lunedì 3 settembre 2018

Il terzo trimestre tra lacrime e fastidi

Giunta alla 31esima settimana, sono entrata in pieno diritto nel III trimestre: il trimestre della consapevolezza, il trimestre della visualizzazione, il Trimestre dei Trimestri.
Innanzitutto fatemi dire che contare la gravidanza in settimane o in mesi è un maledetto labirinto: da che mondo è mondo la gestazione dovrebbe durare 9 mesi, no? Eppure non appena rimani incinta il mondo medico si rivolge a te contando le settimane. Una pensa che sia cosa semplice, pure per un cervellino lento con i conticini come il mio, 9 mesi * 4 settimane = 36 settimane massime. Invece no, la gravidanza dura 40 settimane. Quindi, spetta un attimo, ma conti alla mano allora sono DIECI MESI!1!!
Sono dieci mesi raga, DIECI! CI HANNO SEMPRE FREGATO!

Sembro un serpente che ha inghiottito la preda

Quindi, ricapitolando, io che sono alla 31esima settimana ma mancano 2 mesi alla data del parto sono all’ottavo mese o sono al settimo? Tutto questo per dire che uno dei piaceri del III trimestre è la cosiddetta domanda di maternità flessibile da presentare all’INPS: chi come me non fa lavori che mettono in pericolo il bambino (cioè non devo stare troppe ore in piedi o avere a che fare con sostanze chimiche etc) può richiedere allo Stato di gestire i 5 mesi di maternità obbligatoria (solitamente divisi tra 2 prima del parto e 3 dopo), lavorando per tutto l’ottavo mese e usufruendo di 1 mese di congedo prima e 4 mesi dopo la nascita.
Io l’ho presentata qualche settimana fa e la cosa mi è costata sudore e fatica (come ogni cosa in questo periodo del resto) ma anche perché nel mio caso cadeva nel mezzo di agosto, con le chiusure degli uffici e i medici del lavoro in vacanza.
Ad ogni modo il mio moto di protesta va a all’INPS che calcola la maternità partendo dalla data di presunto parto e procedendo a ritroso in mesi mentre invece il resto del mondo medico calcola la gestazione in settimane partendo dalla data dell’ultimo ciclo. Tra un calcolo e l’altro ballano 4 settimane, esattamente quelle che mancano.
Ma polemichina sterile a parte eccoci a parlare del fantomatico ultimo trimestre da non mamma.
La prima cosa che mi sento di evidenziare è un fil rouge che per alcune prende tutta la gravidanza fin dal I trimestre: LA STANCHEZZA.
Sarà che la mia gravidanza è caduta proprio nel mezzo dell’estate, la stanchezza ha cominciato a diventare fedele compagna di vita a partire già dal 6° mese (giugno-luglio) e come avrete avuto modo di notare, abbiamo avuto un’estate “classica” con caldo afoso fin da giugno senza mai mai mai mollare fino a ferragosto. Amica Stanchezza ama manifestarsi in qualsiasi momento della giornata, spesso di mattina ma talvolta anche nel primo pomeriggio. Il sonno non è mai sufficiente anche perché spesso intervallato da risvegli notturni preparatori ai mesi a venire e visite al bagno per fare due insopportabili goccine di pipì.
Amica Stanchezza fa spesso coppia con Amica Spossatezza: se non è una, è l’altra.
Un giorno è vero e proprio sonno: sbadiglioni e lacrimoni fino alle 7 di sera. Un altro invece è proprio una sensazione di soffocamento spesso accentuata dal caldo che toglie il respiro.
Purtroppo va così: il corpo sta facendo gli straordinari, lavora di giorno e di notte alla produzione di un piccolo ma meraviglioso nuovo essere umano e questo richiede un lavorìo costante di tutta la fabbrica. Nel mio corpo tutti stanno facendo i doppi turni, non si dorme mai, la delivery del progetto è vicina e le aspettative sono altissime.



A questo proposito, permettetemi una piccola apologia della precedenza alle donne incinte. Si può dire che fino a che una non ci passa (per la gravidanza), non può avere davvero idea di quello che è. In tutta onestà non ricordo di aver mai ceduto il posto sui mezzi ad una donna incinta: non perché l’abbia deliberatamente ignorata, ma semplicemente perché non ci ho mai fatto caso (invece agli anziani sì, mi ricordano i miei genitori e quando li vedo basculare in cerca di un appoggio mi viene d’istinto offrire il braccio e cedere il posto). Fin che sono i primi 6 mesi, nel mio caso almeno, rimanere in piedi sui mezzi o fare la coda come tutti gli altri non mi ha pesato particolarmente. Ma dopo, DOPO, in questo benedetto trimestre, oltre al costante stato di affaticamento, di fiatone, c’è la questione del peso. Insomma chi più chi meno ha ormai 10 kg in più del solito, la schiena incurvata come le decorazioni della Viennetta e il peso del bambino che preme, per forza di gravità se non altro, sempre di più verso il basso (e verso la vescica).
Significa che stare in piedi, ferma, provoca dolore: nel mio caso qualche giorno fa ero in coda in farmacia che attendevo il mio turno mentre una signora aveva deciso di impiegare la mattinata facendo polemica su un farmaco generico. Erano le 8.45 di mattina e nonostante fossi appena uscita di casa, nel giro di qualche minuto avevo già il ventaglio in mano. Credo di esser stata in piedi per circa 10 minuti, saltellando tra una gamba e l’altra ma pur avendo le Birkenstock ai piedi, avevo i talloni super doloranti. I talloni!

Così come la coda al bagno: in autogrill, in aeroporto o in qualsiasi struttura pubblica (o privata) la precedenza credetemi che SERVE. La vescica è sempre più piccola e lo stimolo è sempre più frequente e dover aspettare in piedi è una tortura assurda per la schiena, i talloni e la vescica stessa. Ho apprezzato chi mi ha fatto passare avanti in coda al supermercato (le cassiere, mai i clienti), ho apprezzato gli uomini (pochi, pochissimi) che si sono alzati per farmi sedere sul tram, ho apprezzato il controllore che mi ha fatto spostare nel salottino business executive “perché è più fresco signò”, ho apprezzato il signore che mi ha raccolto da terra le cose che io non riuscivo più a raggiungere, ho apprezzato e sto apprezzando tantissimo la precedenza al centro prelievi che mi permette di fare le analisi in 10 minuti netti e ho apprezzato lo speedy boarding.
Insomma la precedenza in questi 9 mesi non solo ce la meritiamo come ricompensa per tutti i fastidi ma soprattutto CI SERVE.

Sempre a riguardo dell’affaticamento, IL FIATO CORTO.
Da veloce sondaggio fatto su Instagram mentre ero in Sardegna è emerso che sì, è normale questa sensazione di fiatone continua. Il pancione ha raggiunto dimensioni considerevoli, il frutìn ha sempre più spazio e laddove non c’è se lo va letteralmente a prendere allungando un braccio, un ginocchio, un pezzo di sedere. Se al 19/07 (22esima settimana) pesava già 1 kg, penso che il qui presente Leonardo alla nascita non sarà da meno di sua mamma o di suo papà che al momento del primo vagito erano entrambi ampiamente sopra i 3.5 kg. La voluminosa pancia comincia ad essere pesante su tutti gli organi interni e, visto che non ho guardato tutte le puntate di Esplorando il Corpo Umano, non mi è del tutto chiaro come ma so che in qualche modo spinge o schiaccia i polmoni procurandomi il fiatone pur non facendo extra sforzi. Al momento mi è successo principalmente di mattina, fin dal risveglio, e l’unica cosa che posso fare è… Niente, come per tutto il resto.

AVERE CALDO è un’altra grande costante della -mia- gravidanza. Io, persona freddolosa nella mia vita passata, ho il condizionatore acceso di notte da maggio. Se solitamente io e Diego in estate raggiungevamo la spiaggia non prima delle 11.30, quest’anno abbiamo battuto il record della freschezza già alle 08.35. Il sole di mezzogiorno oltre a essere pericoloso per chiunque ma più per me che devo scappare dalle macchie solari, è diventato letteralmente insopportabile. Non posso rimanere al sole ad aspettare nemmeno un taxi e non posso non avere il ventaglio sempre a portata di mano. Sudo per la minima azione ma sudo anche per l’inattività più totale: posso stare seduta sul divano a lavorare al computer e non percepire il caldo e dopo qualche minuto ritrovarmi con la schiena bagnata e il baffo sopra il labbro con le goccioline. Riesco a sudare per ogni cosa: l’altro giorno ho sudato solo per essermi resa conto che la visita dall’endocrinologa è una settimana prima di quello che credevo.
Non ho foto didascaliche sul post quindi uso le foto delle vacanze.
Qua a Cala Luna con il mio fedele compagno "segiùlin" che mi ha fatto compagnia per tutte le ferie

LA SINDROME DEL NIDO è qualcosa di cui ho sentito parlare il giorno che ho postato su Instagram un’immagine di Diego che stava montando la cassettiera/fasciatoio. Quel giorno io ho impiegato la mattinata a pulire il forno con olio di gomito, bicarbonato e aria condizionata a palla. Nei messaggi di Instagram mi è stato fatto notare quanto fosse “tenero” il nostro preparare il nido.
Non so se guardo la cosa con eccessivo cinismo (daje) ma la preparazione della cameretta ha per me più una funzione psicologica che altro. Cioè giunta al 7° mese sentivo di avere “bisogno” di vedere il cambiamento in casa. Non che avere il pancione che preme sulla bocca dello stomaco non sia un promemoria sufficiente, ma di fatto da inizio gravidanza la casa non è ancora cambiata e io sono una che i cambiamenti ha bisogno di metabolizzarli in più tempo rispetto alle altre persone, altrimenti vivo scompensi emotivi difficili da superare. Quindi ho voluto cominciare a “vedere” la cameretta con qualche elemento da bimbo: la carta da parati, il mobile fasciatoio, la mensolina con i contenitori portagiochi, la culletta da montare, il comodino, i quadri. Ho voluto soddisfare la mia necessità di “visualizzare” che quella stanza non è più la stanza magazzino-stendino-borsone della palestra-quadri da appendere-scatole di scarpe in vendita su Depop, ma sarà la stanza di una persona e che tutte le cianfrusaglie che sono lì dentro devono trovare uno spazio alternativo. Chiamiamola sindrome del nido o chiamiamola “voglia di fare ordine”, sta di fatto che adesso passo davanti a quella porta e sento l’odore dei mobili nuovi e comincio, un po’, ad immaginare come sarà.

LA PELLE, dopo 2 settimane di sole e mare sembra aver finalmente raggiunto il punto di suo massimo splendore e lo dico semplicemente perché la gente non fa altro che dirmi quanto sono splendida, raggiante, bellissima. La dermatite in viso mi ha dato tregua nelle settimane in cui ho preso sole ma al rientro in città è già tornata puntuale come il mal di pancia. Per dovere di cronaca, ho provato ogni sorta di rimedio in questi mesi. Non vi so dire quale sia stata la cura perché, come chi combatte con la dermatite atopica da anni già sa, l’unico rimedio senza controindicazioni è il sole.
Ho usato - e non mi vergogno a dirlo- la crema al cortisone (Advantan) nel I e II trimestre nei periodi più acuti fino a quando è stata efficace. Dopo, ho cominciato a sbattere la testa sul muro, a provarne di ogni. Per ora, quello che ha funzionato con me sono stati questi prodotti:
- Crema Halicar (fitoterapica, ginecologa approved, simula gli effetti del cortisone. Toglie il prurito ma secca molto la pelle quindi non fate come me che l’ho messa di continuo al bisogno, ma alternatela a creme nutrienti)
- Mastice di Chio (anche questa fitoterapica, consigliata e acquistata dalle ragazze di Tiare Bio). Idratante, lenitiva e nutriente. L’ho messa sulle zone colpite di mani, labbra, viso e palpebre ed è risolutiva
- Ceramol Beta Crema Complex: anche questa ha funzionato sulle zone colpite da prurito ma di base è molto leggera (meglio del corrispettivo Bionike Tridem che ho trovato filamentosa e nemmeno lenitiva).
Al mare ho utilizzato solo SPF 50 (questa e questa), non sono mai stata al sole da mezzogiorno alle quattro e spesso pure fino alle cinque e mai, giuro mai, come quest’anno sono stata così abbronzata.
Ho indossato costumi interi e ho la pancia nera come il carbon: io che mai riuscivo ad abbronzarmi in viso (sempre bicolore, corpo abbronzato viso pallido) finalmente ho un bel colorito anche sul volto. Non me lo spiego ma mi godo questo momento di beatitudine.

Bella e con le bocce, binomio perfetto

Continuando sul filone dell’estetica, un altro vantaggio della gravidanza è che i PELI NON CRESCONO. C’è a chi crescono i capelli come delle moderne Barbie Raperonzolo, c’è a chi si fortificano le unghie (non saprei dirlo, ogni anno al mare dopo l’extra dose di sole le unghie sono sempre più belle e bianche), a me non crescono i peli. L’avevo già notato sulle sopracciglia: non ne ho più. E proprio io che ne avevo fatto una missione personale insieme alle ragazze del Brow Bar di via Bigli! Per le sopracciglia non so che fare, suppongo che la soluzione sia quella applicata di solito e cioè… niente.
I capelli, mia croce e delizia, devo riconoscere che non cadono e quanto alla loro consistenza non mi lamento, sono sempre stati grossi. Non li trovo particolarmente cresciuti, fino a quando non raggiungono la lunghezza del periodo matrimonio per me sono ancora da considerarsi “corti”. Non sto assumendo i miei soliti integratori per i capelli ma sto prendendo un classico multivitaminico da gravidanza.

Uno degli aspetti più famosi della gravidanza è l’aumento del DESIDERIO che, se da una parte si può dire che sia naturalmente positivo dall’altra è piuttosto scomodo, soprattutto quando si deve avere a che fare con una pancia considerevole, le vampate di calore e il fiatone. Ok, ben venga la creatività ma raga il buco è sempre lo stesso e ci manca solo che per farlo debba appendermi al lampadario.

Sempre relativamente agli ormoni penso valga la pena sottolineare l’aspetto dell’AMORE.
Sarà che mi ritrovo a piangere di continuo, quasi a comando (come l’anno scorso, anche quest’anno ho “perso” i miei occhiali da sole di Celine. Per essere una che non perde mai nulla l’ho presa male e dopo una settimana senza, tornata a Milano, me li sono ritrovati sul tavolo della cucina. Ero così contenta e disperata che mi sono messa a piangere), vivo questo periodo in un precario equilibrio emotivo. Non sono spaventata dalla maternità (all’urlo di “ce l’hanno sempre fatta tutti, ce la farò pure io”) ma sono terrorizzata dall’idea di perdere le persone che amo che mi circondano. L’ultima volta che ho pensato “sono proprio fortunata” nel giro di 24h ho vissuto un lutto tremendo e l’ansia che questo si ripeta, che le disgrazie non abbiano ancora finito di abbattersi sulla mia famiglia non mi lascia mai. Ogni volta che Diego esce dalla porta di casa faccio il conto alla rovescia fino a quando torna e nella mia testa esistono più scenari horror di morte che baby cuccioli e mamme amorevoli. Guardo Diego e sono innamorata peggio del primo giorno, cerco di trattenere le lacrime mentre mi allaccia i sandali perché io non riesco più, passo il tempo a sbaciucchiarlo perché mi prepara la colazione mentre io aspetto i 30 minuti canonici dalla pastiglia per la tiroide. Credo che anche in questo centri Madre Natura, che prevede che due persone in attesa si amino alla follia per inserire il neonato nel miglior ambiente possibile ma vorrei tornare ad avere il controllo delle mie emozioni, una sorta di distacco che mi consenta di andare al bagno senza temere di uscire e ritrovarmi vedova.

Cucciolini frugolini

Un altro importante aspetto della gravidanza in questo trimestre è la PIGRIZIA. In ogni sua forma e varietà, mi ritrovo a non aver voglia di fare nulla. Se penso che fino a qualche mese fa (erano mesi? Sembrano anni) mi mettevo a cucinare 4 tipi di verdure diverse, ero sempre alla ricerca di nuove ricette tra Marco Bianchi e Sofia Bronzato e il mio intake calorico era perfettamente equilibrato tra carboidrati, proteine e fibre, dalla gravidanza (e peggiorando trimestre dopo trimestre, all’aumentare della stanchezza) la mia voglia di sbattermi per mettere qualcosa nel piatto di sano è meno di zero.
Faccio comunque il possibile per non mangiare *troppe* schifezze ma la sensazione è che proprio il mio budget personale di forza di volontà si sia ridotto come la mia vescica. Non ho voglia di mettermi in tiro, non ho voglia di ordinare la casa, non ho voglia di bagnare le piante (tutte morte), non ho voglia di cucinare, non ho voglia di allenarmi, non ho più voglia.
Spero che questa sia solo una fase dovuta alla stanchezza perché non voglio ritrovarmi ad essere sciatta, sporca e disordinata ad un mese (ma nemmeno ad una settimana) dal parto e usare come giustificazione “eh chi ha tempo per fare quelle cose”. Ho delle strong opinions a proposito ma aspetto ad esprimerle per passare dall’altra parte della barricata e poter avere più voce in capitolo per farlo.

Nel terzo trimestre comincia anche generalmente il CORSO PRE-PARTO. Innanzitutto fatemi dire che io non sono una di quelle che lo considerano una boiata a priori. E ora che lo sto frequentando, nemmeno a posteriori. Penso che ognuna sia libera di decidere se farlo o meno e che molto cambia da donna a donna: c’è chi sa che avrà la mamma a disposizione 24h, c’è chi magari ha sorelle o amiche che hanno già “formato” a sufficienza, c’è chi magari lo fa insieme ad altre 50 persone e lo trova dispersivo. Io nella scelta della struttura per il parto ho favorito un ospedale che so essere molto ben valutato dalle mamme che hanno partorito lì (Ospedale San Giuseppe, Milano) e ho scansato il benemerito Mangiagalli (il motivo lo trovate qua). L’ostetrica del corso mi sembra molto carina, preparata, empatica.
Il problema so’ io.
Io e la mia ansia da prestazione, io che ho bisogno di organizzarmi mentalmente e sapere cosa mi aspetta e immaginare già le azioni e le reazioni di quei primi giorni. Io e il mio pessimismo cosmico che mi ha fatto raccogliere mille testimonianze di donne che si sono trovate e sentite sole e disperate nei “primi tempi” (quanto durano questi primi tempi? Due settimane? 40 giorni? 3 mesi?) e ho ignorato invece tutte quelle che mi dicono “stai tranquilla tutto verrà naturale”. Solo per aver visto qualche tutorial sulla ginnastica perineale mi sono messa a piangere (ma la devo allargare così tanto? Ma come può essere NORMALE? Non ce la farò mai, mi aprirà in due) e dopo la lezione sull’allattamento sono andata a cena e ho pianto sulla pizza. Mi chiedo come possa essere naturale che per un incarico così potente come la maternità si passi da zero a 100 (BABY K!) in due ore. E come si possa pretendere che una donna/mamma sia già lì, pronta, saggia, rassicurante e tenera? Nemmeno il tempo di averlo partorito che subito (SUBITO) si fa il skin-to-skin, il baby crawling e se da una parte è meglio perché magari imparo ad allattare subito dall’altra mi dico “ma 5 minuti di pausa per metabolizzare che ho appena partorito e ora sto allattando me li date o no?”.

E se non sono in grado? E se non si attacca alla mia mini tetta? E se una volta a casa sono presa dallo sconforto? Per questo, come da mille consigli ricevuti ultimamente, sto cercando aiuto: non potendo contare sull’aiuto delle nonne (e francamente nemmeno voglio contare sul loro aiuto visto che comunque vivono molto lontane entrambe) sto scandagliando Milano alla ricerca di ostetriche e puericultrici. Qualcuno che mi insegni e mi rassicuri oltre a Diego che, come tutti gli uomini, ripone troppa sicurezza nelle mie capacità. Insomma se già adesso piango come una disperata, figuriamoci dopo!
In più, care mamme, credetemi che non è d’aiuto continuare a sottovalutare le paure delle altre donne relative alla maternità. Lo so anche io che “verrà tutto naturale” ma questo non significa che una non possa ritrovarsi sopraffatta suo malgrado. Gli ormoni sono delle sostanze fenomenali ma se da una parte ti portano sulla Luna, dall’altra ti affossano nel più profondo degli abissi e questo vale anche per la più sicura delle donne. Ogni donna è diversa e ogni esperienza di maternità è diversa: molto dipende dal proprio vissuto, dall’equilibrio psicologico, dallo stato di salute e dall’ambiente (persone che ti circondano). Io so che potrò contare solo su Diego, che però non ha la vagina e le tette come me, amiche e nonne saranno lontane. Penso che sia normale sentirsi sopraffatti e non sia d’aiuto a nessuno dire che “tutto verrà naturale” perché anche lo scoraggiamento, la disperazione, le lacrime, il senso di fallimento sono sensazioni normali in seguito al parto, eppure nessuno ha voglia di parlarne come di qualcosa di ampiamente superabile. Io che sono stata in terapia so bene che la felicità è un lavoro, non si smette mai e la maternità è un ciclone di emozioni che ti rivoltano come un calzino. Minimizzare la stanchezza, lo scoraggiamento, l’ambivalenza delle emozioni che prova una donna in seguito alla nascita può essere solo dannoso per la mamma e il bimbo.
SHARE:

15 commenti

  1. Ciao Zit, io sono mamma da 4 mesi. Nel mio rimuginare sulla maternità, sono arrivata ad una conclusione: è vero che viene tutto naturale, lo vedrai, ma questo non vuol dire che di conseguenzela sia anche semplice. Anzi. Nel nostro essere individui contemporanei il "naturale" è tutt'altro che facile, è una controtendenza, non so se mi spiego (forse no). Vorrei soffermarmi sul discorso allattamento, che per me è croce e delizia; io ci tengo tantissimo ad allattare il mio bambino ma è un tunnel fatto di insicurezza, paura, stanchezza e ansie. Non siamo abituate a credere nel nostro corpo fino al punto di concedergli - senza il beneficio del dubbio - la capacità di sfamare un piccolo essere umano. Per me è una sfida quotidiana e onestamente a volte mi chiedo dove trovo la forza di portarla avanti tutto il giorno e tutti i giorni. Eppure è bellissimo
    e meravigliosamente naturale.

    RispondiElimina
  2. Capisco bene le tue preoccupazioni e ti sono vicina. Non so se può servire come consiglio, io ho trovato molto utile il gruppo Whatsup creato con le ragazze del corso preparto (solo 10 persone): mi ricordo che alle 3 di notte quando cullavo mia figlia per delle mezzore, sperando che si riaddormentasse in fretta, sapendo già che non sarei riuscita a dormire abbastanza prima della poppata successiva e mi sentivo stanca e sola, poter inviare un messaggio e sapere che qualcuno avrebbe risposto, magari con una battuta stupida, era di grande conforto. E sì "i primi tempi" sono in realtà pochi giorni (3 mesi per me), per me sono stati i più faticosi della mia vita (forse a posteriori direi anche i più belli però eh!) e avere qualcuno con cui parlarne è stato fondamentale! Francesca

    RispondiElimina
  3. Ciao Lucia bellissimo post, quello che dici è molto vero. Prima di passare dall'altra parte della barricata anche io mi ero fatta tutta una serie di elucubrazioni mentali. Ma quando è nata Ilaria ho dovuto mettere da parte tutta la mia smania di controllo e lasciarmi andare. Si ci ho messo un bel pó, ho pianto e tanto, mi sono incazzata e mi sono anche detta ma chi me l'ha fatto fare. Ecco, io sto imparando questo dall maternità, a non pretendere troppo, a non avere aspettative troppo alte, di vivere alla giornata. Oggi è andata bene domani si vedrà affrontando tutto questo turbinio un problema alla volta. Ero arrivata ad un punto in cui non potevo fare altrimenti. E io ho i miei (oltre a mio marito sant'uomo) che mi aiutano tantissimo.

    Altra cosa, fai benissimo a sentire ostetriche e puericultrici. Io ho avuto problemi all'inizio dell'allattamento e per risolvere mi sono affidata a personale specializzato. Mia mamma seppurein buonafede mi sapeva mettere solo ansia.

    Ti auguro il meglio ��

    RispondiElimina
  4. Ciao Lucia! Confermo e sottoscrivo ogni riga, anche quel misto di "se ce l'hanno fatta tutte ce la farò anche io" e "omamma sarò totalmente incapace" ..e si rivelerà esattamente così anche dopo la nascita!!! Momenti si e momenti no, è giusto parlarne ed è giusto prendere atto che è possibile, probabile ma anche superabile. Fai benissimo a cercare un aiuto oltre quello che potrà darti Diego, sarà molto importante.
    Detto ciò, sarà bellissimo..tantissimi auguri!!!

    RispondiElimina
  5. Sante parole! Sono alla 36+1 ( gergo tecnico) e mi rivedo in tutto quello che hai scritto! Peli, pipì, caldo, sindrome del nido, svogliatezza.. quella non voglia di uscire solo perché non ti va nè di sistemarti nè di vestirti ( abiti che fanno abbastanza schifo diciamocelo .. o siamo noi che non ci riconosciamo? Eterno dilemma.. ma mi piace pensare che siano i vestiti che hanno un problema :D ). Sono in quella fase in cui non penso nè al parto nè al post parto perché temo che mi sentirò sopraffatta .. e se poi non sarò subito innamorata del mio piccolino? ( è normale? Sono degenere io a pensarlo? Bho!) Nel frattempo preparo la valigia per il parto che non mi sembra mai pronta sebbene abbia letto mille versioni di liste di quello che ci devo mettere ( cominciamo bene vero?) e passo da “speriamo che queste settimane passino in fretta” a “ ommioddio dovrò partorire! E avrò un esserino a cui badare” ( terrore)
    QuIndi grazie per aver condiviso la tua esperienza .. mi fa sentire capita ;)
    p.s questa cosa dei 10 mesi è davvero una fregatura!
    P.p.s sorvolo sul commentare le procedure inps per non essere volgare ;)

    RispondiElimina
  6. Soffro di ipocondria e quando mi parlano di gravidanza ho mille paranoue in testa, ma leggendo queste tue semplici e simpatiche righe mi rendo conto che sono semplicemente umana :-) sei meravigliosa e adoro il tuo modo di scrivere, un bacione :-*

    RispondiElimina
  7. Cara zit sono mamma di due cuccioli di cui la più "grande" ha appena 2 anni e mezzo. All'inizio sarà tutto un po' più difficile è vero, la vita la casa e la mente stravolte, le notti insonni,
    badare a un piccolo che non conosci..eppure quando uscirai indenne da quella fase vedrai che sarà il periodo che più ti mancherà in assoluto ..e te lo dice una che con una bimba di 9 mesi era già, volutamente, incinta del secondo 😅! Ce la farai vedrai, e non dubitare mai di te stessa perché soprattutto dopo il parto scoprirai di avere una forza che finora non puoi nemmeno immaginare di avere!

    RispondiElimina
  8. Dopo anni passati a dirti che mi ritrovo in quello che scrivi, dopo esserci sposate nello stesso periodo, ora ci troviamo ad avere 3gg di differenza della DPP quindi beh... mi ritrovo ancora una volta nelle tue parole!
    Scadremo insieme al tuo yogurt.
    Stanchezza celo, anche se non eccessiva e non come i primi 4 mesi.
    Fiato corto celo
    Pigrizia celo. Ho fatto il diavolo a 4 per avere i mobili del piano +1 montati prima delle mie ferie di agosot, in modo da "preparare il nido" e...? armadi ancora vuoti e ancora da pulire...
    Lavorando in proprio non riuscirò a godermi i mesi di maternità in completo relax lavorativo, nè prima nè dopo..però conto di aver maggior flessibilità sia prima che dopo il 4 mese della pupa. Ah, la mia è una girl ;-)
    Paura del parto anche io non ne ho tantissima, in compenso paura del copo CELO, anche se io sono ho la mamma vicina..non so se sia una fortuna o meno, ma penso che sarà utile.
    Corso preparto pure io lo trovo interessante e utile, a me spiace che non lo facciano frequentare tutto anche ai papà.
    Pelle belllicccima, peli sporadici, capelli splendidi.
    Attenzione al cibo equilibrato scemata, prima a causa delle nausee (con me fino al 5 mese) epoi a causa della pigrizia.

    Almeno tu hai fatto qualche esercizio e massaggio..io nada :-D
    Ho spesso dolori addominali piuttosto forti, soprattutot nell'ultimo periodo.
    Pure io ho delle strong opinions sulla vita e sul tempo a disposizione "dopo" però aspetto di passare dall'altra parte per farmi un'idea.

    Il che mi ha portato ad accelerare la preparazione della borsa, si sa mai...

    RispondiElimina
  9. Lucia ma che belli questi tuoi post sulla maternità! Premetto che non sono mamma, ma sono in età in cui ho varie amiche e colleghe incinte o neomamme, insomma ci comincio a fare un pensiero e, spero, tra pochi anni toccherà a me.
    Nonostante tutte quelle che dipingono la maternità come un momento d'oro, come il massimo stato di grazia per la donna, ho sempre sospettato che in fondo la verità fosse un'altra.
    Apprezzo la tua onestà e trasparenza, il tuo non aver paura di sembrare cinica o una che sminuisce la fortuna che ha, perchè mi sembra quasi che ci sia uno stigma sociale su chi svela l'arcano che, spoiler: la gravidanza è un cazzo di terremoto, come se dovessimo solo ringraziare e sentirci inadeguate e ingrate se ci lamentiamo dei mille problemi che comporta o se ci assalgono tutti i dubbi del mondo. La tua descrizione è lucida e spietata ma VERA e penso che sia utile per tutte le future mamme leggerla e rendersi conto che non sono sole.
    Mi hai fatta ridere e mi hai fatta anche un po' commuovere e insomma per farla breve ti faccio un grande in bocca al lupo per questa grandissima avventura e non vedo l'ora di leggere i capitoli "Parto" e "Vita con un poppante" :)

    RispondiElimina
  10. Voglio solo dirti, nonostante non sia neanche lontanamente vicina alla maternità, che sei una grande, che mai nessun'altra gravidanza mi ha reso appassionata al tema come la tua (no, neanche quella della Ferragni) e che tornerò sicuramente a ripescare i tuoi post quando capiterà a me. Perchè ci trovo l'onestà, ci trovo le debolezze, ci trovo le paure e la sacrosanta libertà di non infiocchettare tutto per forza, ci trovo la donna con cui tutte le donne vorrebbero avere a che fare nelle stesse circostanze. Non ti dirò che verrà tutto naturale - le maniche bisogna rimboccarsele, secondo me - ma che HAI DUE PALLE COSI' quello te lo dico, anche se non la penserai esattamente così nel momento preciso del parto, ehm! Siamo con te, sorella! :)

    RispondiElimina
  11. Ciao zit sono mamma di un mesetto di Pietro e volevo dirti che sì, arriveranno momenti tosti in cui potresti anche arrivare a chiederti 'ma ho fatto la cosa giusta?', ma la profondità Delle occhiaie sarà niente rispetto alle emozioni meravigliose e innate che scatenerà il vostro piccolo.
    È vero anche che dovrai accartocciare la tua vita precedente e cestinarla (spero solo per un po', ma questo è un augurio che faccio anche a me stessa) e fai bene a costruirti adesso che ne hai il tempo tutta una serie di riferimenti a cui aggrapparti in caso di difficoltà.
    Piccolo consiglio: anche se casa diventerà un simil squat londinese non farti mancare la vicinanza di amici e parenti laddove possibile... Prima del.loro arrivo potresti arrivare a maledirli in aramaico ma quel tempo di svago mentale sarà fondamentale per non sentirti sola ad affrontare un'avventura di questa portata. Dopo 24 ore no stop con le tette al vento sarai ben felice di mollare un po' la presa e farlo cullare anche solo per dieci minuti da qualcun'altro.
    Riempi il frigo di cose e se puoi surgela cibi pronti per essere solo scaldati, in alternativa il takeaway resta sempre una gran bella salvata.
    E infine tieni duro, soprattutto le primissime settimane... Oggi giorno imparerai insieme a Diego qualcosa di nuovo, qualcosa che forse il giorno a seguire non sarà più valida perché il piccolo avrà bisogno di altro, ma ti assicuro che quando riuscirete a 'imboccarne' una vi sentirete invincibili e sarà la sensazione più bella del mondo.
    Ti faccio un in bocca al lupo enorme :)

    RispondiElimina
  12. ciao Lucia,
    sono una bimamma felice e fortunata; le mie ragazze sono adolescenti ora, ma non ho dimenticato nulla dalle prime nausee alle notti insonni. Ciascuno vive in modo diverso maternità e paternità e non mi sento di consigliarti nulla al riguardo tranne che mantenere i contatti con altre mamme e papà: insieme è sempre meglio! A questo scopo mi permetto di consigliarti il sito genitoricrescono.com, il più onesto che abbia frequentato (senza peraltro mai postare nulla).
    Buona vita a te, Diego e Lorenzo
    Catia

    RispondiElimina
  13. Ciao!
    sono la mamma di Isabel quasi 2 anni e incinta nuovamente di 4 mesi. "viene tutto naturale" è la frase che più mi infastidiva, e a oggi posso dire che anche l'amore per Isabel non è stato "naturale" ma un crescendo. Ci siamo imparate a conoscere, dal giorno della nascita in cui ci guardavamo con espressione "e adesso? che facciamo?" fino ad oggi, dove posso affermare di AMARCI "naturalmente".
    Andrai alla grande...anzi andrete!
    Emanuela

    RispondiElimina

Condividi

Blogger Template Created by pipdig