Ad aprile, quando ero a New York, un collega dell’ufficio
americano mentre gli raccontavo del mio timore di provare la lezione di SoulCycle, mi confessò che “SoulCycle is fine but you have to try Barry’s Bootcamp.
I seriously thought I was gonna die”.
Con quest’ottima premessa e dopo aver dato una veloce scorsa
al sito di Barry’s, decisi che in quella settimana a Manhattan forse era il
caso di provare qualcosa di meno rischioso (cioè Barre) e lasciare Barry a
momenti in cui mi sarei sentita più confident.
Come i sogni che si realizzano, a maggio qualcuno su
Snapchat mi ha segnalato che Barry’s Bootcamp (quello vero, non le solite
versioni italianizzate che ci portiamo noi in Italia) stava per aprire a Milano.
Figata! Adesso Lucia non hai più scuse, lo devi provare!
Scrivo mail, busso alle porte, “scusate, posso fare una
lezione di prova?” ma nessuno mi s’incula di striscio. Mi lurko per bene il
loro sito, guardo gli orari, spulcio Instagram.
Hanno inagurato il weekend del 11 giugno e nella settimana
successiva mi scrive, provvidenziale, una bellissima ragazza che mi segue (ciao
Teresa!) proponendomi una lezione di prova.
Lucia, adesso non hai più scuse!
Quindi sabato, ore 12.00, temperatura esterna 34°.
Dove – Via Senato 36 (centro centrissimo)
Già all’ingresso noto in vendita il merchandising ufficiale
del brand “Barry’s Bootcamp”: canotte, leggins, baseball caps tutti con il logo
personalizzato per Milano (questo il primo segnale che urla AMMMMERICA: qua non
si è mai visto un brand di palestra che voglia venderti anche la canotta
logata).
Le lezioni vanno prenotate in anticipo (scegliendo la
postazione in sala) e una volta all’ingresso va comunicata la presenza. Quindi in reception mi comunicano la posizione del mio (T)
Treadmill (cioè tapis roulant) e della mia (F) postazione Floor per l’allenamento
a corpo libero e con i pesi.
Sempre nell’ingresso, oltre alla reception, c’è anche uno
smoothies bar: diverse proposte di frullati (proteici e non) con la possibilità
di prenotarne uno per il termine della lezione (Modernità! Progresso! Civiltà!).
Sarà che si tratta di un allenamento molto più famoso
all’estero che in Italia, all’ingresso parlavano tutti ASGANAWAY inglese, tutti molto fit, tutti molto tonici e ho pensato di trovarmi in uno spot di integratori proteici!1!!
Gli spogliatoi sono piccolini ma adatti al numero di persone
ammesse a lezione. Non posso parlare per quello degli uomini ma quello delle
donne era livello Pinterest: fiori freschi, marmo di carrara e detergenti di
marca. Solo per questa combo sarei potuta rimanerci dentro un’ora a farmi selfie.
Piccola nota di demerito: la chiusura degli armadietti
prevede una laurea in ingegneria ad Harvard che, evidentemente, nessuna delle
mie colleghe di spogliatoio aveva.
Qualche minuto prima dell’inizio della lezione si scende di
un livello, si agguanta un asciugamano gentilmente fornito dal signor Barry
(uno che ci tiene alla sua biancheria da casa, visto che ha fatto logare tutti
gli asciugamani) e si entra NELL’INFERNO.
E chi li aveva visti tutti questi tappeti?
Vi avevo già parlato di questa fissa americana di allenarsi
al buio isolati da tutto e tutti, vero? Anche SoulCycle era così. Barry’s non
vuole essere da meno quindi ci chiude in una stanza al buio illuminata solo da
una luce rossa: il colore dell’energia, quella che pensi che non avrai mai
più al termine della lezione.
La stanza è foderata di specchi e questo un po’ mi
disorienta perché nemmeno il tempo di abituare le pupille all’oscurità che hop!
Sto già camminando sul tappeto.
Ci sono circa una dozzina (forse più, non lo so, ormai ero
sul tappeto) di tapis roulant rivolti verso una parete e alle spalle
altrettanti (o forse più, ormai ero sul tappeto) step (un po’ più alti di uno
step normale) tutti numerati.
Classe tipica: metà sui tappeti metà a terra a fare esercizi con i manubri
In sala siamo uomini e donne, con una maggioranza di donne
tra i 22 e i 45 anni (forse io ero tra le più vecchie ma nel corso prima ho
visto GIOVANI DONNE come me). Gli uomini erano più variegati: affianco a me un
ragazzo con una definizione della parete addominale che credevo possibile solo
su Photoshop e dopo di lui un signore che avrà avuto 45-50 anni che spingeva
più dei ragazzini.
I trainer durante la lezione sono due: uno con microfono e
l’altro senza. Questa dualità credo serva perché mentre un gruppo si allena
sul tappeto, l’altro gruppo si allena sul “floor” ed essendoci la musica molto
alta è sensato ripetere le cose anche più di una volta perché spesso, e parlo
per esperienza, non si capisce a quale dei due gruppi l’allenatore si stia
rivolgendo quindi il secondo ripassa e ripete.
Partiamo dal presupposto che esiste la possibilità di fare
il Bootcamp sia con che senza la corsa. Io ho scelto la versione con la corsa
ma suppongo che chi fa senza la corsa faccia l’allenamento in sala uguale al
mio solo che quando si fa il cambio di postazione, rimane al suo posto sul
floor e prosegue con esercizi con i pesi. Le lezioni durano 60 minuti e durante
la settimana ogni giorno è dedicato ad un distretto muscolare diverso: braccia
e addominali, gambe e glutei, pettorali e addominali e nel weekend full body.
La lezione è strutturata metà sul tappeto e metà con
esercizi a corpo libero o con manubri. Si parte con metà gruppo sul tappeto e
si seguono le istruzioni dell’allenatore: prima jog (corsa lenta) poi run
(corsa veloce) e poi sprint (corsa veloce al massimo della forza). La durata di
questi intervalli di corsa dipende dall’istruttore anche se il principio rimane
lo stesso: sfruttare i benefici dell’allenamento HIIT (High Intensity Interval
Training, vi rimando al post con l’intervista al personal trainer se non sapete cos'è).
Al primo sprint ci ho creduto tantissimo e ho premuto 14 (la
tastiera del tapis roulant ha già i pulsanti per settare la velocità senza
aumentarla con il “+”) (Modernità! Progresso! Civiltà!) e ho davvero pensato
che mi sarei schiantata sulla parete di specchi dietro di me (ah ecco perché
gli step non sono esattamente dietro il tappeto ma lievemente sfalsati: perché
se mi ribalto all’indietro mentre corro almeno non ci vado a sbattere, geniali). Credo di aver avuto gli occhi
del terrore: non riuscivo a guardarmi in faccia allo specchio perché ero troppo
concentrata A NON MORIRE e a pensare “machecazzostofacendomachecazzostofacendo!”.
Per fortuna i 30 secondi più lunghi della mia vita finiscono e posso dire di
aver imparato una grande lezione sulle mie ambizioni sportive.
Questo circuitino (un classico HIIT) si ripete un’altra
volta ma la seconda volta la vostra eroina decide di fare lo sprint con una
velocità più umana.
Al termine dei 15 minuti si prosegue con gli esercizi a
corpo libero: l’allenatore ci dice che pesi prendere (esempio: donne - dai 4 ai
6, uomini - dai 10 ai 12) vicino alla panca-step: squat walk plank, air squat e
tricipiti. Mentre il gruppo a terra
procede con il circuito a corpo libero, quelli sul tappeto eseguono la stessa
cosa che ho fatto io poco prima.
Finiti gli esercizi a terra si riprende posto sul tapis
roulant e si esegua la stessa sequenza di prima (mi pare) ma dapprima con
un’inclinazione del 2% e poi del 4% ed è qui che ho avuto la mia soddisfazione:
il ragazzo affianco a me, quello con gli addominali disegnati, molla il colpo. La corsa ammazza. Il mio
parametro di riferimento ha mollato e lì mi sono detta “IO NON MOLLERO
MAAAAAAIIIII” salvo poi pensare di scappare prima dello sprint al 4% perché…
dai raga, non siamo alle Olimpiadi!
Io e le altre ragazze non abbiamo mollato un secondo anche
se forse, per ovvie ragioni di sopravvivenza, forse non tutte abbiamo raggiunto
le velocità che ci diceva l’allenatore perché… “io scelgo la vita”.
Ma soprattutto perché quando ero sul tappeto ho sentito
dietro di me che dicevano che ci sarebbe stato un altro round e ho pensato “qua
ne devo lasciare un po’ per dopo altrimenti le gambe non si muovono più” ma
grazie a dio mi sbagliavo, il secondo round sul tappeto era l’ultimo.
Si prosegue quindi per l’ultima parte della lezione cioè
altri esercizi a terra con i manubri, questa volta più concentrati sugli
addominali.
Infine, qualche minuto di stretching (bravi!) che la
sottoscritta ha particolarmente apprezzato soprattutto per lo psoas.
La lezione dura 50 minuti (o 60?) che, sarà per il buio e la
velocità con la quale si sussegue il tutto, volano.
Mi sono guardata allo specchio in spogliatoio ed ero del
colorito delle ciliegie: io non divento mai rossa. Mai. Posso correre per 14 km
e avere ancora i capelli a posto e il trucco fatto.
Sabato ero rossa di quel rosso che non ti passa dopo 5
minuti, quel rosso FATICA.
Non divento mai rossa. Mai.
Nel complesso posso dire che l’allenamento è bello: non è un
allenamento per tutti, sicuramente va affrontato da chi ha già una certa
preparazione soprattutto cardio. L’intervallarsi di cardio (con gli sprint) e
pesi lo rendono un workout a mio avviso molto completo e soddisfacente. Si esce
con la sensazione di essere sopravvissuti all’inferno e di aver conosciuto una
nuova parte di se stessi!
Là dentro in quella sala ho visto corpi che non credevo
POSSIBILI nella vita normale: forse stavo sfogliando Shape e non lo sapevo?1!!
Gli allenatori sono molto carini (“gourmet” da definizione di una mia amica
dopo aver visto Instagram) e gentili, così come il resto del personale che ho
visto.
Dal loro sito leggo che si consumano oltre 1000 Kcal all’ora
il che se fosse vero significherebbe che quindi ho già bruciato il sushi di
venerdì. E anche la pizza del giorno dopo!
Il loro sito spiega tutto molto bene: https://italy.barrysbootcamp.com/nuovi-iscritti/
vi invito a vedere il video perché rende bene l’idea di com’è una lezione.
Il prezzo, così come la zona di Milano che hanno scelto,
spiega molto bene che genere di posizionamento ha quest’allenamento: la singola
lezione costa 28€, ma che dopo tutto non è nemmeno così fuori dalla media (una
lezione di prova di Calisthenics costa 25 €).
Le lezioni partono dalle 7.45 di mattina fino alle 20.00 e
prevedono diverse tipologie di membership a pacchetti: 5 lezioni 135€, 10
lezioni 260€ e così via con un costo unitario sempre minore all’aumentare del
pacchetto.
L’allenamento mi è piaciuto molto e non solo perché sono
ancora viva per raccontarlo (bhè, anche) ma perché in un’ora fai tutto e dai tutto.
E’ una vera olimpiade personale arrivare alla fine: il tuo corpo fa cose che
non pensavi possibili. E alla fine sei distrutta e felice perché la
soddisfazione di non aver dato ragione a te stessa quando pensavi “ora mollo” è
impagabile.
In effetti, questa cosa di stare chiusi al buio senza
cellulari, senza internet, senza scegliere la musica ha i suoi vantaggi (questi
americani non ne sbagliano mai una) perché in un’ora non hai nemmeno il tempo
di pensare cosa stai facendo che praticamente hai già finito. Non ci sono tempi
morti, non hai tempo di pensare “che peso devo prendere” perché l’allenatore
te lo dice, non hai tempo di pensare “adesso devo fare cardio” che sei già con
il culo sul tappeto.
Quello che penso è che un allenamento del genere, almeno per
il momento, io sarei in grado di farlo solo al weekend: tuttavia durante la
settimana ci sono gli allenamenti per singola zona del corpo (solo glutei o
addominali o braccia etc) quindi non so se il livello di fatica è paragonabile
al full body (credo di sì, ho la sensazione che questo Barry non regali un
cazzo).
Ad ogni modo per il weekend, quando si è più riposati, lo
vedo perfetto perché contrariamente a quanto credevo non mi ha ammazzato la
giornata ma mi ha dato l’energia per fare altre cose (certo, avevo dormito il
sonno dei giusti venerdì) e sarò malata, ma ho già voglia di rifarlo!
Rido perché è finito l'allenamento
Dopo aver scambiato qualche parola con Nicolò Cavallari (foto sopra),
master trainer da Barry’s Bootcamp, vi posso confermare che le lezioni sono da
circa 40 persone (20 sul tappeto e 20 a terra), gli istruttori hanno seguito un’approfondita
formazione a New York e l’allenamento è naturalmente HIIT quindi con finalità
brucia grassi (YEY!).
Mi ha tranquillizzato sul fatto che le lezioni sono molto miste
a livello di preparazione sportiva: naturalmente ci dev’essere una buona base (soprattutto
cardio, gli sprint non sono uno scherzo) ma non significa che non sia
affrontabile.
E' molto gentile e potete contattarlo per qualsiasi domanda: Instagram, Facebook e come sempre se dite che vi mando io vi fa fare 10 pistol squat in più!
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