop.
Come potete immaginare questa decisione non è stata né felice né facile, ma con due grossi grossi respironi si riesce ad affrontare più o meno tutto. Per questo, devo dire, la corsa sta aiutando parecchio. Almeno nei respironi, ecco.
Sabato scorso c’è stato l’ultimo allenamento e domenica come se non bastasse uno sparuto gruppo di cityrunners volenterosi si è presentato pure alla Stramilano, ed io ero tra quelli.

Come per le altre volte questi pazzi amici dell’Adidas mi fanno arrivare in posti di Milano che altrimenti non vedrei mai e infatti eravamo al Palabadminton (nel caso non sapeste che il badminton esiste veramente come disciplina e non è un’invenzione dei professori di educazione fisica delle medie)!
Ma il badminton era tutta una scusa perché il vero proposito era quello di testare i nostri polmoni in quel luogo che è la mecca dei runners, lo status symbol dei milanesi che corrono, la madunina di ogni maratoneta meneghino e cioè: LA MONTAGNETTA DI SAN SIRO.
Ne avevo sentito parlare da Linus innumerevoli volte e confesso che sono piuttosto contenta di essermi smarcata anche questo spot sulla mappa di Milano (dopo il Parco di Trenno, ora mi manca solo il Parco Lambro).
Come già anticipato su Twitter, tutto questo correre e degli stivaletti sbagliati di Zara mi hanno portato ad una lesione al piede destro che non è dolorosissima ma grave abbastanza da non farmi indossare i tacchi da DUE SETTIMANE DICO DUE SETTIMANE MA PORCO GIUDA AVEVO ANCHE COMPRATO DEI SANDALI NUOVI e infatti devo spendere il corrispettivo di un portafoglio di Goyard in tecarterapie. Ma se tutto questo non mi ha fermato sulla Montagnetta figuriamoci se mi fermerà alla Staffetta!


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